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Pubblicato il 05/02/2015 18:06

Dal 2009 l'Abruzzo ha perso il 9,4% delle botteghe artigiane

artigiano

 In Italia la crisi economica ha causato la chiusura di 94.400 botteghe artigiane. E' quanto emerge da uno studio della Cgia di Mestre. "Se nel 2009 le imprese attive sfioravano quota 1.466.000, al 31 dicembre 2014 la platea e' scesa a circa 1.371.500 unita'", si legge nella nota, "le regioni che in termini assoluti hanno perso il maggior numero di imprese artigiane sono state la Lombardia (-11.939), l'Emilia Romagna (-10.126), il Piemonte (-10.071) e il Veneto (-9.934). In termini percentuali, invece, i territori piu' colpiti sono stati la Sardegna (-12,2%), il Molise (-9,7%) e l'Abruzzo (-9,4%)"

Costruzioni (-17,4%), trasporti (-13,5%) e attivita' di natura artistica (-11%) sono stati i settori che in termini percentuali hanno subito i contraccolpi piu' pesanti. In termini assoluti, invece, sono stati gli impiantisti (elettricisti, idraulici, manutentori, etc.) a subire la contrazione assoluta piu' importante: - 27.502 unita'. Pesante anche la situazione registrata nell'edilizia (- 23.824) e nell'autotrasporto (-13.863). Le attivita' che, invece, hanno "battuto" la crisi sono state le imprese di pulizia (edifici/impianti) e il giardinaggio (+9.477 imprese), il settore alimentare (rosticcerie, friggitorie, pasticcerie, gelaterie, etc.), con + 3.527 imprese e il settore della produzione di software (+1.762 unita'). 
   Difficile, altresi', anche la situazione dell'artigianato produttivo: con 10.633 chiusure le officine fabbrili sono state le piu' penalizzate a cui si aggiungono le falegnamerie (-6.757 unita') e le attivita' del Tac (tessile, abbigliamento e calzature), con 5.409 aziende in meno. 
   "Oltre il 54 per cento della contrazione complessiva delle imprese artigiane riguarda attivita' legate al comparto casa. Edili, lattonieri, posatori, elettricisti, idraulici, manutentori caldaie, etc. stanno vivendo anni difficili e molti sono stati costretti a chiudere definitivamente la saracinesca della propria attivita'", sottolinea il segretario della Cgia,Giuseppe Bortolussi, "la crisi del settore e la caduta verticale dei consumi delle famiglie sono stati letali". "Oltre a cio', ci preoccupa anche lo stato di salute di alcune professioni storiche dell'artigianato che ormai stanno scomparendo", aggiunge Bortolussi, "vuoi per le profonde trasformazioni che i rispettivi settori stanno subendo o per il fatto che i giovani non si avvicinano piu' a questi mestieri: come i barbieri, i calzolai, i fotografi, i rilegatori o le ricamatrici che con le loro botteghe hanno caratterizzato la vita quotidiana di tanti paesi e citta'. Senza dimenticare i norcini e i casari che hanno contribuito a sviluppare una cultura agroalimentare che, in loro assenza, rischiamo di perdere

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