Il sottosegretario all'Editoria Giovanni Legnini e' disponibile a fissare un incontro "anche per valutare l'avvio dei lavori della commissione per la valutazione dell'equo compenso nel lavoro giornalistico, previsto dall'articolo 2 della legge n. 233 del 2012". Lo ha annunciato lo stesso Legnini in una lettera inviata ai giornalisti della Rete "5 euro netti", che ha organizzato per questa mattina un convegno, in corso in Provincia, a Pescara, su politica e informazione.
Legnini e' stato invitato a partecipare ma non ha avuto la possibilita' di essere presente, essendo " impegnato proprio oggi nei primi atti da sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega, fra l'altro, all'editoria". Ha comunque assicurato di essere pronto a fissare un altro incontro. "Naturalmente - scrive nella lettera che e' stata resa pubblica all'inizio dei lavori - condivido le vostre istanze di lotta al precariato, di rispetto dei diritti essenziali per un'attivita' professionale libera da condizionamenti e pienamente espressiva della liberta' di informazione".
Iacopino (presidente nazionale Ordine dei giornalisti)
"Proviamo a parlarci sapendo di cosa stiamo parlando. Non parliamo per schemi". E' l'appello che il presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, ha lanciato oggi ai parlamentari che hanno partecipato al confronto su informazione e politica promosso a Pescara da Cinque euro netti, rete di precari dell'informazione e di free lance. "Non c'e' un conflitto di interessi, ha sottolineato ancora - ma ce ne sono tanti. Voi sapete - ha chiesto ai parlamentari - chi controlla i giornali? Fate un' indagine sugli assetti proprietari di chi controlla l'informazione in Italia. Proviamo ad avere tutti la consapevolezza della situazione reale che c'e'", ha proseguito facendo notare che i giornalisti non devono essere "amici della politica ma essere leali nei confronti dei cittadini e corretti con la politica". "Il Paese ha bisogno di sana informazione - per il presidente dell'Ordine - ma i giornalisti non sono in grado di garantirla perche' e' una gara al massacro". Iacopino ha anche fatto notare che la legge sull'equo compenso "e' costata cara" a chi l'ha voluta, a chi l'ha scritta, al relatore e ad altri ancora che "non sono piu' parlamentari. Io sono contro l'idea dei complotti, ma qualche idea facciamocela". Nel suo intervento ha detto di essere un "presidente strano perche' parlo male dei giornalisti e dico che non mi piace come facciamo informazione. Come Ordine faccio promuovere decine di procedimenti disciplinari e se non ci fosse l'Ordine sarebbe la giungla, considerato che i tempi della giustizia sono una cosa insopportabile. Noi possiamo perfino promuovere la radiazione".
Gianluca Vacca (Movimento 5 Stelle) parla del conflitto d'interessi
"In Italia viviamo in un regime mediatico e si registra un conflitto di interessi mastodontico". Lo ha detto il parlamentare abruzzese del Movimento 5 Stelle Gianluca Vacca intervenendo al convegno, promosso da 'Cinque euro netti', la rete dei precari e dei free lance dell'informazione abruzzese sul tema degli equilibri precari tra informazione e politica. Ricordando che l'Italia e' un Paese "parzialmente libero e non libero" nel campo dell'informazione e in classifica si posiziona dietro Burkina Faso e Ghana, Vacca ha fatto notare, durante i lavori del convegno, che "la politica c'entra e quando si parla di informazione si deve parlare anche di politica". Facendo riferimento al suo Movimento Vacca ha detto che "il rapporto con i media e' fortemente conflittuale perche' il sistema dell'informazione e' malato, non fa il suo lavoro, ma l'attacco non e' ai ai giornalisti precari bensi' al al sistema nel suo complesso. Bisogna riformare alla base il sistema", ha proseguito. Nel corso della mattinata Vacca ha ricordato le proposte del Movimento guidato da Beppe Grillo in questo settore, che prevedono l'abolizione di "un Ordine dei giornalisti inutile, che serve solo a tutelare gli stipendi d'oro ma non i giornalisti", l'eliminazione dei finanziamenti all'editoria, "che deve essere slegata dai partiti", l'eliminazione del conflitto di interessi, e la riforma della Rai, intervenendo poi sull'editoria on line "che va regolamentata, essendo in forte sviluppo"
Melilla (Sel) e Pelino (Pdl): eliminiamo il precariato
"Vogliamo eliminare qualsiasi forma di precariato". Queste le parole della senatrice abruzzese Paola Pelino, del Pdl, intervenuta al convegno promosso dalla rete dei free lance e dei precari dell'informazione abruzzese, 'Cinque euro netti', sull'equilibrio precario tra informazione e politica. Per Pelino sono "veramente umilianti" i compensi dei giornalisti precari e la situazione "va rivista". "Si parla tanto di equilibri, per non dire di uguaglianza, e questo mi sembra uno degli equilibri da ripristinare. Per quanto mi riguarda faro' tutto il possibile". Chiamata ad esprimersi sul tema del conflitto di interessi e sul caso di Berlusconi, la parlamentare abruzzese ha commentato che le reti Mediaset "non hanno mai preso a favore del proprio proprietario delle espressioni veramente di parte mentre la Rai ha preso posizioni ben precise". Certo, ha ammesso, il conflitto di interessi sara' un argomento da affrontare "ma non una delle prime riforme che dobbiamo mettere sul tavolo".
