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Pubblicato il 04/07/2013 15:03

Legambiente chiede un Prg portuale alla Regione

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"individuare le vocazioni degli scali marittimi"

"La Regione Abruzzo rediga subito un piano regolatore generale della portualità e si faccia garante della costituzione di un soggetto coordinatore dei porti della nostra regione che sappia non solo veicolare i traffici, ma individuare le reali vocazioni degli scali marittimi abruzzesi per rilanciare l'economia, difendere e valorizzare il territorio, l'ambiente ed evitare lo sperpero di altro denaro pubblico". È l'appello lanciato da Legambiente a margine del convegno 'Logistica e Ambiente: il ruolo dei porti abruzzesi nel sistema adriatico e mediterraneo', svoltosi questa mattina al Palazzo D'Avalos di Vasto, alla presenza dei rappresentanti delle amministrazioni regionali e dei comuni coinvolti, dell'Autorità marittima e di esperti del settore. L' appuntamento di questa mattina è l ultimo previsto nel programma del tour abruzzese della Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente che salperà nel pomeriggio alla volta di Termoli. Un' occasione, quella promossa da Legambiente Abruzzo, per discutere di un piano integrato dei porti del territorio, coinvolgendo tutte le realtà istituzionali, economiche e produttive per avviare così un sistema di portualità regionale che sia sostenibile ambientalmente ed economicamente, moderno, duraturo e soprattutto - dice Legambiente - sappia coniugare la pianificazione portuale con quella delle città. Creare, insomma, un sistema che possa legare le esigenze di manutenzione e dragaggio in un piano di costi e infrastrutture complessivo che rilanci le rotte dell'Adriatico e del Mediterraneo. "La Regione Abruzzo continua a non avere una visione complessiva della gestione dei porti e questa carenza di una quadro d'insieme non è più tollerabile se si vuole realmente rilanciare l'economia marittima abruzzese nell'interesse generale e nella tutela dell'ambiente", dichiara Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo. "Modernizzare un Paese - prosegue - non significa solo costruire infrastrutture, che rischiano di trasformarsi in cattedrali nel deserto, ma intercettare e comprendere la vocalizzazione dei singoli territori, settorializzando i porti esistenti e valorizzando le realtà produttive locali". Per l'esponente ambientalista "l'attuale frammentazione deve essere superata e per fare questo è necessario che la Regione, insieme agli attori che Legambiente questa mattina ha riunito intorno al tavolo della discussione, si faccia garante del coordinamento degli scali marittimi abruzzesi, promuovendo un piano regionale che sappia veicolare i traffici e interagisca con la stessa pianificazione urbanistica delle citta'"

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