I tempi dei pagamenti delle aziende del settore dei dispositivi medici sono migliorati ma ancora "lontani anni luce dai principali paesi europei". Da ottobre 2011 a settembre 2013, su scala nazionale, si e' passati 304 giorni a 256. Secondo i dati del Centro studi di Assobiomedica, attualmente si va dai 73 della Valle D'Aosta ai 970 della Calabria, regione che resta al fondo della classifica italiana. Grande l'impegno della Campania che, grazie anche ad un protocollo di intesa siglato con la Regione, in due anni ha ridotto i tempi di 247 giorni, passando da 802 a 555. Bene anche la Puglia, passata da 328 di ottobre 2011 a 278 del settembre 2013, con un recupero di 50 giorni e l'Abruzzo passato da 207 a 171, 36 giorni in meno. Ben lungi pero' dal ritardo massimo di 2 mesi previsto dalla normativa europea. Dopo un lieve peggioramento iniziale, il 2013 ha visto gli effetti del dl 35, o decreto debiti Pubblica Amministrazione, che stanziava, per il 2013, 5 miliardi di euro di cui 600 milioni da destinare al saldo delle fatture dei dispositivi medici. Ma di questi fondi fino a settembre 2013 solo 400 milioni sono stati utilizzati. Si distinguono per solerzia Emilia Romagna, Toscana e Puglia che hanno impiegato tutti i fondi previsti. Al contrario, Lazio Molise e Calabria, le peggiori pagatrici a livello assoluto, hanno ricevuto i soldi ma non hanno stanziato nulla. C'e' poi il caso limite di Sicilia e Sardegna che, pur avendo diritto a una quota nella ripartizione, non hanno ricevuto nulla perche' non hanno presentato in modo adeguato la documentazione. Venendo alle singole strutture: le peggiori pagatrici del 2013 sono AO Materdomini di Catanzaro (1317 giorni) e AO San Sebastiano di Caserta (1214 giorni), ASP di Cosenza (1203 giorni). Le migliori sono tutte in Friuli: Asl 6 Friuli occidentale (19 giorni), Asl 1 Triestina (49 giorni), Asl 4 del Medio Friuli (54 giorni).
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 2
Condividi: