Si chiama "Montesilvano che vogliamo" la lista che, a Montesilvano, candida sindaco Attilio Di Mattia, l'ex sindaco Pd della citta' adriatica mandato a casa da tredici consiglieri che si sono dimessi contestualmente davanti al notaio, facendo commissariare il Comune. Oggi Di Mattia e' uscito allo scoperto accusando apertamente il Pd locale, considerato che il partito non ha voluto ricandidarlo.
Di Mattia ne ha denunciato la spaccatura interna, facendo notare che dalla sua parte ci sono il vice segretario del Pd di Montesilvano Enrico di Tillio e Alessio Piscella, della segreteria provinciale. Inoltre ha sottolineato di essere appoggiato da Sel, "che ha rinunciato al simbolo", e di avere a fianco Giovina D'Ortenzio, del Popolo di Montesilvano. "In vista del voto ho fatto un passo indietro per unire il centrosinistra - ha commentato - e invece il centrosinistra si ritrova spaccato, vive una situazione tragica, non ha ancora un suo candidato sindaco ufficiale, e quello ipotizzato ha fatto un passo indietro. Nel Pd locale trionfano le faide e le risse, non hanno un progetto politico e l'unico che c'era, il mio, lo hanno affossato mandandomi a casa".
Di Mattia si diceva "sicuro di avere il popolo alleato, ma mi hanno messo i bastoni tra le ruote e se prima questi poteri agivano sui consiglieri comunali della mia maggioranza, ingerendo sulla loro azione, adesso cercano direttamente di entrare in consiglio comunale candidandosi direttamente. Chi vuole tornare al passato con le vecchie logiche del centrosinistra non stara' con me mentre io voglio continuare a chiudere con il passato. Guardando con il senno di poi quello che mi e' accaduto in Comune, ritengo che una parte della maggioranza, il Pd, abbia sempre remato contro di me. Ai cittadini, a quelli che votano il Pd di Renzi e sono per il cambiamento, chiedo di vedere in me il candidato sindaco perche' sono lontano da queste logiche".
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