Dal confronto tra il 1° trimestre 2012 e il 1° trimestre 2013, emerge una significativa tenuta del numero degli occupati; mentre i dati relativi alle esportazioni sono leggermente inferiori alla media nazionale.
L'Abruzzo e' tra le cinque regioni che hanno sperimentato un livello occupazionale stabile e soltanto altre quattro regioni hanno conosciuto una leggera crescita (Lombardia e Trentino nel nord, Umbria nel centro e Campania nel sud). Lo dice una ricerca di Cisl Abruzzo. ''Il mantenimento del dato occupazionale, a nostro avviso, e' da attribuire a tre fattori - spiega l'Ufficio studi in una nota - Al forte incremento delle ore autorizzate di cassa integrazione che in Abruzzo, nel periodo gennaio-maggio 2012/2013, sono aumentate del 20,5% a fronte di una media nazionale del 7%; alle iniziative poste in essere dalla Regione Abruzzo attraverso l'Assessorato al Lavoro; al comportamento del mondo imprenditoriale che, nonostante la difficile fase congiunturale, preferisce non intaccare l'assetto aziendale''.
''Tuttavia il confronto piu' significativo e' quello che viene effettuato con il periodo pre-crisi - continua la nota - Sotto questo profilo mancano 21.000 unita' lavorative, il tasso di occupazione e' sceso tra il 2008 e il 2013, dal 59,6% al 55,8%, mentre il tasso di disoccupazione ha avuto un'impennata verso l'alto del 4,6%. Analoghe considerazioni se si analizza l'andamento delle esportazioni. A tale proposito emergono tre questioni: le esportazioni non riescono piu' a compensare, come in passato, il forte calo della domanda interna; appaiono sempre piu' concentrate nel settore dei mezzi di trasporto; rispetto al periodo pre-crisi soltanto il comparto dell'agroalimentare subisce una crescita e quindi assume connotati positivi, a differenza di quanto accade nel settore tessile-abbigliamento dove, invece, si registra un fortissimo calo, soprattutto a causa del crollo avutosi nella provincia di Chieti''. Secondo la Cisl ''l'indicatore che esprime la pesantezza della crisi che l'Abruzzo sta attraversando risiede nel Pil; alcune stime indicano un calo per il 2012 del 3%, contro il 2,4% dell'Italia e, anche per il 2013, non si assiste ad una inversione di tendenza verso la ripresa, se e' vero che il dato assume un valore piu' o meno identico''. ''La crisi appare concentrata soprattutto nell'edilizia - denuncia lo studio - nelle attivita' commerciali e nella tipologia imprenditoriale delle piccole imprese che, avendo uno sbocco commerciale solo sul mercato interno, risentono fortemente e gravemente del crollo della domanda e dei consumi. Si puo' affermare che il reddito pro-capite del 2012 e' sostanzialmente pari a quello che l'Abruzzo ha conosciuto nel 1999''. ''Alla luce di questi risultati - suggerisce la Cisl - insieme all'importante opera di risanamento dei conti pubblici, occorre un'intesa tra le forze economiche, istituzionali e sindacali per un programma di pochi punti volto al rilancio dell'occupazione, tenuto conto della situazione d'emergenza occupazionale e sociale senza precedenti''. ''Il pagamento dei debiti pregressi della Pubblica amministrazione verso le aziende - conclude la nota sindacale - il ripristino di un circuito virtuoso banche-imprese e l'avvio di iniziative di start-up sono fattori importanti per evitare l'emarginazione o la scomparsa di altre piccole imprese o la perdita di ulteriori posti di lavoro''.
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 2
Condividi: