Buone notizie per l'Abruzzo dall'Europa. Da Bruxelles è infatti arrivato un primo via libera al riconoscimento di status di regione in "transizione", titolo che varrebbe 1 miliardo di euro di risorse da dividersi con Molise e Sardegna. Si attende ancora il via libera definitivo, ma le anticipazioni fornite dal ministro Moavero, che ha parlato di un incremento complessivo dei fondi a disposizione, fa ben sperare. Si tratterebbe di una enorme boccata di ossigeno per le casse della Regione che potrebbe pertanto attingere ai fondi europei per completare alcuni dei progetti ritenuti strategici.
'In un contesto europeo dove i fondi totali per la coesione sono stati ridotti in termini reali dell'8%, l'Italia è riuscita ad assicurarsi un pur lieve incremento: dai 29,4 miliardi di euro del 2007-2013 a circa 29,6 da impiegare dal 2014 a 2020'. Ad affermarlo e' il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, che sottolinea: 'Per questo, con il premier Monti e il ministro Moavero, pur dando un giudizio insoddisfacente sull'esito dell'accordo politico lo abbiamo dato decisamente positivo su questo versante'.
Il risultato - si tratta di una stima ancora provvisoria delle risorse finanziarie che spetterebbero all'Italia in caso di conferma dell'accordo politico raggiunto dal Consiglio Ue in merito al Bilancio europeo 2014-2020 - è stato conseguito grazie al recupero di 2,3 miliardi di euro ottenuto rispetto alla proposta del presidente del Consiglio europeo del 13 novembre scorso per le 5 regioni meno sviluppate: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Ció ha portato l'importo complessivo per quest'area a 20,5 miliardi di euro. Mezzo miliardo dell'incremento negoziato è destinato alle aree interne di queste regioni.
Questo risultato per il Sud - rende noto il ministero per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca - è stato conseguito mantenendo il miglioramento nelle Regioni del Centro Nord del paese dove si conferma il forte incremento (circa 40%) delle risorse destinate alle Regioni piú sviluppate, che riceveranno circa 7 miliardi, e l'incremento (circa 15%) delle risorse per la cooperazione territoriale (con aree transfrontaliere o con altre Regioni).
'L'incremento di fondi a favore dell'Italia e' decisamente positivo non solo perche' rende meno oneroso per il Paese il concorso al finanziamento dell'Ue ma avviene con un trasferimento significativo di risorse a favore dello sviluppo', aggiunge Barca.
Il ministro sottolinea inoltre come, nell'ottenere questi risultati, 'la risoluta negoziazione condotta dall'Italia si è potuta far forte del notevole miglioramento nell'utilizzo dei fondi comunitari conseguito a partire dall'ottobre 2011 dalle Regioni e dalle Amministrazioni centrali, soprattutto nel Sud dove grave era il ritardo'.
'In questi mesi abbiamo segnato una traccia - ragiona Barca - e, anche se la strada e' in salita, sulle basi poste puó avviarsi, con l'impegno di tutte le parti istituzionali, economiche e sociali, il lavoro per la programmazione dei fondi. E' necessario trasformare al piu' presto il Dipartimento in Agenzia, ma il metodo e' stato segnato, e non si andra' indietro'. Al successore, il ministro suggerisce che si tratta di mettere in atto la radicale svolta nell'uso dei fondi a partire dalle sette innovazioni metodologiche e dagli indirizzi strategici contenuti nel documento "Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020", 'puntando, in sintesi, sui risultati per i cittadini, non solo sulla spesa, e sull'ingegnerizzazione del processo decisionale'.
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