La procura di Pescara ha aperto una inchiesta ipotizzando il reato di truffa dopo il ritrovamento nel computer del direttore della societa' di riscossione crediti Soget, Gaetano Monaco, finora unico indagato, di una lista contenente i nomi di 846 politici di varie regioni. La Soget si occupa di riscuotere le tasse locali non pagate dai cittadini residenti e lavora in parecchie regioni: l'indagine riguarda principalmente comuni in Abruzzo e Puglia, ma anche in Calabria, Sicilia, Lazio e Umbria, Toscana e Lombardia: ha la sede legale a Pescara e quella amministrativa a Taranto. Nella lista finita sul tavolo del pm Gennaro Varone, elenco che contiene solo nomi di persone che hanno incarichi politici, ci sono sindaci di capoluoghi di provincia in Abruzzo e Puglia, consiglieri e assessori regionali, un centinaio di sindaci e assessori o semplici consiglieri comunali. Ad incuriosire la procura e' stata proprio la 'categoria' della lista: solo pubblici amministratori. A fianco dei nomi l'importo del debito a carico del contribuente-politico, il debito perseguibile e una voce come 'debito non scaduto'. Da qui la voglia di fare luce sul significato di questa lista. Nelle scorse settimane erano gia' usciti i nomi di alcuni politici abruzzesi in debito con la Soget e solo dopo hanno poi regolarizzato la loro posizione. L'inchiesta era nata da una denuncia anonima, ma ha avuto una svolta dopo la presa di posizione del M5S di Pescara che in fase di discussione del bilancio 2014 del Comune chiese lumi su 35 mln di euro di crediti della Soget dichiarati 'non esigibili e quindi non riscuotibili'. La procura vuole infatti capire come sia stato possibile inserire alcuni crediti tra i 'non esigibili' per persone che da anni percepiscono indennita' di carica con soldi del contribuente e che sono facilmente individuabili, cosa confermata proprio dal loro inserimento in una 'lista dedicata'
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