Questa mattina i carabinieri della compagnia di Montesilvano hanno arrestato, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Pescara, quattro giovani di Vasto poco piu' che maggiorenni accusati in concorso dei reati di sequestro di persona, danneggiamento, lesioni, violenza privata, ricettazione e riciclaggio.
I giovani arrestati dai carabinieri e condotti in carcere a Chieti sono Luis David Pollutri, nato in Colombia, 18enne, considerato la mente della banda, Lorenzo Storto, 18 anni, Graziano Di Guilmi, 18 anni, Cristian Pulina, 19 anni, tutti residenti a Vasto. La notte del 23 dicembre, alle 4, e' cominciato tutto all'uscita del locale "Hostaria Terzo Cerchio", nel centro storico di Pescara. La banda di vastesi ha accerchiato e preso sottobraccio un coetaneo (verosimilmente appartenente ad una banda locale, composta da giovani di Montesilvano, sia di origine italiana che di origini sudamericane), ha picchiato il malcapitato con calci e pugni alla testa, provocandogli delle lesioni.
"I motivi non sono chiari ma potrebbero essere legati a ruggini precedenti"- ha detto in conferenza stampa il capitano Marinelli. Il giovane e' stato salvato da due amici che hanno messo in fuga il gruppo di Vasto e trasportato il ferito in ospedale. La banda e' tornata alla carica poco dopo sequestrando un secondo giovane che stava accompagnando due ragazze (una e' la sorella di Luis Pollutri), un componente dello stesso gruppo del primo ragazzo picchiato.
Lo avrebbero costretto a salire sulla loro auto, una Golf, e hanno chiesto informazioni sui componenti del gruppo, volendo raggiungere ciascuno a casa, avendo maldigerito la fuga e ritenendola un affronto, ma lui non ha parlato per cui e' stato portato a Montesilvano, e' stato costretto a scavare delle buche in terra alla ricerca di una pistola di cui si ventilava la presenza, poi e' stato picchiato all'interno della Pineta di Montesilvano, con calci, pugni e bastoni staccati dalla staccionata dell'area verde, fino a perdere dei denti. E' stato quindi costretto a cambiarsi i vestiti sporchi di sangue, a casa, e una volta raggiunta l'abitazione di un altro componente del gruppo montesilvanese, i vastesi hanno creato danni all'edificio, con il lancio di pietre e vasi.
A quel punto i carabinieri sono intervenuti e hanno cominciato ad acquisire degli elementi sulla banda vastese, venendo a conoscenza della scomparsa del giovane montesilvanese finito sotto sequestro. L'ultimo atto si e' compiuto in due negozi di "Compro-oro", a Chieti e Chieti Scalo, dove i vastesi hanno obbligato la vittima a vendere un consistente quantitativo d'oro (gia' in possesso della banda), usando il documento di riconoscimento del montesilvanese. L'odissea del sequestrato e' terminata alle 10.30 quando e' stato rilasciato nei pressi dell'aeroporto, in stato confusionale, ed e' stato recuperato da una pattuglia dei carabinieri. Ha provato a non sporgere denuncia, forse perche' voleva vendicarsi in autonomia. Poco dopo i vastesi sono stati fermati dai carabinieri di Casalbordino su una Volkswagen: avevano i soldi derivanti dalla vendita dell'oro (duemila euro) e uno scontrino del negozio (nascosto negli slip). I due feriti sono stati giudicati guaribili in un lasso di tempo tra i venti e i trenta giorni. Il pm che ha seguito il caso e' Giampiero Di Florio, il gip Luca De Ninis
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Stando alla ricostruzione dei militari dell'Arma, coordinati dal capitano Enzo Marinelli, sarebbero i componenti di una banda, con una serie di rivali sul resto del territorio abruzzese, che lo scorso 23 dicembre ha picchiato e sequestrato due giovani di Montesilvano, obbligando uno di questi a vendere oggetti in oro e rilasciandolo solo dopo un violento pestaggio, che ha causato serie ferite giudicate guaribili in 30 giorni. Nel corso delle indagini, i quattro sono stati rintracciati da una pattuglia della compagnia carabinieri di Ortona , durante un ordinario controllo del territorio, e sono stati trovati in possesso del denaro che avevano da poco intascato. Poi sono stati sottoposti a riconoscimento da parte delle vittime e dei testimoni. Tra i componenti delle bande, quella di Vasto e quella del Pescarese, vi sono anche giovani sudamericani che sono ritenuti gli organizzatori e i capi dei gruppi, i cui "aderenti" si contraddistinguono per tatuaggi, tagli particolari sulle sopracciglia e abbigliamento.
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