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Pubblicato il 05/12/2013 22:10

Intesa raggiunta sui costi standard per la Sanità

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Studio sull'esplorazione petrolifera e geotermica del Gran Sasso

Stato e Regioni hanno raggiunto l'intesa sui costi standard in sanita' con l'individuazione delle tre Regioni "benchmark". La Conferenza Stato-Regioni ha infatti approvato la proposta della Conferenza delle Regioni che indica Emilia Romagna, Umbria e Veneto come riferimenti.

"Si tratta di un passaggio di grande importanza - ha dichiarato il Ministro per gli Affari Regionali, le Autonomie e lo Sport, Graziano Delrio - verso la piena attuazione del federalismo, a cui il governo ha puntato con grande impegno fin dal suo insediamento. E' l'indicazione su come conciliare l'erogazione di servizi sanitari di qualita' con la loro sostenibilita' economica. Sono soddisfatto perche' la decisione di oggi, che consentira' di accelerare il lavoro sul patto per la salute, si unisce al percorso che abbiamo intrapreso con il Ministero dell'Economia e con il Sottosegretario Baretta con il riavvio del federalismo demaniale e che ci vede in fase avanzata anche nella determinazione dei fabbisogni standard di comuni e province. Cio' a cui puntiamo - ha concluso Delrio - e' la realizzazione del binomio autonomia-responsabilita', che e' il binomio virtuoso del federalismo e che purtroppo fino a oggi e' stato applicato con troppa poca costanza".

"La nostra missione e' fare buona sanita', non solo fare quadrare i conti. La mia proposta e' che, oltre all'Umbria, (a cui spetta di diritto dal momento che tra le 5 Regioni individuate dal ministero della Salute e' la prima, ndr) le altre siano il Veneto e l'Emilia Romagna". Lo ha detto il governatore dell'Abruzzo, Gianni Chiodi, lasciando la Conferenza delle Regioni. "E' una proposta ragionevole - ha aggiunto - in quanto queste Regioni coniugano un livello ottimo di qualita' a costi contenuti. Tra l'altro la Lombardia ha ritenuto di essere rappresentata dal Veneto". Le cinque Regioni benchmark individuate dal ministero della Salute sono: Umbria, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Marche. All'interno di questa cinquina, le Regioni devono individuarne una rosa di tre.

Soddisfazione anche dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha ricordato che "I costi standard sono nati nella Bicamerale per l'attuazione del federalismo, in cui abbiamo lavorato tantissimo, come un nuovo sistema per il riparto del fondo legato alla efficienza dei servizi. Regioni e Ministeri stanno portando avanti un lavoro che, secondo stime della Corte dei Conti, consentira' risparmi tra i 2 e i 3 miliardi di euro e che soprattutto dara' criteri e processi chiari ai fini della distribuzione delle risorse. Grazie a questa decisione possiamo andare avanti sul patto per la salute, che sara' un grande piano di riprogrammazione del Sistema sanitario nazionale. Da pochi giorni e' entrata in vigore nell'Unione Europea la direttiva sui servizi sanitari transfrontalieri e grazie alle risorse che deriveranno da questi risparmi potremo rendere il nostro sistema piu' efficiente e adatto a competere. Quando tutto il piano di riforma del Servizio sanitario sara' stato attuato nel suo complesso potremo finalmente avere in tutta Italia servizi omogenei nonostante le specificita' di ogni territorio"

Sul fronte delle Regioni e' Catiuscia Marini, presidente dell'Umbria, a commentare la decisione della Conferenza: "L'idea dei costi standard e' quella di un federalismo responsabile, che abbiamo sempre difeso. Si tratta di una responsabilizzazione delle Regioni nella governance della spesa sanitaria e di un contributo alla valorizzazione delle pratiche migliori che renderanno efficiente tutto il sistema. Non abbiamo mai interpretato questo lavoro come una graduatoria ma come una sfida che consentira' di invertire la cultura dei tagli lineari al fondo per la sanita'". 
   Infine Pier Paolo Baretta, Sottosegretario all'Economia, plaude all'individuazione delle Regioni benchmark: "Revisione della spesa, qualita' dei servizi e federalismo sono un blocco unico col quale si puo' dare un segnale forte di rinnovamento. I costi standard sono un punto di collegamento decisivo che consente di tenere insieme tutto questo. Non sono importanti solo per la sanita', ma anche come presupposto di un nuovo modo di intendere sia la spesa sia i rapporti tra lo Stato e le autonomie"

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