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Pubblicato il 23/06/2012 20:08

La moda abruzzese conquista la Cina

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Carmine Ferrante punta ad aprire 250 negozi

 

Sessanta negozi già attivi e altri 200 circa da aprire a breve. Un piano di espansione che assume ancora maggiore significato se il territorio da coprire è la Cina, potenza economica mondiale vista spesso come spauracchio per la crescita delle nostre imprese. Un risultato in controtendenza quello di Carmine Ferrante, imprenditore della moda che dopo il Pitti Uomo, ha ricevuto nel suo stabilimento di Pescara una delegazione cinese, desiderosa di scoprire i segreti della qualità Ferrante.

“Vengono spesso a trovarci – dice Carmine Ferrante – diciamo che ogni 30-40 giorni sono qui. Questa volta sono venuti addirittura con una troupe televisiva al seguito. La cosa ci fa piacere, anche perché noi in Cina abbiamo già 60 negozi nelle città più importanti, da Canton a Shangai, e per il prossimo anno puntiamo a Pechino”. A far gola è il mercato potenziale di circa 300 milioni di clienti che può essere raggiunto nel Celeste Impero.

“Sono tanti anni che vado in Cina, ho avuto la fortuna di aver conosciuto questo gruppo, Raidy Boer, che sta dando i suoi risultati negli ultimi due anni. Il prodotto fatto lì è di altissima qualità, di grande livello, sia per le materie prime che per il manufatto e anche i negozi sono posizionati in department store di primo livello”, spiega ancora Carmine Ferrante.

L’imprenditore spazza il campo dai dubbi sulle difficoltà di ingresso sul mercato della Cina, dove Ferrante può contare su uno staff di quaranta persone interamente dedicato a lui.  “Se questo lavoro lo ami e lo sai fare lo puoi svolgere dappertutto. Non conta se sei italiano o cinese”, conclude Ferrante.

 


 “In Cina ci amano”, gli fa eco Paride Albanese, “questo permette di avere un sincronismo di idee importante con i loro imprenditori. Per quanto riguarda la moda c’è solo l’Italia. Vengono qui per apprendere sempre di più e vedere come nascono le nuove linee. Questo rappresenta una opportunità straordinaria per le imprese abruzzesi”. 

 


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