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Pubblicato il 29/06/2015 18:06

Incendio della discarica di Chieti, esclusa la presenza di diossina

I primi rilievi escludono al momento la presenza di diossine

Per l'incendio doloso che, nella notte tra venerdi' e sabato scorsi, ha interessato un'area adibita a discarica abusiva in localita' Colle Marcone i primi rilievi escludono al momento la presenza di diossine. Lo si apprende dal sindaco doi Chieti, Umberto Di Primio, che afferma "Dalle prime risposte che l'Arta mi ha fornito per le vie brevi, viene al momento esclusa la presenza nell'aria di composti clorurati (Diossina) ed e' questa una prima, confortante notizia. Per valutare al meglio l'andamento della situazione e rendere l'azione il piu' possibile puntuale, in modo da poter fornire risposte esaustive alla collettivita' - prosegue il sindaco - ho chiesto al Comando 133 dell'Aeronautica Militare di indicarmi i rilievi dell'andamento dei venti in quota nella notte tra sabato 27 e domenica 28 giugno e nell'intera giornata di domenica; al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di conoscere il livello raggiunto della temperatura di fiamma per comprendere l'altezza della colonna di fumo". Di Primio, che rimane in costante contatto con l'Arta, questa mattina, nel proprio ufficio, ha presieduto una riunione tecnica per fare il punto della situazione. Nel corso della riunione sono state esaminate le azioni da adottare a tutela della salute pubblica proprio alla luce dei primi dati forniti dall'Agenzia regionale per la tutela dell'Ambiente. Alla riunione hanno partecipato i sindaci di Bucchianico, Gianluca De Leonardis, e di Casalincontrada, Vincenzo Mammarella, il Dirigente del Settore Ambiente, ing. Giuseppe La Rovere, il consulente ambientale del Comune di Chieti, ing. Giustino Angeloni, la dott.ssa Valentina Italiani in rappresentanza del prefetto, il dott. Enrico Berardi per la Asl di Chieti. Successivamente, a riunione ormai terminata, e' intervenuto il dott. Roberto Cocco dell'Arta. Non ha potuto partecipare il sindaco di Manoppello, Gennaro Matarazzo, che si e' tenuto telefonicamente in contatto con il sindaco Di Primio. "L'Arta - ha dichiarato il sindaco - sta effettuando le analisi sulle campionature prelevate nella giornata di ieri e proseguira' tale attivita' anche per quanto riguarda la giornata odierna per ricostruire quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica ed accertare dove si sono verificate le ricadute della colonna di fumo. Potremo, cosi', capire se adottare, nei prossimi giorni, provvedimenti diversi rispetto all'ordinanza emessa che resta, al momento, in vigore a scopo precauzionale"

La presenza della discarica distrutta da un rogo alle porte di Chieti, nata come impianto per lo stoccaggio di rifiuti speciali, e' nota da anni: nel febbraio del 2009 l'area venne infatti individuata dagli uomini del Roan della Guardia di Finanza di Pescara che su quel terreno trovarono rifiuti pericolosi fra i quali batterie esauste al piombo, accumulatori, batterie al nichel cadmio, fanghi, olii esausti di origine minerale e scarti di olio, farmaci scaduti, solventi e miscele di solventi, diluenti per solventi, diluenti per vernici, resine a scambio ionico. Dall'indagine della Finanza e' nato un processo che porto' nel 2012 alla condanna da parte del giudice monocratico di Chieti del legale rappresentate della societa' che gestiva l'impianto, una condanna a 8 mesi di arresto e 15.000 euro di ammenda. Il sito non e' mai stato bonificato. La Finanza, sempre nel 2009, scopri' che molti rifiuti non erano ispezionabili in quanto raggiungerli avrebbe comportato una condizione di rischio e che molte zone dell'impianto di stoccaggio erano inaccessibili a causa della presenza dei rifiuti e quindi qualora si fosse verificato un incendio sarebbe stato difficile per i soccorritori poter intervenire. Cosa che si e' puntualmente verificata nella notte dal 27 giugno, difficolta' alle quale si sono aggiunte quelle legate ad una strada provinciale, la numero 8, chiusa per frana dal 2 dicembre del 2013, e riaperta solo per poche settimane, fra il 19 gennaio e il 26 febbraio scorsi quando, a causa delle piogge, altra terra e' venuta giu' dalla collina sovrastante bloccando definitivamente quel tratto di strada su cui ricade l'unico accesso alla discarica andata a fuoco.


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