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Pubblicato il 21/04/2013 10:10

Le prime parole di Giorgio Napolitano

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Le tappe per la formazione del nuovo Governo

Le prime parole di Giorgio Napolitano da presidente rieletto sono rivolte al Parlamento. 'Sono grato - ha detto Napolitano - per la fiducia che mi ha dato il Parlamento' ha detto al Quirinale il capo dello Stato ricevendo dalla presidente della Camera, Boldrini, e dal presidente del Senato, Grasso, la notizia dell'avvenuta sua rielezione. 'Sara' una prova difficile in un momento cruciale' ha aggiunto Napolitano. In questa fase difficile per il Paese "tutti onorino i loro doveri" con l'obiettivo di "rafforzare le istituzioni repubblicane". "Lunedì dinanzi alle Camere avrò modo di dire quali sono i termini nei quali ho ritenuto di dover accogliere" la richiesta delle forze politiche a ricandidarmi" ha concluso.

Napolitano resta al Quirinale piu' forte politicamente e con alla cintola la pistola carica dello scioglimento delle Camere. Da usare anche subito, per andare a votare a giugno.
Tutti su al Colle, gia' martedi' per provare a fare un Governo politico, forte e saldo sulle gambe che possa durare almeno un anno, meglio due. Un governo di salvezza nazionale, per usare una formula che ben definisce quanto vicina al baratro sia finita la politica, stretta tra le proteste di piazza davanti alla Camera e lo sfarinamento del partito di maggioranza. Un sistema bloccato che il mondo intero osserva a bocca aperta, senza capire i complessi meccanismi di una democrazia parlamentare inceppata da una legge elettorale, il Porcellum, la cui riforma sara' al primo punto della lista di Giorgio Napolitano.
In cima alla lista dei preferiti per il ruolo di premier c'è Giuliano Amato ma il dottor Sottile non piace alla Lega e per il Pd, pur a pezzi, rappresenta tutto il contrario del cambiamento. 
Altri rumours parlamentari indicano che Napolitano non vuole buttare il lavoro dei dieci 'saggi' e - forse - potrebbe utilizzare anche alcune personalita' per dare corpo ad un esecutivo meno politico ma decisamente piu' coeso. Ad esempio usando personalita' dei partiti ma dialoganti, come Gaetano Quagliariello per il Pdl, Luciano Violante per il Pd, o Enzo Moavero per Scelta Civica.
Quel che e' certo e' che la trattativa condotta da Pier Luigi Bersani e' stata avviata ieri. Immediatamente dopo la clamorosa bocciatura di Prodi il segretario del Pd ha compreso che il suo partito non avrebbe retto nel segreto dell'urna a nessun altro nome che a quello di Giorgio Napolitano. E sono partite le telefonate. La prima al Colle per capire se ci fosse una fessura nella quale infilarsi. Trovato lo spiraglio, Bersani ha allargato il giro d'orizzonte e portando in dote il nome di Napolitano non e' stato difficile trovare ampi consensi. Piu' difficile e' stato garantire a Napolitano 'carta bianca' sulla formazione del nuovo Governo. Naturale che il presidente abbia chiesto la garanzia di non ritrovarsi nella stessa situazione delle scorse settimane. Cioe' in consultazioni di nuovo al buio con il rischio concreto di sentirsi riproporre una serie di sterili veti. 

'Mi auguro che tutti onorino i loro doveri istituzionali', ha detto invece seccamente subito dopo la storica rielezione.

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