"E' una questione ideologica: un sindaco che guadagna 2300 euro al mese non puo' riprendere un dirigente che commette un errore, nonostante quest'ultimo arrivi a guadagnare anche tre volte tanto. La politica da' indicazioni, ma i dirigenti hanno la responsabilita' della decisione. Mi aspetto in questa battaglia la solidarieta' degli altri sindaci italiani. Prendo atto che i dirigenti sono intoccabili, a questo punto tanto vale che ce ne andiamo a casa, si nomina un commissario unico attorniato da un Cda fatto da dirigenti": Massimo Cialente, sindaco dell'Aquila, non usa mezzi termini per commentare la sentenza con cui il Giudice del lavoro dell'Aquila ha condannato il Comune a una multa di duemila euro annullando un provvedimento disciplinare a carico della dirigente Paola Giuliani, accusata di non aver portato bottigliette d'acqua in aula durante una seduta di Consiglio comunale.
"Quello dell'acqua e' un episodio che dimostra vessazione e cattiveria fatto solo per darmi fastidio, visto che il Comune non si e' presentato neppure in giudizio, che si inserisce in un contesto piu' ampio del mobbing. Non e' una mia sensazione, ma una sentenza. Nello specifico non avevo responsabilita' nella vicenda perche' in consiglio comunale la competenza e' del segretario generale e del suo vice": a parlare e' la stessa Paola Giuliani che presento' ricorso contro il provvedimento disciplinare del 2012, a pochi anni dal terremoto che devasto' L'Aquila. Contestualmente Paola Giuliani ha vinto un'altra causa, intentata in precedenza per mobbing: in questo caso il Tribunale ha disposto che il Comune risarcisca un danno di 10 mila euro. Giuliani fa sapere di non aver mai avuto come obiettivo il risarcimento danni, ma il riconoscimento di essere vittima di comportamenti non corretti. "E' una vicenda che fa un danno di immagine gravissimo al Comune - afferma il sindaco Cialente -. Ho avviato un'indagine interna per verificare perche' l'amministrazione non si e' presentata in giudizio, probabilmente c'e' stato un problema tra l'ufficio del personale e l'avvocatura. Dovrei prendere provvedimenti nei confronti di chi ha sbagliato, ma ora con questo verdetto devo riflettere. Il problema non e' la bottiglietta d'acqua, ma l'organizzazione del Consiglio comunale che, negli anni successivi al terremoto del 2009, mentre noi andavamo in giro, lasciava a desiderare. E' chiaro, comunque, che il rapporto con questa dirigente, che non e' nuova a cause contro il Comune, si e' incrinato. Vedro' con gli avvocati cosa si puo' fare".
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