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Pubblicato il 03/08/2012 11:11

Castiglione: "Stop a localismi e personalismi"

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"Si punta su poli d’innovazione, ricerca e innovazione tecnologica, nonché sul concetto delle reti d’impresa"

 L’impulso espansivo dell’export della produzione regionale trova ulteriore conferma nei dati diramati dal CRESA sullo stato dell’economia abruzzese nel 2011. Il CRESA, così come avevano già evidenziato i dati ISTAT, ha testimoniato infatti un incremento del 14,7% delle esportazioni rispetto all’anno precedente, contro la media italiana del 11,4%, con i comparti trainanti dell’automotive e dell’agroalimentare. Così come, dopo anni di calo, l’occupazione è tornata a crescere e si è ridotta la disoccupazione giovanile.

"Per far sì che tali dati possano avere trend favorevoli – ha detto l’assessore Alfredo Castiglione – si è lavorato molto, e si continua a lavorare, in termini di riforme messe in campo dall’attuale Governo regionale, per dotare il sistema economico abruzzese degli strumenti necessari a superare l’attuale momento e per garantire all’Abruzzo le condizioni per avere prosperità durevole nel tempo". 

"Abbiamo puntato– ha proseguito Castiglione – in maniera decisa sul sistema dei poli d’innovazione, ricerca e innovazione tecnologica, nonché sul concetto delle reti d’impresa. Affinché tali misure possano avere l’effetto leva sperato sull’economia della nostra regione, bisogna considerare la necessità e la volontà di affrontare i problemi in un’ottica regionale complessiva e non per territori o per comparti. Le riforme messe in campo vanno nella direzione di mettere in condizione il nostro sistema produttivo di affrontare le sfide del presente e del futuro in ottica sinergica, dove non è più possibile e pensabile che vi siano associazioni di categoria o realtà locali che blocchino i processi di cambiamento in atto. I dati del CRESA – ha aggiunto – rapportati a quelli nazionali, non possono certamente portarci a dire ‘mal comune, mezzo gaudio’, ma possono infondere una certezza nel nostro modo di affrontare la realtà che viviamo. L’intero territorio abruzzese, infatti, deve lavorare scrollandosi di dosso le priorità dettate da vocazioni localistiche e personali, ma concentrandosi sul superamento delle debolezze della nostra regione. Non possono esserci scorciatoie a processi che la realtà ci impone e che i dati confermano se è vero che occorre incidere sulla leva del credito, del miglioramento dell’offerta dei servizi agli operatori dello sviluppo economico, per rendere appetibile l’Abruzzo e per instillare fiducia verso le istituzioni".

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