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Pubblicato il 13/05/2015 22:10

Processo Bussi, il Fatto Quotidiano: "pressioni sui giudici"

fatto quotidiano, processo bussi

Il Csm apre un fascicolo

Avrebbero subito pressioni e non sarebbero stati 'sereni' i giudici popolari che lo scorso 19 dicembre hanno emesso la sentenza per il processo in Corte d'Assise a Chieti in merito alla megadiscarica dei veleni della Montedison di Bussi sul Tirino. Lo rivela oggi 'Il Fatto Quotidiano' in apertura. La procura di Pescara aveva chiesto la condanna per i 19 imputati a pene che variavano da 4 a 12 anni per avvelenamento doloso delle acque e inquinamento doloso. La sentenza della Corte D'Assise ha invece assolto tutti dal primo reato perche' il fatto non sussiste e derubricato il secondo a colposo, cosa che ha comportato una riduzione della pena a 5 anni poi prescritta per tutti. Due giudici popolari che hanno chiesto l'anonimato spiegano al giornale una che ''non ero serena quando hanno emesso la sentenza'', e la seconda che ''sopratutto nelle sue motivazioni, proprio non mi riconosco''. ''Ma le dico di piu' - ribadisce una dei due giudici popolari - non abbiamo mai letto gli atti del processo''. Secondo 'il Fatto' poi in una cena informale precedente alla camera di consiglio del 19 dicembre, di fronte alla convinzione dei giudici popolari di emettere una sentenza di condanna per dolo, il presidente della Corte ''ci ha spiegato che se avessimo condannato per dolo, se poi (gli imputati ndr) si fossero appellati e avessero vinto la causa, avrebbero potuto citarci personalmente chiedendoci i danni e avremmo rischiato di perdere tutto quello che avevamo''. Interpellato dal giornale il presidente della Corte Camillo Romandini non ha voluto commentare spiegando che ''i giudici popolari si assumono la responsabilita' di cio' che dicono'

Una pratica affidata alla prima Commissione che fara' indagini e valutazioni sulla vicenda riguardante il processo sulla discarica di Bussi. A disporne l'apertura e' stato il Comitato di presidenza del Csm questo pomeriggio, in relazione alle notizie, pubblicate da 'Il fatto quotidiano', secondo cui giudici popolari della Corte d'Assise di Chieti avrebbero ricevuto pressioni. "L'avvio della pratica - ha spiegato il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini - e' stato deciso anche dopo aver ricevuto una missiva dall'avvocato dello Stato, Cristina Gerardis"

 

Le reazioni

 "La nostra fiducia nel lavoro dei giudici rimane inalterata, ma riteniamo necessario un approfondimento su quanto avrebbero dichiarato alcuni giudici popolari". Lo ha detto l'assessore regionale all'Ambiente, Mario Mazzocca, commentando quanto riportato oggi dal quotidiano "Il Fatto Quotidiano" in merito alla sentenza della Corte d'Assise di Chieti sulla discarica di Bussi. "Le dichiarazioni rilasciate alla testata giornalistica da alcuni componenti non togati della Corte d'Assise, qualora confermate, sollevano pesanti interrogativi ai quali necessariamente bisogna dare risposta. Il processo ai presunti responsabili dei danni ambientali causati dalla discarica di Bussi - ha aggiunto Mazzocca - e' destinato a segnare la storia ambientale di questa regione. Non sarebbe tollerabile, infatti, nemmeno il sospetto che la sentenza emessa non sia il frutto di un giudizio sereno sulle ragioni delle parti protagoniste del dibattimento. Per tutta la durata del processo - prosegue l'assessore all'Ambiente - abbiamo potuto constatare la correttezza e l'attenzione con le quali i giudici e tutte le parti in giudizio hanno istruito l'intero processo. Proprio per questo appare doveroso l'accertamento di quanto riferito dalla stampa in ordine a dichiarazioni rilasciate da alcuni componenti della Corte d'Assise"

"Chiediamo al governo, e in particolare al ministro della Giustizia Orlando e al ministro dell'Ambiente Galletti e al Csm di intervenire per verificare le notizie pubblicate oggi da 'Il Fatto'". Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane. "Se le notizie di oggi fossero confermate - prosegue Stefania Pezzopane - sarebbe necessario riaprire il processo con un nuovo collegio giudicante, la Procura dovrebbe ascoltare al piu' presto la testimonianza delle giudici popolari che hanno rivelato al Fatto Quotidiano comportamenti gravissimi dei magistrati togati. E anche il Csm dovrebbe prendere provvedimenti. In ogni caso e' necessario fare piena luce ed e' per questo che sto presentando un'interrogazione parlamentare"

