gestionale telefonia Gestionale Telefonia
HOME » POLITICA » RAFFAELE BONANNI: NON MI CANDIDO, RESTO NEL SINDACATO
Pubblicato il 14/12/2012 22:10

Raffaele Bonanni: Non mi candido, resto nel sindacato

cisl, vasto, decreto, bonanni, sviluppo

A Vasto il segretario della Cisl: "Decreto sviluppo piegato ad esigenze elettorali"

 Ai moderati che lo invocano in Parlamento e forse anche alle elezioni regionali in Abruzzo del prossimo anno, il segretario nazionale della Cisl taglia corto: 'No, Bonanni resta alla Cisl, l'ho promesso e quando faccio una promessa la mantengo'.
Lo ha detto a Vasto nel corso degli stati generali d'Abruzzo e Molise in vista della riunificazione in un unico soggetto della sigla sindacale. E a chi gli chiede se il premier Monti si deve candidare risponde: 'Lo chiedono tutti, ci sara' una ragione. Credo che sia buona cosa'. E parlando dello scenario da 'brividi' per le industrie del chietino il segretario della Cisl ha indicato la strada: 'In questo territorio dobbiamo voltare pagina e per farlo dobbiamo aprire le porte di una stagione nuova fatta non di recriminazioni ma di impegno che veda l'impegno di tutti, lavoratori e aziende. La prima preoccupazione del sindacalista Bonanni e' quella di garantire il lavoro e lo fara' continuando la sua azione nella Cisl perche' quando manca 'viene mortificata la persona umana nel suo profondo, un danno gravissimo non solo per le famiglie ma per tutta la societa''. 

"I partiti hanno voluto piegare il decreto sviluppo alle loro esigenze elettorali, piu' che stare attenti a pensionati e lavoratori". E' quanto dichiara il segretario nazionale della Cisl, Raffaele Bonanni, a Vasto per un incontro con i delegati di Abruzzo e Molise, in merito all'approvazione del decreto sviluppo ieri alla Camera. "Hanno voluto dare attenzione anche ad altri, nonostante lavoratori e pensionati siano quelli che pagano di piu' le tasse", ha aggiunto il segretario.

 "Un Paese con un simile debito pubblico non ha futuro", ha proseguito, commentando il nuovo record del debito pubblico italiano che ha sfondato quota 2.000 miliardi di euro. "Ecco perche' - ha spiegato - io sono preoccupato che si ritorni ai climi in cui i politici con i soldi degli altri fanno le loro fortune".

© Riproduzione riservata

Condividi:

Articoli Correlati



Utenti connessi: 1