"Ho visto tre cose che mi sono molto piaciute: l'organizzazione, la trasparenza, e la coesione, cose che non sempre ho visto in questo territorio". Lo ha detto Franco Gabrielli, capo del Dipartimento di protezione civile a margine di una visita in uno dei Comuni del "cratere" dell'Aquila, devastato dal sisma. "Io credo - ha aggiunto - che queste siano le tre parole chiave per avere un futuro e soprattutto per dimostrare all'intero Paese che qui la gente e' capace, la gente e' determinata e che investire soldi in questo territorio non e' disperdere soldi al vento ma e' investire soldi perche' questo e' un pezzo importante del Paese, questo e' un pezzo che ha una storia, una cultura, e che va salvaguardato. Pero' io lo dico a volte attirandomi qualche gratuita polemica ed e' una cosa che vado dicendo da tempo: i veri, i piu' importanti artefici del futuro di questo territorio sono la stessa gente di questo territorio"
"Con i continui cambi di governo portare avanti l'emergenza della ricostruzione del 'cratere' aquilano "non e un esercizio molto facile", detto Franco Gabrielli a margine della sua visita stamani a Fossa
Il capo Dipartimento della protezione civile ha ricordato che ha "cambiato quattro presidenti del Consiglio in tre anni, questa e' la mia condizione".
"Ho sempre detto che di fronte al dolore della gente che ha perduto dei familiari, delle persone care, c'e' solo l'atteggiamento del rispetto per cui non ho mai interpretato questo loro ricercare la verita', ricercare delle risposte, con l'accanimento. Conosco troppo bene alcune di queste persone per poter dire che si tratta di tante componenti ma sicuramente non di accanimento, non di vendetta". Lo ha detto il capo Dipartimento della protezione civile, Franco Gabrielli, a margine di una visita nel Comune di Fossa risponendo a chi tra i giornalisti aveva chiesto un suo commento sull'indagine avocata dalla Procura generale presso la Corte di Appello dell'Aquila, nella quale l'ex numero "uno" dello stesso Dipartimento, Guido Bertolaso, e' indagato per omicidio colposo. Si tratta di una inchiesta collaterale a quella gia' definita in primo grado nei riguardi dei sette scienziati della Commissione Grandi Rischi. "Poi e' vera anche un'altra cosa - ha aggiunto - l'ho detto anche nella mia deposizione al processo (nei riguardi dei sette scienziati della Commissione Grandi Rischi, condannati in primo grado a sei anni di reclusione, ndr) le responsabilita' sono un po' piu' complesse che non quelle che magari un'inchiesta giudiziaria come quella aquilana vuol in qualche modo stabilire. Ecco io credo che ci siano responsabilita' piu' diffuse, ci siano responsabilita' sistemiche, ci siano responsabilita' che attengono principalmente a chi negli anni ha governato il territorio. Mi piacerebbe sottolineare una cosa perche' possa essere di insegnamento ad altri territori: all'Aquila le persone sono morte perche' sono collassate alcune abitazioni e sono collassate alcune abitazioni come le perizie giudiziarie stabiliscono, non sono state costruite a regola d'arte o sono state indebolite con interventi successivi; quindi il tema per me e' questo, all'Aquila ma soprattutto per l'intero Paese. Il problema non e' quello di avvisare o non avvisare se ci sara' un terremoto, rassicurare o preoccupare se ci sara' un evento sismico, ma e' quello di mettere in sicurezza gli edifici di questo Paese. Io ho sempre detto - ha aggiunto Gabrielli - che la mia principale preoccupazione all'esito di queste inchieste e' che si perda di vista il tema principale e la cosa che piu' dissento dalla sentenza dell'Aquila e' il passaggio nel quale il giudice sostiene che la messa in sicurezza delle abitazioni e' un'affermazione ovvia quanto inutile. Quella credo che sia la cosa sulla quale bisogna prendere le distanze, ma le distanze abissali. Poi le responsabilita' verranno accertate, ma affermazioni di questo genere le trovo una cosa paradossale e soprattutto un' un'affermazione che ha dal mio punto di vista, che ho la responsabilita' della protezione civile per quanto riguarda l' indirizzo del coordinamento a livello nazionale, quella che puo' dare l'insegnamento peggiore. Invece la messa in sicurezza degli edifici non solo non e' ovvia, perche' purtroppo nel nostro Pese non gli si da' peso, ma soprattutto e' assolutamente utile e necessaria".