"Le clamorose rivelazioni de Il Fatto - commenta Luciano Di Tizio, Delegato Abruzzo del WWF Italia - meritano un approfondimento. Il WWF segue questa vicenda sin dall'inizio. Pagammo anche di tasca nostra le primissime analisi sulle acque potabili e rendemmo pubblico il fatto che in quell'acqua erano presenti contaminanti. Siamo nel processo come parte civile e siamo stati presenti in tutte le udienze. La sentenza ci sorprese ma ne prendemmo atto, sia pure con amarezza. Ora emergono inquietanti ipotesi. Solleciteremo il doveroso accertamento dei fatti, a questo punto necessariamente anche con un esposto, perche' su questa vicenda non restino ombre di alcun tipo".

L'avvocato Tommaso Navarra, che tutela il WWF Italia nel cosiddetto processo di Bussi, aggiunge: "Laddove confermate, le dichiarazioni apparse oggi sul Fatto Quotidiano appaiono di assoluta gravita'. Noi abbiamo sempre creduto nella estrema fondatezza in fatto e in diritto delle imputazioni. Le centinaia di migliaia di pagine degli atti processuali sono state la base unica e onesta intellettualmente delle nostre convinzioni. Naturalmente per decidere era ed e' indispensabile leggere quelle carte"

"Le affermazioni dei giudici popolari in merito all'assoluzione per disastro ambientale della Montedison per la discarica di Bussi sul Tirino, riportate da fonti di stampa e se corrispondenti al vero, sono di estrema gravita'. Chiediamo che vengano inviati con urgenza gli ispettori del Ministero della Giustizia presso il Tribunale di Chieti per capire cosa sia successo e di chi siano le responsabilita'. Bisogna accertare se vi siano state indebite pressioni affinche' il verdetto fosse pilotato verso il disastro colposo cosi' da far scattare la prescrizione". I deputati abruzzesi M5S Andrea Colletti, Gianluca Vacca, Daniele Del Grosso e i membri M5S della commissione d'inchiesta sul traffico di Rifiuti si dicono "sconcertati".

"Se le fonti anonime, presentate come due giudici della Giuria popolare, de Il Fatto Quotidiano confermano quanto dichiarato al giornale ci troveremmo di fronte ad un fatto di gravita' inaudita''. Lo spiega in una nota il Augusto De Sanctis del Forum H2O, associazione che e' stata in prima linea nella vicenda di Bussi

''Riaprire il processo subito: ci era chiaro da subito che sotto ci fosse qualcosa''. E' lapidario il sindaco di Bussi Salvatore La Gatta dopo aver letto le rivelazioni del Fatto Quotidiano sul processo della discarica Montedison. ''Lo Stato non si vuole far processare e io l'ho detto il giorno della sentenza - prosegue La Gatta - e per decenni la Montedison era dentro lo Stato. Ora mi piacerebbe vedere una diversa volonta' politica: non solo sul fronte della bonifica della discarica, che e' urgente'', conclude il sindaco

"Se fosse confermato quanto scritto dal Fatto quotidiano sulle pressioni esercitate sui giudici popolari della Corte d'Assise che ha emesso la sentenza sulla 'discarica dei veleni' della Montedison di Bussi sul Tirino, allora chiedero' al ministro della Giustizia di intervenire personalmente. I cittadini meritano chiarezza su una vicenda drammatica e dolorosa, che ha segnato indelebilmente un territorio e un'intera popolazione". A dirlo in una nota il segretario nazionale dell'Italia dei Valori Ignazio Messina, che ha altresi' preannunciato il deposito di un'interrogazione parlamentare del partito e l'avvio di un'ispezione dei propri parlamentari Davico e Formisano. 

"Se quanto appreso oggi dall'articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano in data odierna dovesse rivelarsi vero sarebbe davvero gravissimo. Si tratterebbe di una ferita profondissima e insanabile per il nostro territorio, gia' martoriato da anni di inquinamento e avvelenamento del suolo e dell'acqua". Lo afferma il Presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco. "Sono sicuro - ha aggiunto - che la magistratura, come sempre ha fatto, si muovera' al piu' presto per fare chiarezza su questa vicenda e che chiarira' le modalita' con cui la giuria popolare e' arrivata al verdetto

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