Il consigliere regionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, contesta il possibile aumento di dirigenti della Regione Abruzzo. "Cio' - spiega - e' previsto da un emendamento pipartisan Pd-Pdl depositato in vista della seduta di domani del Consiglio regionale". Il provvedimento, sempre secondo Acerbo, porta la firma di D'Amico e Ricciuti. Stando al provvedimento 'fino all'espletamento dei concorsi pubblici per l'accesso alla qualifica dirigenziale e comunque per non oltre due anni, l'Amministrazione regionale, gli enti, le aziende e le agenzie regionali, in assenza di figure dirigenziali, possono attribuire le funzioni (..) a dipendenti della categoria D in possesso del diploma di laurea anche di primo livello. Al dipendente incaricato spetta, per la durata dell'incarico, il trattamento accessorio del personale con qualifica dirigenziale'. Insomma - commenta Acerbo - basta la laurea triennale per andare a ricoprire l'incarico di dirigente alla Regione Abruzzo.La Regione Abruzzo ha una media di 1 dirigente ogni 10/15 dipendenti e francamente non si capisce la necessita' di riaprire la possibilita' di moltiplicare incarichi. Per fare un esempio l'Inps a Pescara ha un dirigente per 160 dipendenti. Il risultato - commenta infine Acerbo - e' che a pagare debbano essere i cittadini e gli stessi dipendenti regionali dei livelli piu' bassi il cui trattamento economico non e' certo esaltante"
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