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Pubblicato il 02/08/2012 10:10

Ha confessato il bracconiere che ha ucciso Di Tullio a Casalbordino

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L'uomo, un 60enne di Vasto, ha detto di aver sparato da 40/50 metri di distanza

E' indagato a piede libero per omicidio colposo e omissione di soccorso T.F., 60 anni, il bracconiere che la notte tra domenica e lunedi' scorsi ha esploso un colpo di fucile calibro 12 contro Gabriele Di Tullio, scambiandolo per un cinghiale. L'uomo, un agricoltore di Casalbordino ha confessato al pm di Vasto Giancarlo Ciani di aver sparato quella notte pensando di cacciare un cinghiale da 40/50 metri di distanza. Una volta resosi conto di aver colpito una persona e non un animale, si e' avvicinato per poi scappare in preda al panico senza prestare soccorso. L'agricoltore  e' indagato a piede libero "perche' non sono state ravvisate le esigenze cautelari che ne giustificassero il fermo". E' quanto ha sottolineato il comandante dei carabinieri della provincia di Chieti, Giuseppe Cavallari, nel corso della conferenza stampa che si e' tenuta questa mattina nel comando provinciale dei carabinieri di Chieti. "Non c'e' pericolo di fuga, ne' pericolo di reiterazione del reato. Nonostante si sia allontanato in un primo momento e' tornato volontariamente a Casalbordino e ha confessato ampiamente le proprie responsabilita' al pm titolare dell'inchiesta - ha sottolineato Cavallari, affiancato dal capitano della compagnia dei carabinieri di Ortona, Gianfilippo Manconi - gli sono stati sequestrati tre fucili da caccia, 1.500 munizioni e due carabine a aria compressa. Purtroppo la caccia di frodo al cinghiale e' diffusa in zone di campagna particolarmente isolate come quella dove e' avvenuto il fatto". 

In base alla ricostruzione fornita dai carabinieri, il giorno successivo all'incidente l'uomo si e' allontanato con la propria automobile verso la Liguria, per soggiornare presso alcuni conoscenti, senza avvertire della partenza la moglie che ha quindi denunciato la scomparsa del marito la mattina di martedi'. I carabinieri di Ortona e del nucleo investigativo di Chieti hanno collegato i due eventi e rintracciato il 60enne che e' tornato da Genova a Casalbordino presentandosi alla locale stazione dei carabinieri. All'uomo sono state sequestrati tre fucili da caccia, due carabine e circa 1.500 munizioni calibro 12, come la pallottola che ha ferito a morte Di Tullio, deceduto per dissanguamento. "Si e' trattato di un tragico incidente che l'indagato ha pienamente confessato al pm titolare dell'inchiesta", ha detto nel corso della conferenza stampa il comandante dei carabinieri della Provincia di Chieti, Giuseppe Cavallari. 

 

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E' durata oltre quattro ore l'autopsia sul cadavere di Gabriele Di Tullio, nell'obitorio dell'ospedale 'San Pio da Pietrelcina' a Vasto, ritrovato morto ieri mattina nelle campagne di Casalbordino. L'esame e' stato eseguito dal medico legale Pietro Falco, che si e' anche gia' recato in Procura per riferire i primi risultati al sostituto Giancarlo Ciani. Confermata la frattura del femore sinistro provocato da un colpo unico, con conseguente morte per dissanguamento.

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Il sostituto procuratore della Repubblica di Vasto, Giancarlo Ciani, ha disposto l'autopsia per chiarire le cause del decesso di Gabriele Di Tullio, trovato morto dissanguato la notte tra domenica e lunedi' in un campo di pannocchie di mais a Casalbordino. L'esame autoptico, di cui e' stato incaricato il medico legale Pietro Falco, e' previsto per questo pomeriggio nell'obitorio dell'ospedale di Vasto, dove si trova la salma del 54enne.

Le indagini dei carabinieri della compagnia di Ortona e del nucleo investigativo di Chieti, coordinate dal pm Ciani, proseguono su quella che e' la pista piu' verosimile, al momento: a sparare potrebbe essere stato un bracconiere che ha scambiato Di Tullio, intento a raccogliere pannocchie di mais tra le piante intorno alla mezzanotte di domenica, per un cinghiale. "Indaghiamo a 360 gradi, non escludiamo nessuna pista - specifica un inquirente - quella del bracconiere e' una delle tante possibilita' su cui indaghiamo in attesa dei risultati dell'autopsia".

Ieri i carabinieri hanno sentito nella caserma di Casalbordino i familiari di Di Tullio e alcuni conoscenti: dalle deposizioni non sarebbero emersi particolari elementi ne' contraddizioni. Nel campo non e' stato rinvenuta la pallottola che e' entrata e uscita dalla gamba di Di Tullio, toccando probabilmente l'osso femorale. L'autopsia dovra' chiarire anche l'ora del decesso che, stando alla ricognizione cadaverica effettuata sul posto dal medico legale Pietro Falco, dovrebbe risalire intorno alla mezzanotte di domenica

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Gabriele Di Tullio, ex operaio di 54 anni, ucciso la scorsa notte nella campagna di Casalbordino in localita' San Pietro Sud e' stato molto probabilmente scambiato per un cinghiale da uno o piu' cacciatori di frodo. E' questa l'ipotesi che prende sempre piu' corpo tra gli inquirenti, che in queste ore stanno ascoltando i parenti di Gabriele Di Tullio, nella caserma dei carabinieri di Casalbordino. Di Tullio e' stato raggiunto la notte scorsa, probabilmente intorno alla mezzanotte, da un colpo d'arma da fuoco alla gamba sinistra mentre stava raccogliendo delle pannocchie di mais in un campo di proprieta' del fratello Antonio, a 50 metri dalla strada di campagna San Pietro Sud.

Dopo una cena in famiglia, Di Tullio ha salutato tutti intorno alle 23 e si e' allontanato a bordo di un Opel Corsa bianca. Questa mattina il ritrovamento del cadavere da parte del nipote, che verso le 5 stava iniziando a lavorare con un trattore nel vigneto vicino. Intorno nessuna abitazione, solo una rimessa agricola apparentemente disabitata e la macchina parcheggiata sul ciglio della strada. Una volta colpito, Di Tullio avrebbe compiuto pochi passi prima di cadere faccia a terra sotto un ulivo.

Nei pressi del cadavere la decina di pannocchie, raccolte poco prima di morire tra le piante alte all'incirca un metro e ottanta. I soccorsi non sono stati allertati, dunque e' probabile che il bracconiere sia fuggito in preda al panico, dopo essersi reso conto che quello tra le piante non era un cinghiale ma un uomo. La caccia al cinghiale e' attualmente chiusa in provincia di Chieti ed e' per questo motivo che i bracconieri preferiscono le ore notturne e le zone isolate per cacciare di frodo. Domani l'autopsia chiarira' la causa del decesso, anche se dalla ricognizione cadaverica del medico legale Pietro Falco appare evidente la morte per dissanguamento: il colpo, entrato e uscito dalla gamba, avrebbe reciso l'arteria femorale. Di Tullio, vedovo da alcuni anni, lascia due figlie di 12 e 20 anni. Sull'accaduto indaga il sostituto procuratore della Repubblica di Vasto, Giancarlo Ciani e i carabinieri della compagnia di Ortona. Sul posto e' intervenuto anche il comandante provinciale dei carabinieri, Giuseppe Cavallari, insieme al capitano Gianfilippo Manconi. 

 

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