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Pubblicato il 05/07/2012 11:11

Omicidio a Pescara, Ciarelli resta in carcere

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Nell'interrogatorio davanti al Gip si è avvalso della facoltà di non rispondere

Resta in carcere Angelo Ciarelli. Lo ha deciso il gip del tribunale di Pescara Mariacarla Sacco, che ha convalidato l'arresto di Ciarelli eseguito dalla squadra mobile martedì mattina. Per il gip esiste« un quadro indiziario di sicura gravità»nei confronti di Ciarelli. Il giudice ravvisa«pressanti esigenze di special prevenzione»e ritiene»concreto ed attuale il pericolo di reiterazione di gravi reati con l'uso di armi o comunque di reati della stessa specie di quelli per cui si procede»

Il gip inoltre evidenzia « l'elevata pericolosità sociale»di Ciarelli che «anche alla luce dei precedenti penali e giudiziari a suo carico, lascia fondatamente presumere che lo stesso, proprio per la dimostrata incapacità di controllare i suoi impulsi aggressivi, possa commettere gravi reati con l'uso di armi o comunque reati della stessa specie di quelli per cui si procede».

In mattina si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il legale di Ciarelli, l'avvocato Giancarlo De Marco, all'uscita del carcere di Pescara ha detto ai cronisti che il suo assistito per il momento non ha risposto alle domande del gip Mariacarla Sacco « poi vedremo - ha aggiunto- . Più in là valuteremo cosa fare. Per prima cosa voglio vedere quali sono gli indizi di colpevolezza, non ritengo che siano schiaccianti, direi che sono leggeri indizi. Secondo me non è provato che abbia sparato lui, quindi, per il momento vogliamo vedere bene come sono andate le cose e poi Ciarelli darà le sue spiegazioni»   Al suo legale Ciarelli ha detto di essere innocente «non mi ricordo - ha sostenuto De Marco - se mi ha detto se era presente al«ferro di cavallo» però mi ha riferito che se fosse stato lui non sarebbe andato in questura a sottoporsi alla prova dello stub. Sotto questo aspetto potrebbe essere credibile, io ascolto e poi traggo le conclusioni».  

Secondo l'avvocato De Marco inoltre non sussiste l'omicidio volontario «direi che si tratta di un fatto del tutto accidentale: un colpo di pistola è partito involontariamente da una persona che impugnava un'arma. Questo - ha concluso - è quello che secondo me emerge dagli atti»  

Ora spetta al gip decidere se convalidare o meno l'arresto e la permanenza di Ciarelli in carcere. All'interrogatorio era presente anche il pm Valentina d'Agostino.

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La squadra mobile, diretta da Piefrancesco Muriana, ha effettuato questa mattina due perquisizioni, di cui una nell'abitazione in cui risulta residente Angelo Ciarelli, a San Giovanni Teatino, e l'altra a Pescara in via Vicolo Moro, ritenuta il punto di ritrovo di questa famiglia. Sono stati utilizzati anche un metaldetector e un cane messo a disposizione dalla Guardia di finanza ma non sarebbero stati trovati elementi utili alle indagini. Intanto la polizia scientifica sta proseguendo gli accertamenti sulle due auto sequestrate: la Golf grigia di Eva Ciarelli trovata parcheggiata l'altra sera su una chiazza di sangue nel cortile del«ferro di cavallo»e la Renault Clio sequestrata ai due tossicodipendenti che lunedì, prima dell'omicidio di Cagnetta, hanno comprato droga da una nomade proprio in quello stabile. Non avendo pagato tutto il dovuto (mancavano dieci euro) i due sono stati richiamati dalla nomade e Ciarelli, giunto in suo soccorso, avrebbe sparato un colpo, ferendo per errore Cagnetta che voleva dare man forte della spacciatrice. Sull'auto ci sono delle impronte, ancora da studiare.

Il pm Valentina D'Agostino ha anche incaricato un perito balistico, Gaetano Rizza, del Gabinetto interregionale della polizia scientifica di Ancona, uno degli esperti arrivati a Pescara a seguito degli omicidi di Italo Ceci e Domenico Rigante.

L'autopsia

Tommaso Cagnetta è morto dissanguato a causa del colpo di pistola che lo ha raggiunto al fianco e gli ha lesionato l'aorta provocandogli una emorragia interna. Lo ha stabilito l'autopsia effettuata oggi pomeriggio dal medico legale Cristian D'Ovidio. L'esame e' servito anche per accertare che Cagnetta è stato ucciso con una calibro 38,  lo stesso tipo di arma utilizzato in altri due omicidi avvenuti a Pescara quest'anno, quello di Italo Ceci, ucciso a gennaio in pieno centro, in via De Amicis, e quello di Domenico Rigante, freddato la sera del primo maggio in via Polacchi. Per l'omicidio di Cagnetta la squadra mobile ha arrestato Angelo Ciarelli, nomade, 38 anni, fratello di Massimo, arrestato sempre dalla squadra mobile per l'omicidio dell'ultra' Domenico Rigante. Ad Angelo Ciarelli sono stati sequestrati ieri 13 proiettili calibro 38 special trovati in un tombino.

