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Pubblicato il 11/10/2012 15:03

Taglio delle Province, dibattito infuocato

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Video intervista a Venturoni e Rabbuffo. Il Pd lancia la provincia unica

Non si placano le polemiche intorno alle proposte per il riordino delle province imposto all'Abruzzo dalla Spending review del governo Monti.  Dal canto suo il capogruppo del Pdl Lanfranco Venturoni ribadisce la sua opinione, per un taglio completo del livello intermedio delle Province. 

 'Pescara sara' difesa dalle sue Istituzioni, e saranno difesi il suo ruolo, la sua storia, e la sua vocazione, perche' oggi la citta' rappresenta inequivocabilmente il motore economico dell'Abruzzo'. Lo dice il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, che invita le Istituzioni ad abbassare i toni di 'una polemica che non ha ragion d'essere'.
'Difenderemo Pescara in tutte le sedi in cui sara' necessario - ha spiegato Mascia a chiusura della cerimonia di conferimento del Ciatte' d'Oro e del Delfino d'Oro -, come gia' abbiamo fatto dinanzi al Cal, e con Pescara difenderemo, in realta', il futuro dell'Abruzzo'.
La necessita' di rispettare la scelta del Cal - con l'accorpamento da 4 a 2 delle Province abruzzesi - e' stata ribadita anche dal consigliere regionale Lorenzo Sospiri che spiega: 'A voler ribaltare quella decisione non e' il sottoscritto ma, eventualmente, il presidente della Regione Chiodi, il quale ha manifestato la volonta' di sottoporre al Consiglio regionale due ipotesi diverse: la costituzione della Provincia unica o, in alternativa, salvare tre Province su quattro di quelle esistenti, relegando Pescara al ruolo di Citta' Metropolitana'. 'Una scelta - quest'ultima - alla quale mi opporro' in maniera categorica o, a fronte della Provincia unica, il capoluogo di provincia avra' sede, inevitabilmente, a Pescara, la citta' piu' popolosa come prevede la legge'

"Per Pescara capoluogo...solo 'sospiri'. E' quanto si legge in una nota dell'assessore alla Viabilita' della Provincia dell'Aquila e Consigliere comunale, Guido Quintino Liris, che chiede al Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, di "non cedere ai ricatti di un campanilismo pescarese che non risponde alle esigenze dell'intero territorio". "Le neanche tanto velate minacce del consigliere regionale Lorenzo Sospiri rivolte al Presidente Chiodi e la sua giunta, circa il riordino delle province - rileva Liris - possono costituire un precedente pericoloso per la tenuta della maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale, nonche' rischiano di accendere tensioni importanti tra territori della stessa regione. Tornare sulla decisione del Consiglio delle Autonomie Locali vuol dire tenere conto di un parere frutto di molteplici incontri con i sindaci, le parti sociali e i capigruppo regionali. Ignorare la votazione del CAL, equivale ad ignorare i confronti con i protagonisti del territorio per dare importanza ad interessi di bottega. Per non scendere in campanilismi e fare le giuste considerazioni, abbiamo la responsabilita' di ripartire dalle certezze e l'unica sicurezza, indiscutibile e determinata per legge, e' che il capoluogo di provincia e' L'Aquila. Chieti e Teramo - prosegue Liris - devono fare un fronte comune con L'Aquila, per fare corpo rispetto al tentativo di appropriazione indebita di un ruolo regionale da parte della citta' di Pescara a discapito delle altre realta' della Regione".

