Sara' un'unita' di crisi a occuparsi delle iniziative da intraprendere per valutare le conseguenze della relazione sul rischio sismico consegnata dal perito del Tribunale e stabilire eventuali azioni conseguenti volte a tranquillizzare operatori e utenti sullo stato di sicurezza dell'ospedale di Chieti. Lo ha deciso la Direzione Aziendale della Asl Lanciano Vasto Chieti, al lavoro per dare risposte concrete e immediate all'allarme destato dall'ufficializzazione dei contenuti del documento, e anticipare provvedimenti che potrebbero rendersi necessari se gli elementi di rischio gia' denunciati fossero confermati anche nella versione definitiva della relazione, che terra' conto anche delle controdeduzioni che saranno presentate dalla Asl e dall'impresa costruttrice. "La relazione provvisoria depositata non aggiunge elementi tecnici di particolare novita' o gravita' a quanto gia' sapevamo sullo stato delle strutture - ci tiene a precisare il Direttore Generale Francesco Zavattaro - mi sento di dire, in tranquillita', che la situazione e' sotto controllo, anche se in ogni caso sono allo studio nuovi provvedimenti: siamo al lavoro ininterrottamente da questa mattina per verificare le modalita' che ci permettano di alleggerire il peso fisico delle strutture, ma non dimentichiamo che stiamo parlando di attivita' sanitarie, e che gli spostamenti devono avvenire in condizioni di assoluta sicurezza".
"Per questa ragione - aggiunge il manager - ci siamo presi altre 24 ore di tempo per decidere tempi e modi di questa ricollocazione". Insomma le risultanze della perizia, secondo Zavattaro, confermano quanto emerso sia nelle verifiche eseguite dalla societa' Stin che dalla stessa Asl. Come si ricordera' - afferma la Asl in una nota - quello del rischio sismico della struttura ospedaliera e' un problema non di oggi, che l'azienda sanitaria segue da circa un anno, da quando, cioe', si evidenziarono carenze in ordine alla tenuta sismica emerse nel corso di verifiche eseguite dalla societa' Stin, dopo il terremoto del 2009, su incarico della Regione in molte strutture strategiche. I tecnici incaricati si espressero in termini di criticita' alta su un pilastro del blocco F, trovato fuori norma, che pertanto andava messo subito in sicurezza, mentre evidenziarono la necessita' di un'analoga operazione su tutto l'ospedale, il cui costo e' stato stimato in 60 milioni di euro. Una cifra di portata tale da richiedere necessariamente un accertamento tecnico preventivo da parte del Tribunale e un progetto di pianificazione pluriennale degli interventi, da finanziare con risorse dedicate reperite attraverso fonti di finanziamento regionali o statali. Proprio per la necessita' di ottenere una valutazione certificata del danno - prosegue la nota - la situazione fu segnalata dal Direttore generale della Asl al Tribunale civile con la richiesta di un accertamento tecnico preventivo, oltre che alla Procura ai fini di un eventuale accertamento di reato. La relazione rimessa due giorni fa dal consulente tecnico nominato dal Tribunale, dunque, scaturisce dall'inchiesta scattata a seguito della segnalazione della Asl in sede civile.
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Uno spostamento rapido di pazienti e macchinari all'ospedale di Chieti ha fatto scattare l'allarme. La Regione e il manager della Asl, Francesco Zavattaro, hanno deciso di svuotare due ali dell'ospedale in attesa di verificare la staticità della struttura.
La decisione è giunta doo che nella relazione dell’ingegnere Enrico De Acetis, si parlava di "scadente resistenza dei materiali non compatibile con l'attività sanitaria".
La società d’ingegneria Stin, su incarico della Regione Abruzzo, è stata inviata a fare verifiche sismiche sul policlinico di Chieti. Dalla Asl sono state spedite due segnalazioni alla procura e al tribunale civile, che hanno aperto due distinti fascicoli.
Secondo Zavattaro, l'unica soluzione, in attesa di una verifica definitiva è quella di "alleggerire l’edificio", da qui il trasferimento dei pazienti e dei macchinari. Nel blocco C ci sono la sala parto, Ortopedia, Nefrologia, Chirurgia toracica, Otorino, il Centro obesità e la Ginecologia. I pazienti saranno trasferiti a Ortona. Nel corpo F ci sono l’Unità di terapia intensiva coronarica, l’Anestesia, la Dialisi e la Rianimazione oltre a cucine e servizi, con circa 30 posti letto di terapia intensiva. I malati saranno accolti nel palazzo di Cardiochirurgia.
Silvio Paolucci, segretario regionale Partito Democratico: vicenda inquietante
'Tutte le Istituzioni, dalla Regione alla Asl alla Magistratura facciano emergere la verita': quanto si ipotizza sia avvenuto sul presidio di Chieti ha caratteri profondamente inquietanti, e i cittadini hanno il diritto di sapere dove sono le eventuali responsabilita''. Lo afferma il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci.
