Il leader radicale, Marco Pannella, capolista alla Camera dei Deputati in Abruzzo per Amnistia Giustizia Liberta' ieri e' tornato a far visita ai detenuti del carcere di Teramo. Con lui c'era Rita Bernardini.
"Ho visto gente disperata che gridava giustizia", ha raccontato Pannella stamane in una conferenza stampa e senza mezzi termini ha definito le carceri italiane "luogo di tortura dello Stato". In particolare, uscendo dalla sezione femminile, ha raccontato il caso di "malagiustizia in cui una giovane madre detenuta, anziche' beneficiare dei domiciliari, vive in carcere con un bimbo di due anni nato con una malformazione (ha un rene solo) e che da dieci mesi non riceve la visita di un pediatra".
"I provvedimenti sfollacarceri - sempre secondo Pannella - non hanno risolto il problema, il provvedimento di depenalizzazione deve marciare insieme all'amnistia". I pannelliani hanno detto che in Italia il carcere uccide e non rieduca "perche' esiste la morte per pena e non la pena di morte". Pannella, l'ultima volta, e' stato nel carcere di Teramo la scorsa estate. Gli duole il fatto che "si registrano troppi suicidi e tentati omicidi, non solo a Teramo".
"Napolitano non ha mai esercitato l'obbligo di inviare i messaggi alle Camere", ha ancora proseguito Pannella. "Il presidente della Repubblica, per questo motivo, puo' essere incriminato per attentato alla Costituzione. Per trent'anni, nelle sue varie posizione, ha taciuto quando invece doveva parlare. Siamo uno Stato - ha aggiunto Pannella - denunciato in flagranza criminale per i diritti umani e per lo stato di diritto violato". Il riferimento e' alla condanna della Corte Europea al sistema detentivo italiano e per questo motivo Pannella ha ribadito la necessita' dell'amnistia.
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