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Pubblicato il 25/01/2015 10:10

Studio Cgia, 1.5 miliardi di liquidità in meno per chi lavora con la Pubblica Amministrazione

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Con l'introduzione dello 'split payment' in legge di stabilita', fino alla meta' del prossimo maggio le imprese che lavorano prevalentemente con lo Stato non potranno disporre di 1,5 miliardi di euro di liquidita'. E' quanto segnala la Cgia di Mestre, secondo cui "la questione e' apparentemente tecnica; tuttavia, l'effetto di questa novita' legislativa rischia di mettere a repentaglio la fragilissima tenuta finanziaria di moltissime imprese che lavorano prevalentemente con lo Stato e le Autonomie locali, almeno fino alla meta' del prossimo mese di maggio, i fornitori della Pubblica Amministrazione non potranno disporre di 1,5 miliardi di euro di liquidita'". 

"A partire dallo scorso 1 gennaio, la legge di Stabilita' ha introdotto una disposizione che prevede, nelle transazioni commerciali tra imprese private e Pubblica Amministrazione, un nuovo regime fiscale noto con il termine 'split payment'", spiega la Cgia di Mestre, "in pratica, una volta terminata un'opera, una manutenzione, un servizio o una fornitura di beni a una Amministrazione Pubblica, l'impresa deve emettere la fattura con l'Iva. La novita' e' che l'Iva non dovra' essere incassata dall'imprenditore, bensi' dovra' essere versata all'Erario dal committente pubblico". "Pertanto, le imprese che lavorano prevalentemente con la PA non incasseranno piu' l'Iva e quindi avranno una minore disponibilita' di liquidita'", prosegue la nota, "l'Iva incassata fino al mese scorso, comunque, non rimaneva nelle casse delle imprese, ma veniva versata allo Stato entro il mese o il trimestre successivo al pagamento della fattura. In buona sostanza, si trattava di una partita di giro". "Tuttavia, questa "sfasatura" tra l'incasso e il pagamento consentiva alle aziende di recuperare l'Iva pagata sugli acquisti/prestazioni ricevute e di disporre con continuita' di una discreta quantita' di risorse finanziarie per affrontare le esigenze di pagamento piu' immediate", sottolinea ancora la Cgia di Mestre, "ora, questa possibilita' non e' piu' permessa: percio', le aziende si troveranno a credito di Iva (non potendo, come spiegato, recuperala sugli acquisti) e, almeno fino al prossimo 16 maggio, gli effetti di questa situazione saranno molto negativi".

"Solo a partire da questa data, infatti, il calendario fiscale consentira' alle aziende fornitrici di compensare i crediti Iva maturati con eventuali debiti fiscali verso l'Erario o con gli enti previdenziali/assicurativi (Irap, Irpef, Ires, Inps, Inail, ecc)", prosegue la Cgia, "pertanto, fino al prossimo 16 maggio coloro che lavorano quasi esclusivamente con il settore pubblico si troveranno a corto di liquidita' e, conseguentemente, con un flusso finanziario ridotto ai minimi termini". 
   "Pur sapendo che la novita' fiscale introdotta con legge di Stabilita' ha come obbiettivo quello di contrastare l'evasione dell'Iva - segnala il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - in questi primi 5 mesi dell'anno non saranno poche le aziende che dovranno fare i salti mortali per avere a disposizione un po' di liquidita'. Se a cio' aggiungiamo che chi lavora con la Pubblica Amministrazione sconta dei ritardi di pagamento non riscontrabili in nessun altro Paese europeo, il risultato e' drammatico. Lavorare per lo Stato non sempre e' conveniente". Proprio per scoraggiare i ritardi nei pagamenti, dall'inizio di quest'anno c'e' una grossa novita': le PA che impiegano troppo tempo per pagare i fornitori non potranno piu' assumere. Nel calcolo dei tempi medi di pagamento la legge ha stabilito che entrano in gioco anche gli importi delle fatture e non solo i giorni impiegati per onorare la scadenza. Ad esclusione degli enti del Servizio sanitario nazionale, coloro che sforeranno queste soglie non potranno procedere ad assunzioni di personale, con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e di somministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto. 
   L'Ufficio studi della Cgia, infine, segnala che l'importo pari a 1,5 miliardi di euro emerge dalla lettura della "Relazione tecnica" allegata alla legge di Stabilita' 2015. Tenendo conto che nell'ultimo anno le transazioni commerciali delle imprese con la Pubblica Amministrazione ammontavano a circa 67 miliardi di euro e che l'aliquota Iva media applicata in queste operazioni e' pari al 16 per cento circa, e' stato cosi' possibile quantificare la criticita' finanziaria che le imprese dovranno affrontare nei primi 5 mesi di quest'anno.

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