"La deroga per il punto nascita di Sulmona si basava nel 2012 e dovra' basarsi nel 2015 sulle condizioni orografiche a carattere montano del bacino d'utenza, sulle distanze e sui relativi tempi di percorrenza, come consentito dall'Accordo Stato - Regioni del 2010 ed attuato in altre realta' come per esempio Toscana e Friuli Venezia Giulia". Lo afferma il portavoce del comitato "Pro Punto nascita di Sulmona, Luigi La Civita, in risposta alle dichiarazioni dell'assessore regionale circa su una chiusura basata sul decremento a base annua del dato di natalita'. "Il dato annuo non e' rappresentativo della varianza statistica che invece assume valore di riferimento su fasce temporali almeno triennali" prosegue La Civita. "Per quanto poi attiene alla sicurezza tanto pretesa, come se fosse assente nel presidio di Sulmona, si ricorda all'Assessore Paolucci che la relazione del dicembre 2014 del Comitato per la Riorganizzazione dei Percorso Nascita e' mancante del dato dei decessi espresso in termini percentuali, che e' poi l'unico adeguato a fornire l'indice di rischio rispetto al modello preteso".
La Civita si augura quindi, che il Comitato Percorso Nascite Regionale, convocato per martedi' prossimo a Pescara, "possa finalmente tornare a lavorare con la dovuta serenita' al fine di riequilibrare la riorganizzazione dei punti nascita tenendo a riferimento le esigenze di un bacino d'utenza del Centro Abruzzo che ha la capacita' di sviluppo, se adeguatamente potenziato, fino ad oltre 800 parti". "Ci auguriamo - conclude il portavoce del Comitato - che la montagna non partorisca il topolino e che quindi martedi' il Comitato Percorso Nascite non si limiti ad un mero slittamento della data di chiusura per Sulmona ma, come promesso dal Presidente Luciano D'Alfonso, abbia la forza di rivedere le ragioni del Centro Abruzzo, affermando la sopravvivenza del Punto Nascita del SS.Annunziata"
Dieci parti in cinque giorni nel punto nascita di Sulmona secondo il Tribunale per i diritti del Malato. "Siamo andati a controllare le registrazioni al reparto e abbiamo trovato questa bella sorpresa" dice il responsabile regionale del Tribunale Edoardo Facchini. "E questo nonostante ci siano problemi organizzativi, di personale e di sicurezza. La responsabilita' della situazione in cui versa il reparto e' di chi non e' intervenuto prima, altrimenti non staremo qui a combattere questa battaglia". "Noi ci auguriamo che le cose cambino, ma il problema e' chiaramente politico e mi auguro che chi lo deve fare, si metta una mano sulla coscienza e torni indietro da una decisione assurda che penalizza tutto l'Abruzzo interno"
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