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Pubblicato il 21/10/2013 19:07

Blitz dei Ros, 71 arresti per stroncare un traffico di droga

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Sequestrati oltre due quintali di eroina proveniente dall'Afghanistan e 5 quintali di marijuana

Blitz del Ros dei Carabinieri che ha condotto l'arresto di 71 persone nell'ambito dell'operazione denominata "ellenika" volta a stroncare un traffico di droga proveniente da Albania, Bosnia e Kosovo verso l'Italia. Sequestrati oltre due quintali di eroina proveniente dall'Afghanistan e 5 quintali di marijuana. L'operazione ha consentito di stroncare una struttura transnazionale fra Italia, Albania, Bosnia e Kosovo, responsabile del traffico di centinaia di chili di eroina e marijuana. I provvedimenti restrittivi sono stati disposti dalla procura distrettuale antimafia dell'Aquila per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Le indagini sono state sviluppate nell'ambito di un progetto europeo di contrasto alla criminalita' balcanica, con il supporto di Europol e della Dcsa, in stretta collaborazione con la polizia albanese, bosniaca, slovena, croata e kosovara. Sono stati sequestrati oltre 2 quintali di eroina afghana e 5 quintali di marijuana, destinati ad una articolata organizzazione radicata in Abruzzo, che commercializzava il narcotico sul mercato locale e su quelli marchigiano e pugliese.

Un'operazione antidroga internazionale cominciata nel marzo 2009 a seguito dell'arresto di un corriere italiano intercettato dai Carabinieri di Udine con mezzo chilogrammo di eroina e proseguita con l'uso anche di infiltrati e collaboratori di giustizia, in totale oltre 200 uomini coinvolti. Questo l'avvio dell'operazione "Ellenika", che ha portato questa mattina all'arresto di 71 persone stroncando un vasto traffico internazionale di stupefacenti, portato alla luce istituendo una sala operativa presso Europol per il coordinamento delle attivita' nei diversi Paesi interessati, anche con l'impiego di un ufficio mobile. Il sodalizio albanese era in grado di approvvigionarsi di eroina afgana direttamente dai fornitori turchi, introducendo poi il narcotico in diversi Paesi europei, oltre che in Italia, dove alcuni connazionali erano incaricati di supervisionare le periodiche spedizioni, assicurando il collegamento con esponenti di spicco di gruppi criminali locali, per la successiva commercializzazione sui ricchi mercati italiani; in particolare nell'area pescarese e' stato individuato il principale snodo per lo smercio dell'eroina introdotta sul territorio nazionale. Il procuratore distrettuale antimafia dell'Aquila, Fausto Cardella, e il sostituto procuratore Antonietta Picardi, al termine delle indagini eseguite dal raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei Carabinieri, hanno ottenuto dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Romano Gargarella le ordinanze di custodia cautelare.

I reati contestati a vario titolo sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione di armi da fuoco, che venivano utilizzate per imporre la supremazia nei confronti dei concorrenti, e di trasferimento fraudolento di beni. Le indagini hanno accertato l'operativita' di tre distinte associazioni criminali. Un gruppo fornitore facente capo ai narcotrafficanti Indrit Dokle e Izet Krasniqi, costituito principalmente da soggetti di nazionalita' albanese, articolato su due cellule, rispettivamente radicate in Albania, tra Durazzo e Tirana, e in Kosovo, a Prizren, con proiezioni in diverse citta' italiane, tra le quali Pescara, La Spezia, Milano, Bergamo, Padova, Udine, Asti, Mantova, Firenze, Roma, Ravenna, Imola, Bologna, Taranto, Bari e Lecce. Un secondo gruppo capeggiato da Adnan Ilijazagic che si occupava del trasferimento dei carichi di eroina e al reclutamento dei relativi corrieri, con basi in Bosnia, a Velika Kladusa, e con proiezioni in tutta Europa. Un terzo gruppo orbitante intorno alla famiglia del pescarese Enzo Gargivolo che gestiva ingenti flussi di eroina, attivo in Pescara e nelle province limitrofe 'Questa operazione mostra il carattere transnazionale della droga che attraversa piu' continenti. I grandi gruppi sono organizzati e hanno una proiezione internazionale. Decisiva e' stata la collaborazione tra le procure e il Ros nonche' l'utilizzo di infiltrati e sottocoperture'. Lo ha detto stamane il pm della Direzione nazionale antimafia Diana Di Martino nel corso della conferenza stampa, indetta dal Procuratore della Dda dell' Aquila Fausto Cardella e dal pm Atonietta Picardi per illustrare i risultati dell' operazione antidroga denominata 'Hellenika' che ha portato in carcere 71 persone tra Italia, Bosnia, Slovenia. 'L'aspetto piu' importante - ha aggiunto Di Martino - e' consistito nel mettere in collegamento tra loro e trovare il filo conduttore di episodi avvenuti in varie localita' apparentemente slegati tra loro, di qui la scoperta di organizzazioni a delinquere che si occupavano di approvvigionamento, trasporto e spaccio fino in Abruzzo'. La Picardi ha iinvece evidenziato come 'l'Abruzzo rappresenti il nodo nazionale di smercio dei vari flussi di eroina importati dai Balcani'. Nel corso della conferenza stampa e' emerso lo spessore criminale della famiglia Gargivolo di Pescara capace, nel corso di 8 anni, di importare e smerciare diverse centinaia di chilogrammi di eroina.

