«Per la Macroregione Adriatico-Ionica è il momento decisivo. Si è tenuta ad Atene la conferenza dei Paesi interessati, alla quale hanno partecipato oltre 500 rappresentanti di Regioni ed enti locali. In questi anni l'Abruzzo non si è distinto per presenza e contenuti: chiediamo alla Regione ed al presidente Chiodi con quali idee e proposte il nostro territorio ha partecipato al cruciale vertice di Atene, conclusosi ormai il 7 febbraio ma del cui esito in Abruzzo non sappiamo ancora nulla». Lo afferma Bruno Santori, presidente regionale di Confesercenti Abruzzo. «La tempistica è ormai stringente - sottolinea Santori - tanto che ad Atene è stata sottoscritta la Dichiarazione di impegno a seguire il percorso verso la macroregione europea (Eusair): da Atene parte il percorso che porterà la Commissione europea a presentare il pacchetto al Consiglio affari generali del 24 giugno. Dunque, per le piccole e medie imprese abruzzesi è cruciale sapere quali integrazioni, proposte operative, emendamenti la Regione ha presentato». La Confesercenti abruzzese, assieme alle Confesercenti di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Molise e Puglia, ha presentato un documento congiunto inviato anche alle rispettive giunte regionali, nel quale viene chiesto di migliorare e ottimizzare «tutte le azioni legate all'accessibilità internazionale, ma anche nazionale e locale dell'area, sia attraverso l'aumento di collegamenti aerei internazionali, sia implementando una politica di trasporti che privilegi il miglioramento delle linee ferroviarie legate alle tratte nazionali ed europee dell'area adriatica di riferimento, oltre che il miglioramento del sistema dei porti. Oltre alle infrastrutture reali vanno finanziate come prioritarie anche le infrastrutture o "strade digitali", la banda larga e ultralarga, anche per superare un ritardo che costa caro in termini di competitività».
«Le nostre imprese del settore turistico - sottolinea il direttore di Confesercenti Enzo Giammarino - stanno sperimentando forme di aggregazione attraverso reti snelle, poco burocratizzate e a bassi costi di gestione, che fanno leva, a seconda delle Regioni, su cultura, paesaggio, parchi, spiritualità, negozi storici, enogastronomia di qualità. Tali aggregazioni vanno sostenute nella loro unicità. A questi si aggiungono poi i progetti trasversali ai cluster, che puntano a potenziare target tradizionali o ad attrarne di nuovi: anche in questo caso, occorre sostenere i progetti che aggregano gli operatori e li mettono in rete con altri soggetti pubblici e privati». Infine «va fatta una attenta riflessione sui punti di accoglienza turistica: la peculiarità delle nostre piccole imprese li rende a breve medio termine le candidate ideali per offrire una prima rete di informazione e accoglienza diffusa e qualificata grazie alla conoscenza delle lingue, all'utilizzo di sistemi informatici dedicati (anche attraverso totem visibili dai turisti), ma anche fortemente competente in termini di conoscenza del territorio e della sua offerta di opportunità».
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