Pavia e' secondo i dati ufficiali la provincia dove si spenderebbe circa il doppio rispetto alla media nazionale. Con i suoi 2.954 euro pro capite versati nel 2012, escluso il gioco on line, la localita' lombarda in passato ha fatto gridare allo scandalo, con tanto di mobilitazioni, marce, proteste. Oggi a far chiarezza e a ridare onore alla provincia ci pensano le Fondazioni Antiusura (vedi lanci precedenti), che svelano il mistero: non c'e' troppo azzardo, ma "troppa regolarita'". A differenza di quanto accade altrove, infatti, in provincia il gioco in nero e' residuale e questo fa registrare valori anomali rispetto alle altre aree del paese. "I valori ufficialmente registrati a Pavia sono assai prossimi a quelli reali che si conterebbero se oltre alla parte 'certificata' dalla rete informatica dei Monopoli si includesse la frazione di denaro in nero, cioe' il giocato con gli apparecchi disconnessi o manomessi" si specifica nel rapporto. Di conseguenza, non e' sbagliato o esagerato il dato pavese, bensi' e' inesatto quello finora calcolato per tutte le altre province italiane: "Nella citta' medievale c'e' un 'tasso di regolarita'' che costituisce la vera anomalia. Rovesciando le conclusioni sinora molto strillate, proprio Pavia potrebbe rappresentare la 'metrica di base' per stimare il 'nero' che esiste (indisturbato) altrove". Ora che tutto e' chiarito, il primato per il consumo di gioco d'azzardo registrato passa dalla provincia lombarda al Sud. Le prime in classifica per incidenza dell'azzardo sul Pil sono Teramo (9,86), Caserta (8,97), Napoli (8,08), Pescara (8,01), L'Aquila e Benevento (8,00), Latina (7,73), Brindisi (7,69), Terni (7,59), Sassari (7,55), Isernia (7,44). A Napoli, inoltre, si registra la maggior incidenza dell'azzardo sul reddito disponibile: 6,69 euro ogni 100. "E' il contributo piu' imponente al gioco industrializzato di massa, in rapporto alla ricchezza ufficialmente censita", senza contare il peso dell'azzardo via web e del nero.
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