L'arma dell'omicidio non e' stata trovata

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Si svolgerà giovedi' mattina, alle 10, al carcere di Pescara, dal gip Mariacarla Sacco, l'interrogatorio di Angelo Ciarelli, 38 anni, arrestato dalla squadra mobile per l'omicidio di Tommaso Cagnetta, avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, in via Tavo, davanti al civico 171. Intanto domattina il pm Valentina D'Agostino dovrebbe affidare l' incarico per eseguire l'autopsia.

Nel frattempo è stata ricostruita la dinamica dell'omicidio di Tommaso Cagnetta. L'uomo sarebbe stato ucciso per sbaglio, forse da un colpo di rimbalzo,  al termine di una lite tra una coppia di tossici acquirenti di cocaina e un gruppo di rom: ad ammazzare il pregiudicato di origine pugliese sarebbe stato Angelo Ciarelli, secondo quanto riferito dal capo della Mobile di Pescara, Pier Francesco Muriana. La lite era sorta tra rom e tossicodipendenti per la differenza di 10 euro sull'acquisto: per fermare i tossici in fuga Ciarelli avrebbe esploso il colpo che avrebbe ucciso Cagnetta. 

Una lite, quindi, per il prezzo d'acquisto di un solo grammo di cocaina è sfociata in tragedia ieri pomeriggio nel quartiere Rancitelli, regno storico dei rom pescaresi. La Squadra Mobile ha ormai ricostruito tutto in maniera precisa e a breve il pm D'Agostino convalidera' l'arresto di Angelo Ciarelli, 38 anni, appena uscito di carcere.

Sulla dinamica dell'omicidio la polizia non ha dubbi, un episodio seguito poi da una furiosa rissa in strada all'arrivo delle volanti all'interno del grande agglomerato di case chiamato Ferro di Cavallo, dove e' morto Cagnetta: questa rissa, con decine di persone, secondo gli inquirenti sarebbe stata creata ad arte per permettere ad altri rom di far sparire la droga e forse anche l'arma del delitto. Ma davanti a casa di Angelo Ciarelli in via Vicolo del Moro, dentro un tombino, la polizia subito dopo il fatto di sangue, ha trovato 13 proiettili calibro 38 special chiusi in un calzino: l'altro calzino spaiato e' stato guarda caso trovato dentro casa del Ciarelli.

La pistola potrebbe unire i tre delitti degli ultimi mesi a Pescara, a cominciare dall'omicidio di Italo Ceci, ex componente di una banda di rapinatori, quello dell'ultra' del Pescara, Rigante, e quello di ieri sera. Tutti e tre sono stati uccisi probabilmente da una calibro 38 special e la Mobile e' in attesa dei primi riscontri. Angelo Ciarelli si e' comunque presentato da solo ieri sera in Questura, non ha confessato, ma ci sono le testimonianze che lo inchioderebbero.

Dovra' comunque spiegare cosa ci faceva armato in una piazza del noto quartiere dello spaccio di Pescara, lui che era sorvegliato speciale, con l'obbligo di soggiorno, evaso ad aprile dai domiciliari, condannato di nuovo a otto mesi ma subito scarcerato. 

 

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La squadra mobile di Pescara ha arrestato Angelo Ciarelli, 38 anni, con l'accusa di omicidio e porto abusivo di armi. E' accusato di aver ucciso Tommaso Cagnetta, il pregiudicato di 42 anni avvenuto in via Tavo, davanti al civico 171, poi morto in ospedale. Ciarelli, sorvegliato speciale e residente a San Giovanni Teatino, vive di fatto in via vicolo Moro, a Pescara, un luogo che la polizia definisce la tana del clan Ciarelli. Angelo è il fratello di Massimo, arrestato sempre dalla squadra mobile con l'accusa di aver ucciso l'ultrà Domenico Rigante, il primo maggio. Sempre Angelo è rimasto coinvolto nel 1996 nella rapina che poi ha portato all'omicidio di un carabiniere, Marino Di Resta, durante un conflitto a fuoco. 

In base alla prima ricostruzione della mobile, diretta da Piefrancesco Muriana, ieri sera sarebbe nato tutto da una cessione di droga avvenuta nella zona del "ferro di cavallo". Due tossicodipendenti avrebbero acquistato una dose da una zingara ma avrebbero saldato solo una parte debito: mancavano dieci euro. I due clienti, un uomo e una donna, sarebbero andati via mentre la donna li inseguiva e altri nomadi sarebbero intervenuti a sostegno della spacciatrice. A quel punto Ciarelli avrebbe sparato un colpo, forse con un revolver ma non si sa con quale arma, per bloccare i due e per errore avrebbe colpito Cagnetta, anche lui intenzionato a fermare l'uomo e la donna in fuga. Ciarelli, ascoltato dalla polizia, ha negato tutto.

