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Pubblicato il 25/10/2014 16:04

No alle trivelle, convegno a Pescara

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Un convegno per ribadire le scelte degli abruzzesi per il proprio futuro, scelte che sono di segno opposto verso quella deriva petrolifera che il decreto cosiddetto "sblocca Italia" vorrebbe imporre al territorio. Legambiente, Greenpeace e WWF, insieme all' Assessorato all'Ambiente della Regione Abruzzo, hanno chiamato a raccolta gli amministratori locali, le forze produttive, le associazioni di categoria, i deputati e i senatori eletti in Abruzzo per ribadire e per far conoscere a tutti le ragioni degli abruzzesi, i tanti "si'" (dell'agricoltura di qualita', del turismo verde, della pesca responsabile, delle industrie rispettose dell' ambiente… ) che spiegano e richiedono con forza un deciso "no" alla minacciata deriva petrolifera dell'Italia e dell'Abruzzo in particolare. L'appuntamento e' fissato per lunedi' 27 ottobre alle ore 10.00 nella sala dei Marmi della Provincia di Pescara dove l'assessore all'Ambiente, Mario Mazzocca, esponenti nazionali delle tre associazioni ambientaliste e tantissimi protagonisti del territorio illustreranno il proprio punto di vista. Sono stati invitati a partecipare i sindaci della costa, tutti gli assessori e i consiglieri regionali, rappresentanti delle associazioni di categoria e produttive, la Chiesa e i parlamentari eletti nella regione. "Il nostro obiettivo - spiega Mazzocca - e' mettere in campo tutte le azioni utili a tutelare il patrimonio ambientale della nostra regione. Come sul metanodotto della Snam, come su Ombrina, Elsa 2 o la stessa Bussi, abbiamo sempre agito, e intendiamo continuare a farlo, per difendere il nostro territorio e fare della sostenibilita' ambientale il perno della nostra azione politica e amministrativa. E in questa ampia strategia intendiamo lavorare con le associazioni, le istituzioni, pe parti sociali e tutti coloro che hanno a cuore la salvaguardia del territorio, consapevoli che si tratta di un patrimonio di grandissimo valore. Non possiamo consentire derive petrolifere che avrebbero ripercussioni gravissime e modificherebbero irrimediabilmente il volto dell'Abruzzo e le sue piu' autentiche e preziose vocazioni"

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