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Pubblicato il 18/01/2013 21:09

Fermato il "bombarolo"

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Roberto Di Santo è stato arrestato a Rosciano. I carabinieri: "ha chiesto 2 giorni di libertà per andare a Roma". Puntava al Parlamento

E' terminata la fuga di Roberto Di Santo, il 58enne di Roccamontepiano accusato di essere il resposabile di alcuni attentati incendiari compiuti nei giorni scorsi. L'uomo e' stato preso intorno alle 13 in contrada Pescara Secca sulla Bonifica di Rosciano in uno dei tanti capannoni passati al setaccio dai militari dell'Arma. Fin dai primi giorni - ha spiegato il colonnello Marcello Galanzi in conferenza stampa - abbiamo effettuato numerose battute e rastrellamenti, anche con l'elicottero, individuando casolari che meritavano attenzione. E proprio in uno di questi casolari abbandonati e' stato visto dagli uomini del radiomobile di Pescara il camper di sua proprieta', che era coperto, e lo stesso Di Santo, che ha accennato un moto di fuga ma ha desistito immediatamente". L'uomo ha chiesto - per cortesia - altri due giorni di liberta' per andare a Roma e compiere qualche altro gesto eclatante per richiamare l'attenzione sulla sua situazione e sullo stato di ingiustizia sociale che - secondo lui - attanaglia il mondo. Ha anche detto ai carabinieri che se dovessero leggere il suoi libri sarebbero d'accordo con lui. Il 'bombarolo' occupava anche un altro capannone, li' a fianco, dove aveva ricavato una nicchia nella quale ha dormito. E' stata sequestrata una bombola di gas piena, una pistola ad aria compressa priva di tappo rosso e la bicicletta usata per muoversi (non sembra abbia utilizzato altri mezzi se non , forse, un bus). Trovati anche il suo computer portatile e vari cd (vuoti e non). "Allo stato - ha detto sempre Galanzi - sembra non aver avuto complici ma non lo escludiamo". Ha assicurato che non voleva far male a nessuno. Il suo piano era stato messo in piedi dettagliatamente da mesi, quando si e' procurato un nascondiglio, e il camper (con una tv all'interno) era nascosto a Rosciano da martedi' scorso, quando ha posizionato il primo ordigno a Villanova di Cepagatti. Aveva viveri a sufficienza e un gruppo elettrogeno. E' stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per i reati di tentata strage e danneggiamenti aggravati a seguito di incendio. E' in carcere a Pescara.

Di Santo puntava al Parlamento. La sua opera, quindi, non era ancora terminata e nel mirino c'erano pure degli istituti penitenziari. "E' molto convinto di quello che ha fatto - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Pescara, il colonnello Marcello Galanzi - e voleva convincere anche noi", tant'e' che ha invitato i militari a leggere i suoi libri. "Una mente brillante, sotto certi aspetti, ma una personalita' disturbata" - ha proseguito il colonnello facendo notare alcune peculiarita' dell'uomo. Di Santo ama i programmi scientifici, ha letto molto e studiato psicologia e sociologia. Anche perche' quando e' stato in carcere (bancarotta fraudolenta, ricettazione, detenzione di una pistola clandestina che ha fabbricato lui stesso) era addetto alla biblioteca. Con queste letture si e' convito di essere "l'ultimo profeta". Nei giorni di latitanza si e' camuffato, per andare in giro: oltre ad essersi rasato si truccava con creme e cere che sono state trovate dai carabinieri, quindi era difficilmente riconoscibile. Per nascondere il camper ha sgonfiato i pneumatici e lo ha infilato in un capannone, coprendo il mezzo con delle lamiere. In questi giorni sarebbe stato sempre li' ma avrebbe passato una notte nella ex casa famiglia che poi ha incendiato a Chieti. In quella occasione ha usato uno stratagemma: ha lasciato una candela accesa su una poltrona che, consumandosi lentamente, ha fatto partire il rogo. Nel frattempo lui ha raggiunto l'emittente televisiva Rete 8, a Chieti Scalo, dove ha lasciato uno dei suoi videomessaggi facendosi riprendere da una telecamera, e poi e' di nuovo sparito fino alla cattura di oggi.

 

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E' stato bloccato questa mattina dai carabinieri Roberto Di Santo, 58 anni, di Roccamontepiano, noto ormai come "il bombarolo" perche' la scorsa settima ha piazzato prima un ordigno esplosivo in un'abitazione di Villanova di Cepagatti, in via Piemonte, nel pescarese, rendensodi irreperibile, e poi ha dato fuoco all'automobile della sorella davanti al Tribunale di Chieti. L'ultimo colpo di Di Santo risale a due giorni fa quando ha appiccato un altro incendio a Chieti, in una ex casa famiglia all'incrocio di via Madonna degli Angeli, all'inizio di via Maiella.

'Per favore, lasciatemi altri due giorni libero, devo andare a Roma per fare qualche altro gesto': queste le prime parole che Roberto Di Santo avrebbe detto ai Carabinieri al momento dell'arresto. L'incendiario autore di attentati tra il pescarese e Chieti, senza conseguenze per le persone, e' stato preso nelle campagne di Rosciano.

Le sue rivendicazioni sono sempre arrivate alle forze dell'ordine, sin dal primo colpo, attraverso dei videomessaggi. L'uomo, stando alle prime informazioni, e' stato intercettato e bloccato dagli uomini dell'Arma a Rosciano, nel pescarere. Le ricerche sono state coordinate dal sostituto procuratore del Tribunale di Pescara Silvia Santoro. 

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