"Le Province cosi' come sono state ridisegnate dai recenti provvedimenti del Governo non sono piu' delle istituzioni elettive e di governo del territorio, ma al contrario assomigliano sempre piu' a delle Aziende a cui affidare la gestione di alcuni servizi pubblici". E' da questa considerazione che nasce la proposta dei consiglieri regionali D'Amico, Ruffini e Di Pangrazio di scegliere per l'Abruzzo l'ipotesi della Provincia unica. "Senza competenze (alle Province restano solo la viabilita' e l'edilizia scolastica), senza rappresentanza elettiva e senza legittimazione popolare, le nuove Province in Abruzzo, come nel resto dell'Italia, sono una scatola vuota a cui i cittadini hanno chiaramente risposto 'no'. "Riteniamo che la nostra posizione" spiegano i consiglieri del Pd "non debba essere motivo di esasperazione dei toni per una materia cosi' modesta. Crediamo che sia invece importante aprire una cabina di regia regionale che dialoghi con il Governo affinche' sui territori non venga meno la stessa presenza dello Stato, ovvero che si garantiscano a tutti i territori i servizi pubblici. Su questi argomenti vogliamo basare la nostra discussione". "La provincia unica" aggiungono "e' per noi un momento di transizione necessario affinche' si arrivi alla soppressione di tutte le province. Ed in questa fase la provincia unica e' la soluzione che garantisce all'Abruzzo minori costi di gestione e minori divisioni sui territori. Sulle posizioni del PD regionale riteniamo che la discussione sulla riorganizzazione delle Province non possa considerarsi conclusa anche perche' sono emerse posizioni diverse espresse soprattutto dai territori e dai sindaci e a tutt'oggi nessuna decisione e' stata presa". "Dunque - concludono i consiglieri - se la legislazione attuale emanata dalla Stato prevede che il Capoluogo di Regione resti anche Capoluogo di provincia, tutto induce, e noi siamo orientati a sostenere un percorso in tal senso, a ritenere che se il Capoluogo di Regione e della residuale provincia e' la citta' dell'Aquila , nel parere che il Consiglio regionale esprimera', si possa gia' chiedere al Governo nazionale il riconoscimento della funzione economica e sociale che il territorio nell'area urbana di Pescara e Chieti rivestono nell'intero assetto regionale, istituendo quindi l'autorita' istituzionale di area metropolitana". 

Per il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, la discussione che si e' aperta in Abruzzo sul riordino delle Province e' "tragicomica".  Intervenendo su Facebook il segretario del Pd fa notare, tra l'altro, che il suo partito e' diviso sulla vicenda. "Qualche consigliere regionale del Pd - fa notare Paolucci - si diverte a spaccare il Pd sulle Province" e mentre cio' accade "il ministro Passera conferma il ricorso al credito d'imposta per il finanziamento della Fano-Grosseto" il che vuol dire che "l'Abruzzo e' semplicemente tagliato fuori, quindi dopo il ferro via la gomma". Questo avviene "mentre qualcuno pensa a parcellizzare l'Abruzzo". Le colpe? Per Paolucci sono di "Chiodi e un inguardabile Pdl in testa".

'Nonostante la proposta di riordinare le 4 province accorpandole nelle due province di l'Aquila-Teramo e di Chieti-Pescara sia il risultato di un prezioso lavoro di mediazione svoltosi nell'ambito del Cal, la soluzione di una provincia unica appare soluzione ancora piu' lungimirante e coerente con l'indirizzo di superamento dello stesso ente provinciale, ormai quasi unanimemente condiviso e prefigurato da tutte le forze politiche'. Lo rileva il Capogruppo dell'Api in Consiglio Regionale d'Abruzzo, Luigi Milano che precisa: 'Se infatti il parere espresso dal Consiglio delle Autonomie Locali di una bipartizione della Regione in due macroprovince, rispetto ad altre versioni, ha il pregio di tenere maggiormente conto della geografia dell'Abruzzo, offrendo diversi spunti utili per il ridisegno armonico delle nuove articolazioni territoriali, cionondimeno esso presenta alcune criticita' che non tarderebbero ad affiorare in una fase di riposizionamento delle istituzioni afferenti all'ente provinciale e, a lungo termine, di contenimento della spesa.
Un riassetto complessivo della regione Abruzzo piu' moderno e funzionale esige un nuovo ordine nei rapporti tra i poteri istituzionali e i centri amministrativi che gestiscono il territorio, anche in vista di un collegamento al contesto comunitario e internazionale'.
Secondo Milano, 'La previsione di un'unica provincia regionale valorizzerebbe altresi' i comprensioni territoriali per aree omogenee intorno ai centri urbani piu' popolosi e rappresentativi, che andrebbero collegati in rete a quelli minori per garantire una migliore erogazione dei servizi ai cittadini'.

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