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Pubblicato il 27/11/2013 08:08

La legge di stabilità passa al Senato con 171 sì

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La Legge di Stabilita' ottiene la fiducia al Senato. Una lunga seduta dell'aula, caratterizzata da contestazioni sulle modifiche formali proposte al testo dell'emendamento del governo, si e' conclusa con 171 senatori che hanno votato a favore della fiducia e 135 contro. Senza il partito di Berlusconi nella maggioranza, il premier Enrico Letta vede una maggior "chiarezza" politica, con la fine del tiro a segno quotidiano sull'esecutivo e sul ministro Saccomanni da parte dei "falchi" come Renato Brunetta. L'altra scommessa di Letta e del Governo dipende dai contenuti della legge di Stabilita' che dovrebbe favorire la ripresa dell'economia nel 2014, anche grazie ad alcune misure innovative inserite all'ultimo nel provvedimento, mentre Letta ne profila altre nel passaggio alla Camera.

Il passaggio segna anche un cambio di fase politica, con l'uscita dalla maggioranza di Forza Italia, cioe' il partito che piu' si era speso per la nascita di un governo di larghe intese. ''Non merita la nostra fiducia'', ha detto il capogruppo di Forza Italia, Paolo Romani nel pomeriggio di ieri. ''Questa e' la legge di stabilita' delle poltrone'', aveva detto Silvio Berlusconi in mattinata parlando ai suoi parlamentari, anticipando cosi' il giudizio negativo e il passaggio all'opposizione.  L'approvazione della legge di stabilita' da parte del Senato e' avvenuta in un clima convulso. La commissione Bilancio non e' riuscita a completarne l'esame e alle 3 della notte tra lunedi' e martedi' ha gettato la spugna. Il governo intendeva porre la fiducia sul testo approvato dalla Commissione e cosi' si e' trovato spiazzato. E' stato cosi' presentato un maxi-emendamento che ha recepito tutte le modifiche votate in Commissione, piu' gli emendamenti presentati ma non votati dal governo e dai relatori, Giorgio Santini(Pd) e Antonio D'Ali' (Ncd). Il testo e' stato evidentemente steso in fretta e furia visto che presentava errori anche materiali che hanno ritardato poi i lavori d'aula, provocando la polemica politica delle opposizioni.

Tra queste ultime per la prima volta ufficialmente e' stata annoverata Forza Italia, dopo che lo era stata solo a livello di dichiarazioni polemiche da parte dei "falchi" nelle settimane scorse. Di qui il commento di Letta che questo passaggio ha almeno fatto ''chiarezza'' ed ha reso il governo piu' forte. Certo tutta questa chiarezza forse non viene percepita dall'esterno, tanto e' vero che il presidente della Commissione Europea Barroso ha telefonato a Berlusconi per convincerlo a votare per il governo. Cosa che non e' avvenuta e a tarda sera i senatori di Forza Italia non hanno votato la fiducia. Nonostante le polemiche proprio di Forza Italia e le accuse di aver varato una manovra di tasse, il governo e' convinto che il provvedimento avra' un impatto positivo. Il taglio del cuneo fiscale portera' detrazioni ai redditi fino a 35.000 (con un impatto maggiore tra i 15.000 e i 20.000); la Iuc, la nuova imposta sugli immobili, esentera' chi non ha pagato l'Imu nel 2012; inoltre sono state inserite alcune misure innovative come una sperimentazione in alcune aree metropolitane del reddito minimo di inserimento, finanziato da un contributo di solidarieta' sulle pensioni d'oro. Letta spera non solo in un impatto positivo sull'economia reale, ma anche in un apprezzamento dell'opinione pubblica. Tanto piu' dopo l'apertura da lui fatta oggi: destinare tutti i tagli della spending review del 2014 al taglio delle tasse delle famiglie. Una misura da inserire nel passaggio alla Camera.

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