''A livello regionale pensano che stiamo alzando troppo i toni'? Possono pensarla come vogliono, noi stiamo con i nostri concittadini e ne condividiamo l'angustia e la sofferenza e facciamo la nostra protesta a partire dalle bandiere''. Cosi' la senatrice Pd, Stefania Pezzopane, stamane in conferenza stampa, evidenziano il gap che esiste tra Pd Abruzzo e Pd L'Aquila sul modo di concepire la mobilitazione per risorse ricostruzione. A livello parlamentare, la Pezzopane presentera' un emendamento ''per altri 1,8 miliardi da trovare con le accise e anche fondi di bilancio, quando dal 2015 il ministero per la Coesione territoriale tornera' a ricevere gli ex fondi Fas''. ''Abbiamo manifestato contro il governo Berlusconi, contro il governo Monti e siamo pronti a farlo anche contro il governo Letta - ha annunciato la senatrice - Il fatto che il Pd ne sia parte decisiva non ci fa tentennare, saremo ancora piu' determinati''. Intanto, ''sostituiremo le bandiere del Pd con quelle neroverdi, non per sfoggio di simbolismo e retorica; prima dell'appartenenza al partito viene quella alla città''.
La Pezzopane ha assicurato infine che ''inviteremo i quattro candidati alle primarie a parlare dell'Aquila oltre che dei temi nazionali''.
"I 600 milioni di euro in piu' annunciati dal sottosegretario Legnini sono solo una spalmatura di soldi da ora al 2019. Rispetto al cronoprogramma per far rivivere la citta' prima che sia abbandonata, che finiva nel 2022, con questi ritmi la ricostruzione terminera' nel 2035, una data non compatibile con la vita della nostra comunita'". Cosi' il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, in una conferenza stampa in cui il Pd aquilano ha accusato il Pd regionale e quello nazionale di non impegnarsi abbastanza per la causa legata ai fondi per la ricostruzione dell'Aquila, che sono terminati. Oltre al sottosegretario Legnini, Cialente critica le iniziative del centrodestra comunale e regionale: "E' grave che figure istituzionali affrontino il loro ruolo come di parte. Sono come i bambini che giocano a calcio, vanno tutti dietro al pallone!". "Domani - ha concluso il sindaco - pubblicheremo il sesto e ultimo elenco di contribuiti per la ricostruzione, poi si chiuderanno le porte, sara' sospesa l'erogazione per mancanza di fondi. Oggi ci sono tantissime famiglie aquilane che hanno progetti approvati, ma non possono ricostruire"
Il Pd dell'Aquila sul piede di guerra contro il partito a livello regionale e nazionale e quindi contro il governo Letta: argomento, l'insufficienza dei fondi per la ricostruzione della citta' devastata dal sisma nel 2009 che, come sottolineato in una conferenza stampa, "sono finiti. Domani pubblichiamo l'ultimo elenco di contributi, poi i cittadini resteranno a bocca asciutta". La protesta per ora e' simbolica, con la sostituzione delle bandiere del partito nella sede e nei comitati cittadini con quelle neroverdi - i colori della citta' - e con un'assemblea convocata per lunedi' alle 17. Ma c'e' aria di mobilitazione. Contestato anche l'annuncio dei 600 milioni di euro in piu' per i prossimi tre anni - che si aggiungono al miliardo 200 milioni gia' stanziato - dato ieri dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l'abruzzese Giovanni Legnini, con il quale c'e' frizione. "Il totale e' lontanissimo da quello che ci serve e per la ricostruzione pubblica non c'e' un euro" ha detto l'ex parlamentare Giovanni Lolli, che nei mesi scorsi aveva chiesto a Legnini di dimettersi da deputato per subentrare al suo posto alla Camera. Lolli invita alla mobilitazione: "Qualunque cosa l'abbiamo ottenuta solo dalla protesta. Senza il casino del sindaco Cialente, la fascia da sindaco tolta e le bandiere tricolori ammainate - ha ricordato Lolli - quel miliardo e 200 milioni non sarebbe mai arrivato e anche questi ultimi 600 milioni sono arrivati solo perche' facciamo casino". "Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di inserire il nostro problema nella loro piattaforma nazionale. Il giorno dello sciopero mi auguro che questa citta' si fermi. Mi aspetto che Pdl e Udc dell'Aquila abbiano lo stesso nostro comportamento di protesta" ha detto ancora Lolli.
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