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Cinque aziende su otto chiedono prestiti per pagare le tasse.
Cinque aziende su otto chiedono prestiti per pagare le tasse. Lo sostiene Unimpresa che ha fatto un sondaggio fra le 122mila associate mentre e' in arrivo una raffica di scadenze. A ricorrere al credito bancario sono il 62,5% delle Pmi. L'imposta piu' pesante, secondo Unimpresa, e' l'Imu-Tasi che principalmente colpisce operatori turistici (alberghi), piccole industrie (capannoni), grande distribuzione (supermercati). La seconda e' l'Irap "tenuto conto che l'imposta regionale sulle attivita' produttive si paga anche quando i bilanci sono in perdite dunque in assenza di utili". Questa situazione, secondo Unimpresa, "genera un triplo effetto negativo sui conti e sulle prospettive di crescita delle aziende. Il primo e' l'apertura di linee di credito destinate a coprire le imposizioni fiscali invece di nuovi investimenti, il che limita la natura stessa dell'attivita' di impresa. Il secondo problema sorge, poi, alla chiusura degli esercizi commerciali, quando il valore degli immobili posti a garanzia dei "prestiti fiscali" va decurtato in proporzione al valore dell'ipoteca, con una consequenziale riduzione degli attivi di bilancio. Il terzo "guaio" e' relativo a eventuali, altri finanziamenti per i quali l'impresa deve affrontare due ordini di problemi: meno garanzie da presentare in banca e un rating piu' alto che fa inevitabilmente impennare i tassi di interesse"
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