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HOME » POLITICA » GUARNIERI (FONDAZIONI ROMANI'): "SERVE IL COINVOLGIMENTO DEI ROM NELLE POLITICHE"
Pubblicato il 08/09/2013 11:11

Guarnieri (Fondazioni romani'): "Serve il coinvolgimento dei rom nelle politiche"

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A Silvi Marina si e' aperto l'evento che mette a confronto comunita' romane' e associazioni

Il riconoscimento della minoranza linguistica rom; il passaggio dalla mediazione alla partecipazione attiva; la necessità di una politica per la cultura romanì: sono stati i temi al centro della prima Giornata delle comunità romanè che si tiene oggi e domani a Silvi Marina, in provincia di Teramo. Un centinaio i partecipanti, in rappresentanza di associazioni rom e non rom, assieme a un delegato dell'Unar e a docenti dell'Università di Bologna.

Trovare soluzioni concrete per il miglioramento delle condizioni della popolazione romanes, "senza attribuire responsabilità ad altri" e senza "rifugiarsi in un pericoloso fatalismo persecutorio": è l'obiettivo del congresso secondo quanto affermato da Nazzareno Guarnieri, presidente della Fondazione romanì che ha promosso l'iniziativa. Guarnieri ha aperto l'evento affermando che "questo non vuole essere l'ennesimo congresso per denunciare le responsabilità di altri e continuare a progettare strategie che si sono rivelate fallimentari". L'importanza del riconoscimento. Guarnieri ha poi affrontato il tema del riconoscimento della minoranza linguistica rom, che è stato richiesto da alcune proposte di legge negli ultimi anni: "tutti la vogliono la nessuno la porta avanti", ha detto, sottolineando che sarà un tema fondamentale in futuro perché "presupposto essenziale per qualsiasi politica culturale e di inclusione".La mediazione, un fallimento.

"Negli ultimi anni sono stati formati 1400 mediatori rom, ovvero 1400 disoccupati", ha poi aggiunto Guarnieri parlando di un "fallimento della mediazione rom in Italia".Per il presidente della Fondazione romanì, è necessario "passare dalla mediazione alla partecipazione attiva, dalla multiculturalità all'interculturalità". "Non può esserci mediazione a vita", ha aggiunto, ricordando il caso di un assessore di Mantova che dopo 20 anni di mediazione non ha rinnovato la convezione per la mediazione culturale. Non solo folklore, "basta assistenzialismo". "Una politica per la cultura romanì è oggi inesistente - ha aggiunto -. A livello di società civile c'è tanto folklore, ma la cultura romanì non è solo cucina, musica e abbigliamento. E' un insieme di valori che formano un'identità culturale. L'evoluzione della cultura romanì è urgente e indispensabile per evitare la distruzione della nostra identità. In particolare lo sviluppo della mentalità assistenziale sta distruggendo la popolazione romanì".

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