Il vicepresidente del Consiglio regionale Giovanni D'amico chiede al presidente della Regione Chiodi e all'assessore al personale Carpineta, attraverso una apposita interpellanza, se intendono agire per evitare la paralisi amministrativa della Regione Abruzzo, provocata dalla soppressione di alcuni enti strumentali (ARSSA, APTR, Abruzzo Lavoro) che ha comportato un'immissione nei ruoli della Regione di circa 300 dipendenti.
Il suddetto personale - afferma D'Amico - risulta per buona parte non inquadrato funzionalmente nelle Direzioni regionali ed e' spesso costretto a rimanere inattivo, mentre, paradossalmente, si riscontra una carenza di organico in diverse Direzioni regionali che hanno una funziona vitale per l'ente. Il mancato inquadramento si traduce dunque in un danno per i cittadini abruzzesi. Inoltre, l'immissione nei ruoli della Regione si risolve di fatto in un danno per i dipendenti della Regione stessa che perderanno una parte di salario accessorio. "In un quadro simile - afferma D'Amico - la Giunta regionale sembra non voler svolgere il ruolo che le e' proprio, tanto che la procedura di conciliazione attivata dal Prefetto di L'Aquila non si e' potuta concludere il 16 ottobre scorso, perche' al tavolo di conciliazione era assente proprio l'organo di governo regionale".
Le Organizzazioni Sindacali - spiega il vicepresidente del Pd, gia' assessore al Personale nella passata legislatura - chiedono un urgente processo di riorganizzazione delle competenze e delle professionalita' esistenti tra i dipendenti ed i funzionari della Regione Abruzzo e propongono per l'anno 2013 di utilizzare una parte dei risparmi di gestione conseguiti con la soppressione degli Enti per evitare il taglio del salario accessorio. I sindacati sono inoltre disponibili a siglare un accordo sulla produttivita' 2013 solo a condizione che ci sia un impegno politico e amministrativo concreto da parte del presidente Gianni Chiodi e della Giunta regionale.
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