Il report dell'Ispra sull'avanzata del cemento a discapito delle aree naturali e agricole ricostruisce per la prima volta l'andamento - dal 1956 al 2012 - del consumo di suolo in Italia. L'indagine, la piu' significativa collezione di dati a livello nazionale, analizza i valori relativi alla quota di superficie "consumata", fornendo un quadro completo del fenomeno. Il report rappresenta un valido strumento per l'individuazione di strategie utili a contrastare le minacce dovute alle attivita' antropiche. E' infatti solo attraverso la conoscenza dell'intero sistema e dei processi che lo governano che sara' possibile porre le basi per interventi concreti sulle cause del suo deterioramento ed alterazione. Il rapporto dell'Ispra non si configura soltanto come raccolta di dati e informazioni validate, rese interoperabili e condivise, ma sara' un tassello fondamentale, con il contributo di tutti gli altri soggetti istituzionalmente preposti, per fornire una visione complessiva dei processi fisici, chimici e biologici che governano il suolo e l'ambiente nella sua totalita', a supporto di chi dovra' decidere e operare scelte in questi settori. A livello regionale, Lombardia e Veneto, con oltre il 10%, mantengono il "primato nazionale" della copertura artificiale, mentre Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia si collocano tutte tra l'8 e il 10%. I comuni piu' cementificati d'Italia rimangono Napoli (62,1%), Milano (61,7%), Torino (54,8%), Pescara (53,4%), Monza (48,6%), Bergamo (46,4) e Brescia (44,5).
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