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Pubblicato il 03/12/2014 21:09

Cresa, per imprese artigiane calo fatturato e occupazione

Le previsioni per il prossimo semestre sono pessimistiche. I risultati delle indagini congiunturali condotte dal Cresa delineano dinamiche negative nel settore dell'artigianato nel I semestre 2014. Nell'artigianato fatturato, ordini e occupazione diminuiscono sia sul breve che sul lungo periodo. "La novita' di questo semestre e' che per la prima volta e' stata realizzata la rilevazione congiunturale relativa all'artigianato. Ha carattere sperimentale e si propone di iniziare ad analizzare le caratteristiche strutturali e l'andamento di un settore rilevante del sistema economico regionale. E' comunque necessaria, come solitamente accade in ogni fase di avvio, la validazione dei criteri di stratificazione del campione e delle modalita' operative di indagine", afferma il presidente del Cresa, Lorenzo Santilli. "La rilevazione e' stata svolta dalla societa' Questlab di Mestre che ha contattato le imprese artigiane aventi almeno 3 addetti. Esse comprendono imprese che svolgono attivita' manifatturiere, attivita' edilizia, forniscono servizi alle persone e alle imprese", prosegue Lorenzo Santilli. "Il settore artigiano - afferma il direttore del Cresa, Francesco Prosperococco - e' molto importante nell'economia regionale, considerando che ad esso appartiene circa un quarto delle imprese operanti nella regione. Esso sta attraversando un difficile momento congiunturale irto di pesanti difficolta' che hanno causato nel I semestre 2014 una dinamica imprenditoriale negativa, evidenziata dalle 1.181 iscrizioni che non riescono a compensare le 1.927 cancellazioni, e peggiore di quella osservata tra le imprese non artigiane, come evidenziato dai valori della demografia di impresa (-2,2% imprese artigiane attive rispetto a -0,8% imprese attive totali) resi disponibili da Infocamere-Movimprese". In questo semestre e' stata condotta per la prima volta, e con carattere sperimentale, l'indagine congiunturale sull'andamento del settore artigiano, coinvolgendo un campione di 595 imprese con almeno tre dipendenti. I risultati del primo semestre 2014 sono tutti pesantemente negativi sia dal punto di vista congiunturale che tendenziale. Alla diminuzione tendenziale riscontrata per il fatturato (-5,0%), per gli ordini totali (-6,4%) e per l'occupazione (-3,2%), si accompagnano cali congiunturali ancora peggiori per il fatturato (-8,4%) e gli ordini totali (-8,1%).

L'unico segnale positivo e' fornito dall'occupazione che e' aumentata dell'1% rispetto al semestre precedente. Sono improntate al pessimismo le aspettative (misurate come differenza percentuale tra le previsioni di crescita e di decremento) per l'andamento nei prossimi sei mesi del fatturato (-31,8%) e dell'occupazione (-14,5%). Anche i prezzi di vendita sono previsti in calo. Le imprese artigiane manifatturiere hanno fatto rilevare andamenti sia congiunturali che tendenziali negativi di fatturato, ordini totali e occupazione generalmente peggiori della media del settore artigiano. Emergono i peggiori andamenti su entrambi gli orizzonti temporali delle imprese della carta e stampa per il fatturato e del marmo, vetro, ceramica per gli ordini. Come rilevato a livello generale, l'unica eccezione e' costituita dal lieve incremento dell'occupazione rispetto al semestre precedente (+0,4%). Le previsioni relative ai prossimi sei mesi sono negative e peggiori degli altri settori.Anche le imprese edili sono colpite da diminuzioni sia su base semestrale che annua di fatturato, ordini e occupazioni peggiori della media del settore artigiano. Anche in questo caso l'unica eccezione e' data dall'aumento congiunturale dell'occupazione (+5,0%). Tali risultati hanno influenzato il clima di opinione, producendo diffuse preoccupazioni per l'andamento del fatturato, dei prezzi di vendita e dell'occupazione. Anche gli artigiani che forniscono servizi alle imprese mostrano flessioni congiunturali e tendenziali di fatturato e ordini totali, meno pesanti della media. L'occupazione risulta in calo su entrambi gli orizzonti temporali, con il peggior risultato congiunturale tra i comparti. Le previsioni per l'andamento dell'attivita' nei prossimi sei mesi sono negative, migliori della media regionale solo per il fatturato. Gli artigiani che forniscono servizi alle persone fanno pure registrare diminuzioni di breve e di lungo periodo per tutti gli indicatori considerati, con risultati generalmente migliori della media regionale. Le previsioni sono tutte negative, anche in questo caso migliori della media regionale. L'artigianato rappresenta una realta' estremamente importante e dinamica nel nostro Paese. In Abruzzo, le imprese artigiane attive nell'industria e nei servizi sono 34 mila circa, pari al 2,4% del totale nazionale, e occupano poco piu' di 73 mila addetti (2,2% del totale nazionale). E' netta la prevalenza delle microimprese: il 98% di esse occupa meno di 10 addetti mentre il 2% ricade nel segmento delle piccole imprese (da 10 a 49 addetti). Oltre la meta' delle imprese artigiane e' costituita da imprese individuali.

 La composizione dell'artigianato per settori di attivita' economica rivela una forte concentrazione delle attivita' produttive nelle costruzioni nelle quali, complessivamente, opera il 37% delle imprese artigiane e nei settori del manifatturiero (23%). La quota rimanente interessa i servizi, in particolare il commercio per una quota pari al 7% e in quello degli altri servizi (3,6%). Il peso delle imprese artigiane operanti nei settori industriali e' rilevante: in Abruzzo le imprese artigiane attive nei settori dell'industria in senso stretto e delle costruzioni sono, rispettivamente il 62% e il 65% del totale. L'industria alimentare e la fabbricazione di prodotti in metallo assorbono le quote maggiori di addetti (rispettivamente, 21% e 19% del totale). Significativa risulta anche la quota di addetti nei settori piu' tradizionali come l'abbigliamento (13%) e il legno (7%). L'artigianato abruzzese ha sofferto in maniera piuttosto accentuata l'ondata recessiva degli ultimi anni. Dal 2008 al 2013, ha sperimentato un calo di 2.500 imprese, pari, in termini relativi, ad una variazione del -7% (superiore a quella media nazionale pari al -6,1%). Nel solo biennio 2012-2013 vi sono state, in media, 3.250 cessazioni pari al 9% delle imprese rispetto allo stock del 2011, a fronte del 7,8% registrato negli altri settori. Le chiusure non sono state compensate dalla nascita di nuove attivita' imprenditoriali. La combinazione di questi due effetti (elevata mortalita' e bassa natalita') si e' tradotta in una riduzione del numero delle imprese artigiane del 3% rispetto al 2011, mentre il numero di imprese non artigiane e' rimasto sostanzialmente invariato. Il calo complessivo della consistenza dell'intero sistema produttivo (-0,7%) riflette dunque una crisi che ha colpito in particolare le imprese artigiane. La crisi si sta diffondendo in quasi tutti i settori, dopo avere investito le imprese meno strutturate sta ora mettendo in difficolta' quelle piu' solide ed organizzate, in particolare nei comparti manifatturieri del Made in Italy e quelle delle costruzioni. Nel contributo presentato oggi dal Cresa sono stati messi in relazione i tassi di mortalita' con quelli di sviluppo delle imprese artigiane abruzzesi. In tal modo e' stato possibile attribuire i diversi settori artigianali a quattro differenti profili che consentono una visione in chiave prospettica, per cosi' dire, dei comparti esaminati


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