Crescono di 69,4 miliardi di euro le riserve, vale a dire il denaro lasciato nei depositi e nei conti correnti. Lo rivela una analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo cui da marzo 2014 a marzo 2015 i salvadanai delle aziende, dei cittadini, degli istituti di credito, delle onlus, delle assicurazioni e dei fondi pensione sono aumentati, complessivamente, da 1.482 miliardi a 1.551 miliardi in crescita del 4,6%. I depositi delle famiglie hanno registrato un incremento pari a 20,7 miliardi (+2,39%), delle aziende a 11 miliardi (+5,59%), mentre le banche la liquidita' e' cresciuta di 42,7 miliardi (+13,30%). I depositi delle imprese familiari sono cresciuti di 1,9 miliardi (+4,40%) da 44,4 miliardi a 46,4 miliardi; per le onlus (organizzazioni non lucrative senza scopo di lucro), l'incremento e' pari a 254 milioni (+1,08%). La liquidita' delle imprese e' aumentata di 11 miliardi (+5,59%) da 196,7 miliardi a 207,7 miliardi
Il comparto relativo alle assicurazioni e ai fondi pensione e' l'unico che ha fatto registrare una diminuzione: le riserve sono calate di 7,2 miliardi (-26,97%) da 26,8 miliardi a 19,6 miliardi. Le riserve delle banche sono cresciute di 42,7 miliardi (+13,30%) da 321,4 miliardi a 364,1 miliardi. Nello stesso periodo, il totale dei finanziamenti al settore privato e' diminuito di 23,09 miliardi di euro passando da 1.431,2 miliardi a 1.408,1 miliardi. Una riduzione che interessa sia le famiglie (-1,03 miliardi) sia le imprese (-22,06 miliardi). Le erogazioni degli istituti di credito sono scese, complessivamente, dell'1,61% nell'ultimo anno. Resta critico, seppure con miglioramenti, il quadro per le imprese: nell'ultimo anno le aziende hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di quasi tutti i tipi di durata. Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 7,5 miliardi (-2,45%) da 307,5 miliardi a 300,02 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre a 5 anni) di 25,6 miliardi (-6,38%) da 402,2 miliardi a 376,6 miliardi, mentre quelli di breve periodo (fino a 5 anni), in controtendenza, sono cresciuti di 11,1 miliardi (+9,14%) da 121,9 miliardi a 133,1 miliardi. In totale, lo stock di finanziamenti alle imprese e' comunque sceso da 831,8 miliardi a 809,7 miliardi con una diminuzione di 22,06 miliardi (-3,44%). Quanto all'analisi per strumento, i conti correnti sono saliti di 67,9 miliardi (+9,10%) passando da 747,1 miliardi a 815 miliardi mentre i pronti contro termine sono aumentati di 38,1 miliardi (+29,79%) passando da 128,1 miliardi a 166,3 miliardi.
"Anni di austerity e tasse, a cui bisogna porre fine, hanno prodotto anche questo assurdo risultato - dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi - Le famiglie non spendono piu' e preferiscono lasciare i soldi in banca, magari per far fronte a nuove stangate fiscali o imprevedibili onde lunghe della recessione. E' un effetto perverso del rigore: anche se i soldi ci sono non circolano, i consumi ristagnano e la ripresa fatica a crescere a doppia cifra".
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