Tra i sequestri, 500 chilogrammi di marijuana e 200 di eroina e campionature di cocaina in vista di un allargamento del traffico. Una famiglia criminale operante gia' dal 2005 nel traffico di eroina e marijuana. Il magistrato ha evidenziato non soltanto l'importanza della cooperazione europea tra le varie forze di polizia ma anche l' utilizzo di carabinieri e collaboratori di giustizia sotto copertura che sono riusciti per cinque anni circa ad essere accettati nell' organizzazione criminale senza mai essere scoperti, riuscendo cosi' a far arrivare in Abruzzo grossi carichi di droga che poi venivano smistati in altre citta' italiane. Le citta' interessate nell' operazione antidroga sono Pescara, la Spezia, Milano, Bergamo, Padova, Udine, Asti, Mantova, Firenze, Roma, Ravenna, Imola, Bologna, Taranto, Bari, e Lecce. La maxi operazione dei carabinieri, denominata Ellenika, e' tuttora in corso in Italia, Albania, Bosnia e Kosovo. Contestualmente presso la Procura distrettuale antimafia dell'Aquila si e' tenuta la conferenza stampa nel corso della quale il procuratore capo, Fausto Cardella e il sostituto Antonietta Picardi, ne hanno illustrato i particolari. Le indagini, hanno spiegato gli investigatori, sono state sviluppate nell'ambito di un progetto europeo di contrasto alla criminalita' balcanica, con il supporto di Europol e della Dcsa, in stretta collaborazione con la polizia albanese, bosniaca, slovena, croata e kosovara. Gli oltre due quintali di eroina e i cinque quintali di marijuana sequestrati erano destinati ad una organizzazione radicata in Abruzzo, che commercializzava la droga sul mercato locale e su quelli delle Marche e della Puglia. L'Abruzzo, stando a quanto accertato, era ormai diventato un crocevia internazionale per il traffico e lo spaccio di droga.

