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Pubblicato il 28/05/2015 22:10

Sopralluogo della Commissione Parlamentare a Bussi

pescara

Si e' concluso con l'audizione delle associazioni ambientaliste, presso la Prefettura di Pescara, il lavoro della Commissione bicamerale d'inchiesta sui rifiuti che si sta occupando della discarica dei veleni di Bussi sul Tirino. Il presidente, Alessandro Bratti, all'uscita ha detto: "L'audizione e il sopralluogo sono stati interessanti. Abbiamo ricavato oggi nuove informazioni che cercheremo di mettere assieme per approfondire alcuni aspetti non ancora chiari. Molte cose sono comunque note".

"Credo che ci sarebbe stato bisogno - ha aggiunto Bratti - di un maggiore coordinamento della parte pubblica e tra il ministero e il Commissario, che svolge il suo ruolo e che doveva essere un commissario a tempo limitato e invece c'e' da parecchi anni. Ecco, il suo ruolo dovrebbe essere un po' ridefinito. Devo dire che comunque ci sono ancora attivita' processuali in corso che meritano l'attenzione giusta perche' qualche novita' ci potra' essere. Si tratta di una situazione complicata. Diciamo - ha concluso - che c'e' stata una sottovalutazione del problema nel passato. Una minimizzazione di un problema che non era da minimizzare, ma da affrontare nella maniera adeguata"

"Tutte audizioni molto interessanti: ma finora l'impressione che ci hanno dato tutti i soggetti interpellati sulla vicenda Bussi ci consegnano il ritratto di un rimpallo incredibile di responsabilita' tra enti, siano essi commissari, Regione e altri soggetti istituzionali". E' il parere del vicepresidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sui rifiuti, Stefano Vignaroli (M5S), che oggi, tra Bussi sul Tirino  e Pescara, si e' occupata della vicenda delle discariche dei veleni scoperte a Bussi e del relativo processo

Il Wwf Abruzzo, rappresentato da Luciano Di Tizio e dall'avvocato Tommaso Navarra, nel corso della audizione presso la Commissione bicamerale di inchiesta sui rifiuti che si sta occupando del caso della mega discarica dei veleni di Bussi sul Tirino, ha presentato alla stessa Commissione un nutrito dossier. Il dossier ha come scopo quello di "da un lato segnalare alla Commissione quanto hanno fatto in termini di controllo e di inchiesta tutte le componenti della societa' civile abruzzese - ha detto il presidente del Wwf Abruzzo, Luciano Di Tizio - e di evidenziare quanto di accertato e' emerso dal processo. Nella stessa sentenza, che ha pur condotto fin qui all'assoluzione degli imputati, ci sono elementi e principi fondamentali acquisiti che richiedono un intervento. Che nelle varie discariche ci siano i veleni e' accertato; che l'inquinamento e' gravissimo, altrettanto; che e' urgente bonificare quella zona, idem. Insieme al dossier abbiamo anche presentato, proprio per questi motivi, una breve memoria sulle contraddizioni della sentenza", ha concluso Di Tizio.

E' durata poco piu' di un'ora l'audizione del sindaco di Bussi sul Tirino, Salvatore La Gatta. Il primo cittadino ai componenti della Commissione bicamerale di inchiesta sui rifiuti ha confermato che "delle discariche e dell'inquinamento a Bussi, e non solo a Bussi, tutti sapevano e hanno sempre saputo. Ho anche manifestato la mia perplessita' che negli anni si sia scelto di effettuare pozzi per l'approvvigionamento idrico a valle di un luogo di cui tutti conoscevano le condizioni".

Ma il sindaco di Bussi si e' soffermato soprattutto sull'oggi: "Alla Commissione, che ho visto molto interessata alle nostre vicende, ho spiegato che finalmente, dopo sette anni dall'inizio dell'inchiesta, a febbraio abbiamo i piani di caratterizzazione, ossia la fotografia reale dello stato dell'area interessata, sia discariche sia sito industriale. Ma ho anche detto che siamo molto interessati al futuro di Bussi - prosegue La Gatta - solo con la reindustrializzazione possiamo ridurre i danni alla zona, utilizzando i 50 milioni stanziati per la bonifica".