"Il futuro di questa terra e' nelle mani della gente di questa terra". Cosi' il capo della protezione civile nazionale, Franco Gabrielli, incontrando, a quasi 5 anni dal sisma, i sindaci dei comuni del cratere del terremoto a Fossa. "Con il vostro lavoro state dimostrando credibilita' e concretezza e per questo vi verranno dati i fondi necessari", ha continuato sottolineando che "contrariamente ad altri periodi vedo la luce in fondo al tunnel".
"Le indicazioni del governo sono indicazioni importanti: sia quelle per la messa in sicurezza delle scuole sia quelle per il dissesto idrogeologico. Quindi noi come funzionari dello Stato, che curano questo settore, quello della messa in sicurezza del territorio, non possiamo che salutarle amorevolmente, ben vengano queste iniziative". Lo ha detto a Fossa, luogo in cui si trovano gli uffici della ricostruzione, il capo del Dipartimento della protezione civile Franco Gabrielli, in visita a circa 5 anni dal devastante sisma dell'Aquila, dove e' stato anche prefetto del capoluogo abruzzese. Cosi' Gabrielli ha risposto a chi tra i giornalisti gli chiedeva un commento sulla politica di edilizia scolastica e ambientale avanzata dal premier Matteo Renzi.
"Ho visto tre cose che mi sono molto piaciute: l'organizzazione, la trasparenza, e la coesione, cose che non sempre ho visto in questo territorio". Lo ha detto Franco Gabrielli, capo del Dipartimento di protezione civile a margine di una visita in uno dei Comuni del "cratere" dell'Aquila, devastato dal sisma. "Io credo - ha aggiunto - che queste siano le tre parole chiave per avere un futuro e soprattutto per dimostrare all'intero Paese che qui la gente e' capace, la gente e' determinata e che investire soldi in questo territorio non e' disperdere soldi al vento ma e' investire soldi perche' questo e' un pezzo importante del Paese, questo e' un pezzo che ha una storia, una cultura, e che va salvaguardato. Pero' io lo dico a volte attirandomi qualche gratuita polemica ed e' una cosa che vado dicendo da tempo: i veri, i piu' importanti artefici del futuro di questo territorio sono la stessa gente di questo territorio"
"Vengo dall'esperienza della nave Concordia dove i cronoprogrammi nelle piccole cose hanno dimostrato non essere sempre corrispondenti alle aspettative, ho dunque imparato da quella vicenda che i cronoprogrammi hanno una importanza che danno il senso della prospettiva ma poi le variabili sono innumerevoli e complesse che non sempre poi si riesce a rispettarli. L'importante credo non sia tanto quello di fissare una sorta di scadenza, ma e' quello di lavorare". Lo ha detto a Fossa Franco Gabrielli, a margine di una visita negli uffici della ricostruzione post-terremoto. Cosi' il Capo dipartimento della protezione civile ha risposto a chi gli chiedeva un commento sulle recenti dichiarazioni rese dal ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha parlato di una ricostruzione post-terremoto entro i prossimi cinque anni. "Io oggi ho visto nella visita a questa struttura - ha aggiunto Gabrielli - che si sta lavorando, che c'e' grande volonta', che l'organizzazione e' strutturata bene, questa e' la risposta, poi ognuno di noi spera in cuor suo che i tempi siano tanto piu' compressi possibili. L'importante e' fare bene e fare. Purtroppo - ha infine osservato Gabrielli - in questi anni abbiamo avuto delle soluzioni di continuita' che poi alla fin fine vanno a pesare inevitabilmente sulla scadenza finale".
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