In tre anni abbiamo perso ben 720 chilometri quadrati di suolo. Si tratta di ''un'epidemia cementificatoria'' che e' andata oltre la crisi e che non incide ''per nulla sull'emergenza casa che riguarda ben 650 mila famiglie''. Legambiente presenta i dati sul consumo di suolo e cementificazione nel nostro Paese con un nuovo rapporto 'Basta case di carta', e lancia 'stopalconsumodisuolo.crowdmap.com', il portale dell'Italia minacciata da progetti edilizi, lottizzazioni, autostrade. "Basta case vuote, fragili, dispendiose e insicure come castelli di carta - osserva il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - che ha portato avanti alcuni blitz a Milano, Agrigento, Codevigo, Umbertide - Servono subito provvedimenti per fermare il consumo di suolo e la rigenerazione urbana. Passa da qui la risposta per uscire dalla crisi". Il tasso di consumo di suolo - si legge nel report - ''negli anni '50 era pari al 2,9%. Oggi siamo al 7,3% l'anno. Dei 22 mila chilometri quadrati urbanizzati in Italia, il 30% e' occupato da edifici e capannoni, il 28% da strade asfaltate e ferrovie. Tra le citta' con le superfici piu' cementificate troviamo Napoli e Milano (con oltre il 60%) seguite da Pescara e Torino (oltre il 50%) e poi da Monza, Bergamo, Brescia e Bari con oltre il 40% di superficie impermeabilizzata''. Rispetto alla riqualificazione urbana sono ''oltre 2,5 milioni gli edifici residenziali sui quali sarebbe urgente intervenire; 865 mila sono gli edifici residenziali in aree ad alto rischio sismico, per un totale di circa 1,6 milioni di abitazioni, mentre il totale degli edifici residenziali a rischio medio ed alto raggiunge i 4,7 milioni, con punte elevatissime in Sicilia (1,2 milioni) ed in Campania (800 mila edifici)''. Gli edifici residenziali a rischio frane ed alluvioni sono oltre 1,1 milioni (2,8 milioni di abitazioni e 5,8 milioni di persone che ci abitano), in particolare in Campania ed Emilia-Romagna.
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