La polizia ha esercitato pressioni sulla famiglia di Angelo Ciarelli, che si è presentato in questura dicendo di sapere di essere ricercato. «Probabilmente - ha commentato Muriana in conferenza stampa - hanno avuto troppa fretta a farlo presentare perché in un tombino vicino casa di Ciarelli, in via vicolo Moro, sono stati trovati 13 proiettili nascosti in un calzino colorato con delle scritte e uno stemmino dell'Italia»

Il secondo calzino, uguale e con lo stesso grado di usura, era a casa di Ciarelli per cui si ritiene che i proiettili fossero suoi. In casa c'era un altro calzino,ma di taglia diversa, e manca il secondo. Non si esclude che contenga la pistola con cui è stato commesso l'omicidio di ieri. L'arma dell'omicidio, però, non è stata trovata e il tipo di pistola usato si conoscerà solo dopo l'autopsia che dovrà essere disposta dal pm Valentina D'Agostino. Ad aprile, dopo aver scontato 15 anni per le vicende dell'omicidio Di Resta, Ciarelli è stato arrestato per violazione degli obblighi imposti dall'autorità giudiziaria. 

«Il risultato di oggi è solo un punto di partenza e non di arrivo. Ora dobbiamo cercare altri elementi» Lo ha detto il dirigente della squadra mobile di Pescara, Piefrancesco Muriana, in merito all'arresto, avvenuto questa mattina alle 6, di Angelo Ciarelli. Per gli investigatori il  quadro di quanto accaduto è stato chiaro«quasi subito» grazie alle fonti della Mobile sul territorio. All'attività di polizia hanno partecipato la sezione omicidi (del sostituto commissario Camerano) e la sezione antidroga (dell'ispettore Sciolé) della Mobile. A coordinare le indagini è stato il pm Valentina D'Agostino. Soddisfatto il questore Paolo Passamonti il quale ha evidenziato che pur essendo «partiti da zero» nel giro di due ore«abbiamo saputo tutto quello che era successo» e poi si è presentato Ciarelli che avrebbe detto: «So che mi andate cercando, che volete?». Il nomade è rinchiuso in carcere.

 

 

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Un uomo e' stato ucciso nel tardo pomeriggio di oggi a Pescara a seguito di una sparatoria in via Tavo. Si tratta di Tommaso Cagnetta, 42 anni, originario di San Severo. L'uomo, in base alle prime informazioni, sarebbe stato raggiunto da un colpo, pare di pistola. E' morto dopo l'arrivo in ospedale. L'uomo sarebbe stato accompagnato al pronto soccorso da un'auto privata, ma sarebbe morto.  Al momento non si conoscono altri dettagli sull'accaduto ne' su chi lo abbia ucciso. Indaga la squadra mobile, diretta da Piefrancesco Muriana.

L'omicidio e' avvenuto all'interno del cortile del cosiddetto 'ferro di cavallo', cioe' tra i palazzi popolari dove spesso vengono effettuate retate antidroga dalle forze dell'ordine. La polizia, arrivata sul posto con squadra volante, squadra mobile e scientifica, ha avviato gli accertamenti ma non sarebbero stati trovati resti del colpo esploso. Sul posto, davanti al civico 171, vicino a una Golf grigia, sono state trovate tracce ematiche. Il ferito sarebbe stato soccorso da un gruppo di persone.  L'auto e' di proprietà della sorella di Massimo Ciarelli, il nomade arrestato per l'omicidio di Domenico Rigante. Eva Ciarelli, queso il suo nome, è appena arrivata al 'ferro di cavallo' e dice che l'auto è parcheggiata li' da mezzogiorno. La Golf e' stata spostata ora per gli accertamenti della Scientifica. E' scoppiata una rissa, sotto gli occhi della polizia, tra la Ciarelli e una ragazza della zona, facendo salire la tensione alle stelle e facendo arrivare sul posto altre pattuglie. In questura la mobile sta ascoltando le persone che hanno portato in ospedale Cagnetta. L'uomo, pluripregiudicato, era stato arrestato a marzo 2011 nell'operazione antidroga della polizia denominato 'Cormorano'

L'auto di Eva Ciarelli e' stata sottoposta a sequestro dalla squadra mobile che ha ascoltato delle persone ed eseguito delle perquisizioni. Su una delle persone fermate, in particolare, ci sono dei sospetti.

Intanto sull'omicidio di questa sera e' intervenuto il sindaco Luigi Albore Mascia per chiedere al Prefetto Vincenzo D'Antuono "la convocazione urgente del Tavolo per l'Ordine pubblico e la Sicurezza. A questo punto - commenta Mascia - siamo al terzo omicidio a Pescara dall'inizio dell'anno e, come sindaco, ho bisogno di capire cosa stia accadendo nel capoluogo adriatico, senza sollevare allarmismi che non fanno bene alla citta', ma e' evidente che ho bisogno di chiarezza. Massima fiducia negli inquirenti che hanno avviato le indagini pochi minuti dopo il fatto di sangue, prosegue Mascia, ma ho bisogno di certezze per rassicurare, a mia volta, i cittadini, a partire da quelli che risiedono in una delle zone considerate piu' 'a rischio' di Pescara insieme a via Caduti per Servizio e alcune strade di Zanni"

La foto è di Michele Raho

© Riproduzione riservata

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