"Nel momento in cui abbiamo una disoccupazione pazzesca e un precariato che dilaga, dobbiamo introdurre degli antidoti". Il suggerimento e' partito stamani da Gianni Melilla, parlamentare abruzzese di Sel, nel corso del convegno sull'equilibrio precario tra informazione e politica organizzato da 'Cinque euro netti', la rete abruzzese dei precari dell'informazione e dei free lance. Melilla, parlando di disuguaglianza e precariato, ha aggiunto che "si deve mettere al centro la riforma del mercato del lavoro" e ha ricordato che in tutti i Paesi europei esiste il reddito minimo garantito, tranne che in Grecia e in Italia, e che questa strada va perseguita anche nel campo dell'informazione"
"5EURONETTI" - la rete dei freelance e precari dell'informazione abruzzese - ha proposto ai parlamentari eletti in Abruzzo, una piattaforma programmatica per la riforma della professione giornalistica. L'iniziativa e' avvenuta nel corso della manifestazione sul tema "Corto circuito. Politica e informazione, equilibri precari", in corso a Pescara. Al confronto stanno partecipando Gianluca Vacca (M5S), Antonio Castricone (Pd), Giulio Sottanelli (Scelta Civica), Gianni Melilla (Sel) e Paola Pelino (Pd). Per "5EURONETTI" occorre rendere obbligatoria l'assunzione di giornalisti negli uffici stampa pubblici con contratti di tipo giornalistico, verificando puntualmente l'applicazione della legge 150/2000, da riformare in senso restrittivo anche per i portavoce che, se pagati dall'ente pubblico, siano scelti, sempre a discrezione dell'organo politico, ma tra i giornalisti. C'e' poi la riforma della legge sull'equo compenso: occorre introdurre il concetto di "minimo salariale", per impedire la sostanziale inapplicazione della legge 233/2012 nelle redazioni delle testate che non usufruiscono dei contributi statali, facendo riferimento alle previsioni economiche dei contratti giornalistici. L'accesso alla professione giornalistica sia libero e passi, come per le altre professioni, attraverso un percorso universitario garantito dallo Stato e non gestito dall'Ordine dei Giornalisti che dovra' mantenere, similmente agli altri Ordini professionali, solo i compiti di tenuta dell'albo e di disciplina, secondo i dettami della riforma del 2012. Altra proposta l' abolizione dell'elenco dei pubblicisti e percorso di riconoscimento del diritto a sostenere l'esame professionale ai pubblicisti che svolgono l'attivita' in via esclusiva. Cancellazione dall'albo di tutti gli iscritti che non esercitano la professione, indipendentemente dall'anzianita' di iscrizione. Programma di formazione permanente gratuita e garantita per tutti i giornalisti. Dopo l'abolizione dell'elenco pubblicisti, garantire una sorta di "elenco-parcheggio" per i giornalisti professionisti che assumono altri incarichi o altri lavori non giornalistici.
"Riteniamo che oggi il Governo non possa piu' assistere passivamente alla perpetuazione dello sfruttamento incontrollato e selvaggio dei giornalisti lavoratori autonomi. Per questo le chiediamo di convocare immediatamente la Commissione per l'equo compenso e di dare concreta applicazione alla legge 233/2012, che nasce esplicitamente per dare attuazione all'articolo 36 della Costituzione anche nei confronti dei giornalisti lavoratori autonomi". E' uno dei passaggi dell'appello che i coordinamenti di base dei giornalisti freelance e precari italiani rivolgono al neo sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Editoria, Giovanni Legnini. La lettera - a firma di YaBasta! Giornalismo e dignita' (Toscana), FreeCCP (Emilia Romagna), Re:Fusi (Veneto), Errori di Stampa (Lazio), Terzo Stato (Molise), Informazione Precaria (Puglia), Coordinamento giornalisti precari campani e Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia - e' stata inviata a 5EURONETTI, la rete dei freelance e precari dell'informazione abruzzese, ed e' stata presentata oggi a Pescara nel corso dell'iniziativa "Corto circuito. Politica e informazione, equilibri precari" organizzato dal gruppo abruzzese, che ha sottoscritto l'appello. Legnini avrebbe dovuto prendere parte all'evento, ma per motivi istituzionali e' stato costretto a rinunciare. "Oggi, in Italia, piu' della meta' dei giornalisti - si legge nel documento - non ha un contratto di assunzione stabile e la maggior parte di questi, pur coprendo settori rilevanti dell'informazione quotidiana, riceve compensi irrisori. E si vede costretta a lavorare non solo senza sicurezze e prospettive personali, ma anche in condizioni offensive della propria dignita', sotto il costante ricatto di perdere ogni possibilita' di lavoro". "Oggi - proseguono i giornalisti - non e' raro per un freelance o collaboratore esterno essere costretto ad accettare retribuzioni anche di 2-5 euro a pezzo, con una media di 10-20 euro (al lordo di spese, tasse e contributi a carico), o prestazioni gratuite per averne altre retribuite, o proposte di lavoro in nero o con contratti palesemente inadeguati o irregolari. Il tutto definito in maniera unilaterale dagli editori, e con retribuzioni spesso corrisposte in ritardo anche di mesi". "La situazione - si legge ancora nella lettera - e' cosi' grave che secondo le ricerche effettuate sui dati dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) il 75% dei freelance guadagna in media meno di 10.000 euro lordi l'anno, e il 62% meno di 5.000. Questa, signor Sottosegretario, e' la situazione che Lei oggi si trova ad affrontare, quale responsabile politico del settore". In particolare i coordinamenti chiedono a Legnini "di dare attuazione con la massima sollecitudine e determinazione alla legge 233/2012, per l'equo compenso dei giornalisti titolari di rapporti di lavoro non subordinato" e di "assumere e fare propri i principi espressi nella Carta di Firenze". "Confidando nel Suo interessamento a riguardo - concludono i giornalisti - con la presente ci dichiariamo anche disponibili ed interessati ad un confronto di merito sul tema, anche in sede di audizione conoscitiva con la Commissione prevista dalla L. 233/2012".
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