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Pubblicato il 17/01/2013 06:06

I piccoli Comuni contrari al taglio delle Comunità montane

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"I piccoli Comuni e la montagna abruzzese sono condannati all'isolamento". Ad affermarlo in una nota è l'Anpci d'Abruzzo dopo l'entrata in vigore della legge regionale che taglia le comunita' montane.

'In un momento cosi' delicato per i Piccoli Comuni la Regione Abruzzo avrebbe dovuto mantenere in vita le Comunita' Montane e sostenere la loro insostituibile attivita' negli ambiti montani, a sostegno delle comunita' dei piccoli ambiti', scrive l'Anpci.

'La legge che taglia le Comunita' Montane - prosegue - va inoltre a creare un vuoto legislativo spaventoso per quanto riguarda il collocamento del personale dipendente ( nelle 11 Comunita' Montane Abruzzesi lavorano circa 70 unita'). La Regione non ha assunto alcun impegno concreto per la loro collocazione, mettendo cosi' a rischio posti di lavoro e famiglie che hanno investito nei territori montani abruzzesi e che ad una certa eta' dovranno fare le valigie, come nel dopoguerra, e abbandonare la terra d'origine'.

La nota chiude insistendo: 'Con questa Legge la Regione Abruzzo, pur di mostrare interesse verso il territorio montano, benche' consapevole che la quasi totalita' dei Piccoli Comuni Abruzzesi hanno scelto quale forma associata per la gestione delle funzioni fondamentali e dei servizi comunali la Convenzione, ha deciso di sostenere la forma delle Unioni di Comuni da effettuarsi in tempi record, poco piu' in due mesi e mezzo, senza alcuna garanzia di sostegno per le stesse, promuovendo contestualmente una legge per la Montagna in cui si prevedono risorse ed incentivi pensando, cosi', per l'ennesima volta, di 'illudere' i cittadini delle Aree interne della nostra Regione'

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