Dopo il sindaco sono entrati, nella sala della Prefettura dove si tengono le audizioni, il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, e l'assessore regionale all'Ambiente, Mario Mazzocca.

E' durato poco meno di un'ora e mezza l'audizione dei due sostituti procuratori della Repubblica di Pescara, Anna Rita Mantini e Giuseppe Bellelli, con la commissione bicamerale di inchiesta sui rifiuti. L'intervento dei due magistrati che hanno sostenuto la pubblica accusa al processo in Corte di Assise a Chieti per la megadiscarica dei veleni di Bussi sul Tirino e' stata secretata. I due Pm sono quindi andati via dalla Prefettura di Pescara, dove si tengono le audizioni, senza rilasciare alcun commento, Dopo di loro e' entrato nella sala della Prefettura, dove e' riunita la commissione bicamerale presieduta da Alessandro Bratti (Pd), il sindaco di Bussi sul Tirino, Salvatore La Gatta

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E' iniziata con la visita sull'area della megadiscarica dei veleni della Montedison la due giorni della Commissione bicamerale di inchiesta sui rifiuti presieduta dall'onorevole Alessandro Bratti (Pd). La Commissione di inchiesta parlamentare e' giunta in Val Pescara per acquisire materiale sulla vicenda relativa alla discarica e alle vicende processuali che lo scorso dicembre hanno portato all'assoluzione dei 19 imputati in Corte d'Assise a Chieti. A fare da cicerone, e a ricostruire l'intera storia della discarica, e' il generale del Corpo Forestale dello Stato Guido Conti, attualmente comandante del corpo in Umbria, che ha raccontato ai componenti della commissione come fu scoperta la discarica e le vicende successive. Nel pomeriggio la Commissione si spostera' a Pescara dove presso la Prefettura ascoltera' il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, l'assessore all'Ambiente, Mario Mazzocca, i due Pm titolari dell'inchiesta, Anna Rita Mantini e Giuseppe Bellelli, un legale delle parti civili e un rappresentante di associazioni ambientaliste. Sul luogo del meeting presso la discarica oltre al comandante regionale del Cfs, Ciro Lungo, anche il sindaco di Bussi, Salvatore La Gatta e il deputato Pd Antonio Castricone. 

A margine del sopralluogo sui luoghi della megadiscarica dei veleni Montedison e la fabbrica chimica di Bussi, il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti, Alessandro Bratti, e' tornato sulle vicende del processo in Corte d'assise a Chieti e sulle denunce di eventuali pressioni sui giudici popolari della Corte d'Assise. Bratti ha confermato che "la nostra istruttoria non finira' oggi con il sopralluogo e le audizioni a Pescara ma acquisiremo anche altri aspetti tecnici quali le vicende della sentenza e le recenti denunce. Non entreremo mai in conflitto con l'inchiesta che sta conducendo la Procura di Campobasso, ma - ha confermato - siamo al corrente delle notizie in merito, e abbiamo gia' scritto al Csm per stabilire un contatto, visto che anche il Csm ha aperto un'istruttoria", ha concluso.

Al termine del meeting all'interno dell'area industriale di Bussi, oggi di proprieta' della Solvay, durante il quale l'azienda ha illustrato alla Commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti lo stato attuale del sito industriale e la produzione corrente, il presidente Alessandro Bratti ha espresso il parere che in merito alla bonifica del sito e delle discariche "nel tempo ci sono stati fatti e cose che hanno rallentato l'intervento del settore pubblico. Contenziosi tra privati, procedure che non sono andate avanti in modo lineare, e ora la giustizia deve fare il suo percorso: lo Stato deve coordinarsi di piu'". Bratti si riferisce soprattutto alla tranche di 50 milioni di euro disponibili per la prima bonifica non ancora utilizzati, tra ministero dell'Ambiente e commissario ad acta Goio c'e' stato scarso dialogo, e questo non aiuta, ma e' anche vero che ci sono dei responsabili privati che devono assumersi la loro responsabilita'", ha concluso Bratti riferendosi ai rifiuti velenosi depositati nelle discariche tra gli anni '60-'70 in poi dalla Montedison. 

 

immagine di repertorio

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