'Se venissero confermati i fatti in questione - aggiunge Paolucci -, saremmo di fronte a responsabilita' diffuse e che vanno ricercate nel tempo, quando cioe' sulle spalle dei cittadini venivano caricati debiti e lavori forse non sicuri facendo ricorso ad una spesa pubblica facile e inefficiente. Ma emerge anche un altro aspetto importante: i dubbi sulla solidita' di parte della struttura non sono scattati in un solo giorno. Si chiariscano i tempi di questa presa di coscienza sui rischi che correva parte del presidio, dopodiche' si dica ai cittadini cosa e' avvenuto dal giorno in cui e' stata recepita la prima relazione tecnica. Ci si chiede infatti se puo' essere accaduto che in presenza anche solo di un sospetto sulla sicurezza di una parte del presidio teatino, non se ne sia tenuto conto quando quello stesso presidio e' stato chiamato ad assorbire i pazienti 'fuoriusciti' dagli ospedali territoriali in via di chiusura. In altre parole: si dica chiaramente se e' possibile che nonostante ci fosse gia' il sospetto di una paventata possibile inidoneita' di parte della struttura, non se ne sia tenuto conto in sede di piano di riordino della sanita' all'interno del piano operativo, se nel costante rapporto di questi mesi (gli ultimi tavoli a giugno e luglio 2012), il ministero sia stato o meno informato anche, eventualmente, per procedere ad una distribuzione diversa dei servizi in via del tutto prudenziale, visto che oggi si prefigura il trasferimento di alcuni reparti'.
Il commento di Mauro Febbo, assessore regionale Pdl
"La lunga e travagliata storia del SS. Annunziata di Chieti e' arrivata ad uno snodo cruciale che purtroppo conferma quanto il sottoscritto aveva denunciato all'epoca dell'inaugurazione e come l'ospedale di Chieti sia il risultato di una pessima gestione della cosa pubblica". Cosi' l'assessore regionale Mauro Febbo, in merito al provvedimento d'urgenza preso da Regione e Asl per svuotare due ali dell'ospedale di Chieti a seguito del parere del tecnico del Tribunale di verificare le condizioni di staticita' della struttura e in attesa della perizia definitiva "Gia' nel 1999, quando ero Presidente della Provincia di Chieti - ricorda Febbo - avevo piu' volte segnalato le incongruenze e stranezze che avevano caratterizzato la costruzione del nosocomio teatino a cominciare da un progetto concepito oltre vent'anni prima dell'inaugurazione, alla ditte che si sono succedute nei lavori e ai finanziamenti che piovevano come manna dal cielo. Troppe cose sono state sottovalutate ma del resto sono fermamente convinto che l'Ospedale di Chieti, che pur rappresenta un importante punto di riferimento per l'intera provincia, sia il frutto di un modo di gestire la cosa pubblica tipico della prima Repubblica che oggi qualcuno osanna e spesso rimpiange. Spiace constatare ora, attraverso un'inchiesta della Procura, che quella struttura cosi' imponente presenti delle carenze strutturali dovute alle modalita' di costruzione e soprattutto a materiali scadenti. Ancora una volta a distanza di anni - rileva Febbo - ci troviamo di fronte ad un altro flop di quella politica e di quella filosofia di amministrare anche la sanita' che ha prodotto risultati estremamente deludenti a fronte di un ingente utilizzo di soldi pubblici"
"Il SS. Annunziata - prosege l'assessore - la cui costruzione era iniziata nel dicembre del 1972, ultimato dopo ventisette anni dopo la posa della prima pietra, e' costato ben 236 miliardi delle vecchie lire e ha usufruito, si fa per dire, di sostanziosi finanziamenti a 'pioggia'. Ci sarebbero voluti 6 anni per ultimarlo ma proprio a causa di questa gestione impropria dei fondi pubblici e di un colpevole lassismo i tempi sono diventati biblici. Oggi, a distanza di 13 anni dal taglio del nastro celebrato in pompa magna alla presenza anche dei rappresentanti locali e nazionali del centro sinistra (l'allora Ministro alla Sanita' era Rosy Bindi), ci troviamo di fronte ad una situazione che, come ha affermato il manager Zavattaro, apre scenari inquietanti. L'inaugurazione in pompa magna dell'ottobre 1999 c'erano anche l'allora assessore regionale Vincenzo Del Colle, il manager della Asl teatina avvocato Mauro D'Eramo, il direttore sanitario Rocco Salini, Antonio Falconio, Umberto Aimola e naturalmente Remo Gaspari che era Ministro della Sanita' al momento dell'inizio dei faraonici lavori". "La Regione e la Asl - informa Febbo - sono gia' al lavoro per trovare una soluzione per quella che e' una vera e propria emergenza ma resta l'amaro in bocca perche' a fronte di un impressionante impegno di fondi pubblici, scopriamo di avere un'opera costruita male e che nonostante cio' abbia superato anche i collaudi. All'epoca avevo cercato di mettere in evidenza gli aspetti poco chiari di questa storia e per questo avevo deciso di non prendere parte alla cerimonia di inaugurazione; oggi vedo confermate le mie tesi anche se questo sinceramente non mi conforta". Ci sono voluti 13 anni perche' le mie critiche trovassero conferma - conclude Febbo - e spero che non ce ne vogliano altrettanti per darmi ragione anche sugli scandali prodotti dal centrosinistra come Eurobasket 2007 e Giochi 2009/Villaggio del Mediterraneo"
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