gestionale telefonia Gestionale Telefonia
HOME » ECONOMIA » CISL: L'ABRUZZO E' TRA LE CINQUE REGIONI CHE HANNO SPERIMENTATO UN LIVELLO OCCUPAZIONALE STABILE
Pubblicato il 29/06/2013 09:09

Cisl: L'Abruzzo e' tra le cinque regioni che hanno sperimentato un livello occupazionale stabile

cisl, abruzzo, lavoro, occupazione

''La crisi appare concentrata soprattutto nell'edilizia" secondo lo studio del sindacato

Dal confronto tra il 1° trimestre 2012 e il 1° trimestre 2013, emerge una significativa tenuta del numero degli occupati; mentre i dati relativi alle esportazioni sono leggermente inferiori alla media nazionale.

L'Abruzzo e' tra le cinque regioni che hanno sperimentato un livello occupazionale stabile e soltanto altre quattro regioni hanno conosciuto una leggera crescita (Lombardia e Trentino nel nord, Umbria nel centro e Campania nel sud). Lo dice una ricerca di Cisl Abruzzo. ''Il mantenimento del dato occupazionale, a nostro avviso, e' da attribuire a tre fattori - spiega l'Ufficio studi in una nota - Al forte incremento delle ore autorizzate di cassa integrazione che in Abruzzo, nel periodo gennaio-maggio 2012/2013, sono aumentate del 20,5% a fronte di una media nazionale del 7%; alle iniziative poste in essere dalla Regione Abruzzo attraverso l'Assessorato al Lavoro; al comportamento del mondo imprenditoriale che, nonostante la difficile fase congiunturale, preferisce non intaccare l'assetto aziendale''.

''Tuttavia il confronto piu' significativo e' quello che viene effettuato con il periodo pre-crisi - continua la nota - Sotto questo profilo mancano 21.000 unita' lavorative, il tasso di occupazione e' sceso tra il 2008 e il 2013, dal 59,6% al 55,8%, mentre il tasso di disoccupazione ha avuto un'impennata verso l'alto del 4,6%. Analoghe considerazioni se si analizza l'andamento delle esportazioni. A tale proposito emergono tre questioni: le esportazioni non riescono piu' a compensare, come in passato, il forte calo della domanda interna; appaiono sempre piu' concentrate nel settore dei mezzi di trasporto; rispetto al periodo pre-crisi soltanto il comparto dell'agroalimentare subisce una crescita e quindi assume connotati positivi, a differenza di quanto accade nel settore tessile-abbigliamento dove, invece, si registra un fortissimo calo, soprattutto a causa del crollo avutosi nella provincia di Chieti''. Secondo la Cisl ''l'indicatore che esprime la pesantezza della crisi che l'Abruzzo sta attraversando risiede nel Pil; alcune stime indicano un calo per il 2012 del 3%, contro il 2,4% dell'Italia e, anche per il 2013, non si assiste ad una inversione di tendenza verso la ripresa, se e' vero che il dato assume un valore piu' o meno identico''. ''La crisi appare concentrata soprattutto nell'edilizia - denuncia lo studio - nelle attivita' commerciali e nella tipologia imprenditoriale delle piccole imprese che, avendo uno sbocco commerciale solo sul mercato interno, risentono fortemente e gravemente del crollo della domanda e dei consumi. Si puo' affermare che il reddito pro-capite del 2012 e' sostanzialmente pari a quello che l'Abruzzo ha conosciuto nel 1999''. ''Alla luce di questi risultati - suggerisce la Cisl - insieme all'importante opera di risanamento dei conti pubblici, occorre un'intesa tra le forze economiche, istituzionali e sindacali per un programma di pochi punti volto al rilancio dell'occupazione, tenuto conto della situazione d'emergenza occupazionale e sociale senza precedenti''. ''Il pagamento dei debiti pregressi della Pubblica amministrazione verso le aziende - conclude la nota sindacale - il ripristino di un circuito virtuoso banche-imprese e l'avvio di iniziative di start-up sono fattori importanti per evitare l'emarginazione o la scomparsa di altre piccole imprese o la perdita di ulteriori posti di lavoro''.

 

© Riproduzione riservata

Condividi:

Articoli Correlati



Utenti connessi: 2