"C'e' stato si' un vento nazionale molto forte ma la campagna era in salita per noi, colpiti nel momento piu' delicato da un'azione giudiziaria che io definisco ad orologeria che certamente ci ha danneggiato". E' un Gianni Chiodi rassegnato - governatore uscente di centrodestra - quello che a Teramo, poco dopo le 20, in contemporanea con l'intervista a Pescara del suo antagonista, Luciano D'Alfonso, dichiara la sua resa alla corsa al secondo mandato regionale.
"E' naturale questa sera provare una certa delusione, ma domani dovremo superarla e lavorare di nuovo insieme per far migliorare ancora la nostra Regione". Lo scrive Gianni Chiodi, presidente uscente della Regione Abruzzo, sul suo profilo pubblico di Facebook, dopo aver saputo della sconfitta, nettissima, subita alle regionali con l'affermazione di Luciano D'Alfonso, candidato presidente del centrosinistra. Chiodi aggiunge di essere "profondamente grato a tutti gli abruzzesi per il privilegio e l'onore che mi hanno concesso: quello di essere il loro presidente per cinque anni e mezzo". Sono stati "anni durissimi, tra catastrofi naturali, crisi economica, sanita' da ricostruire, indebitamento gigantesco, ma anche anni straordinari", fatto di "un insieme denso di importanti esperienze. Tutto cio' che ho cercato di fare e in gran parte sono riuscito a fare, e' stato nell'interesse di ogni abruzzese, anche se non nell'interesse di ogni categoria, corporazione e gruppo di pressione".
"Oggi c'e' un Abruzzo per molti aspetti migliore, a cominciare dalla sanita'. Abbiamo anche tentato di contrastare la crisi economica piu' grave mai registrata nel nostro Paese". E' uno dei passaggi del lungo intervento che Gianni Chiodi, presidente uscente della Regione Abruzzo, affida a Facebook per commentare l'esito del voto in Abruzzo e l'affermazione schiacciante di Luciano D'Alfonso su di lui. "Vedo che non e' stato sufficiente ricordare ai nostri corregionali che la nostra Regione oggi puo' fregiarsi del riconoscimento legale di avere i costi della politica tra i piu' bassi d'Italia, che ha ridotto debiti e pressione fiscale regionale, ha garantito la sopravvivenza del nostro sistema sanitario, mettendo i conti in equilibrio e registrando un incremento dei livelli essenziali di assistenza sanitaria". La "medicina somministrata", come la definisce Chiodi, "serviva per guarire" e dal 2015 "la Regione Abruzzo iniziera' a liberare ingenti risorse che prima erano assorbite dal rimborso di vecchi debiti. Diventera', allora, una regione "quasi" ricca e comunque "molto piu' ricca. Speriamo che la gestione di queste risorse che noi abbiamo liberato possa servire a promuovere lo sviluppo di tutti e non di pochi privilegiati, come purtroppo accaduto in passato. Se non siamo siamo riusciti a spiegare tutto questo, il demerito e' mio, non vostro", prosegue Chiodi
"Continuero' a servire l'Abruzzo con un altro ruolo, ma con la stessa determinazione e il medesimo amore per la mia terra. Saro' si' il "Presidente emerito" ma saro' anche un baluardo affinche' certe pratiche del passato non riemergano. Come diceva la Thatcher i soldi pubblici non esistono, esistono i soldi dei cittadini. Se si gestiscono oculatamente puo' ridursi sia il debito pubblico che il prelievo fiscale ed e' questa la lezione che l'Abruzzo lascia al Paese". Lo scrive Gianni Chiodi, presidente uscente della Regione Abruzzo, sul suo profilo pubblico di Fb, facendo una sintesi su cinque anni e mezzo di mandato e sull'esito del voto. "Essere stato presidente della Regione e' stato il piu' grande onore della mia vita" - aggiunge. "Il futuro dell'Abruzzo dipende da noi e - come diceva Karl Popper - noi non dipendiamo da alcuna necessita' storica".
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