L'inchiesta - si legge nella voluminosa ordinanza di custodia cautelare a firma del gip del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella - ha permesso di accertare l'esistenza di tre associazioni a delinquere dedite al narcotraffico di eroina su scala internazionale: un'organizzazione criminale dedita all'importazione ed alla vendita all'ingrosso di ingentissimi quantitativi di eroina, composta quasi esclusivamente da soggetti di nazionalita' albanese, avente base in Albania e Kosovo con referenti e cellule in diverse piazze italiane, un'organizzazione criminosa dedita al trasporto internazionale di eroina, avente base in Bosnia ed operante fino in Italia, una organizzazione criminosa dedita al traffico di ingenti quantitativi di eroina - e di altre sostanze stupefacenti - operante a Pescara e comuni limitrofi, gestito dal sodalizio crimonoso della famiglia Gargivolo. L'area pescarese, infatti, e' stata individuata quale principale snodo di smercio dell'eroina arrivata in Italia dove veniva gestita da Besnik Gostivari (referente per i fornitori albanesi) ed il gruppo Gargivolo, operante per la rivendita sul mercato locale. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e trasferimento fraudolento di beni. Gli arresti sono stati eseguiti in Abruzzo, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Sicilia nonche' in Albania e Kosovo grazie al supporto assicurato dal Servizio di cooperazione internazionale di polizia. Le indagini, avviate nel marzo 2009 a seguito dell'arresto di un corriere italiano intercettato dall'Arma di Udine con mezzo chilogrammo di eroina, sono state condotte dal Ros sotto la prima direzione della Procura distrettuale Antimafia di Trieste che ha individuato una ramificata struttura di matrice bosniaca- kosovara, dedita al traffico di ingenti quantitativi di eroina dall'Albania in Italia, tramite il Kosovo e la Bosnia. In tale fase di indagine si e' accertato la responsabilita' di questo primo gruppo criminale nell'importazione, attraverso la Bosnia, la Croazia e la Slovenia di circa 240 chilogrammi di eroina, destinata a diversi gruppi acquirenti, italiani e albanesi, radicati in Abruzzo, Lombardia, Emilia Romagna, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Liguria. L' attivita' investigativa ha consentito inoltre di accertare l'attivita' delle tre organizzazioni criminali facenti capo ai narcotrafficanti Dokle Indrit e Krasniqi Izet, costituite principalmente da soggetti di nazionalita' albanese. Tutto era articolato su due cellule, rispettivamente radicate in Albania, tra Durazzo e Tirana, ed in Kosovo, a Prizren, con proiezioni in diverse citta' italiane, tra le quali Pescara, La Spezia, Milano, Bergamo, Padova, Udine, Asti, Mantova, Firenze, Roma, Ravenna, Imola, Bologna, Taranto, Bari e Lecce; il gruppo capeggiato da Ilijazagic Adnan dedito al trasferimento dei carichi di eroina ed al reclutamento dei relativi corrieri, con basi in Bosnia, a Velika Kladusa, e con proiezioni in tutta Europa; quello orbitante intorno alla famiglia di Enzo Gargivolo che aveva ed ha - per gli inquirenti - la capacita' di gestire ingenti flussi di eroina, attivo a Pescara e nelle province limitrofe.

Il sodalizio albanese era in grado di approvvigionarsi di eroina afghana direttamente dai fornitori turchi, introducendo poi il narcotico in diversi Paesi europei, oltre che in Italia, dove alcuni connazionali erano incaricati di supervisionare alle periodiche spedizioni, assicurando il collegamento con esponenti di spicco di gruppi criminali locali, per la successiva commercializzazione sui ricchi mercati italiani; in particolare nella'area pescarese e' stato individuato il principale snodo per lo smercio dell'eroina introdotta sul territorio nazionale. Le indagini hanno accertato inoltre, come da Prizren (Kosovo), luogo privilegiato di stoccaggio dell'eroina proveniente dalla Turchia, il narcotrafficante Izet Krasniqi costituisse un importante elemento di raccordo tra le componenti albanesi e quelle bosniache. Grazie all'esame incrociato degli elementi complessivamente raccolti sul campo e degli approfondimenti investigativi sviluppati tramite una serrata attivita' tecnica e di sorveglianza transfrontaliera si sono delinete le responsabilita' delle singole organizzazioni con riferimento a numerose importazioni di droga, di cui 200 chilogrammi circa di eroina sono stati sequestrati in Italia e all'estero da varie forze di polizia nell'ambito di autonomi procedimenti. Grazie al costante supporto della Dcsa, le indagini sviluppate dal Ros sul fronte internazionale, in cooperazione con le polizie di Albania, Bosnia, Croazia e Slovenia, hanno permesso anche di individuare a Kamnik (Slovenia) una componente bosniaca responsabile, oltre che del reclutamento dei corrieri, della fornitura di alcune pistole semiautomatiche e kalashnikov in favore di un gruppo acquirente in Italia

L'intervento repressivo ha consentito di decapitare una tra le componenti piu' attive del cosiddetto gruppo Dokle di Durazzo che, tra il 2008 ed il 2009, si era reso responsabile del traffico di oltre 170 chili di eroina verso il mercato italiano, e principalmente nelle province di Pescara, Udine, Padova, Milano, La Spezia, Bologna e Taranto.Nell'agosto 2012 il procedimento penale e' stato trasmesso per competenza territoriale alla Procura distrettuale Antimafia di L'Aquila in quanto l'Abruzzo rappresenta il nodo nazionale di smercio dei vari flussi di eroina importati dai Balcani. Qui e' stato accertato lo spessore criminale del gruppo facente capo alla famiglia Gargivolo di Pescara che e' stato capace, nel corso di otto anni, di importare e smerciare diverse centinaia di chilogrammi di eroina. 

 

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