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Pubblicato il 23/07/2014 09:09

Tar Pescara, addio confermato dal 2015

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La delega della riforma della Pa prevede "la cancellazione" dei diritti camerali, ovvero delle somme che le imprese pagano alle camere di commercio ogni anno per i diversi servizi. A spiegarlo e' il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che sta seguendo da vicino anche i lavori sul dl Pa, al vaglio della commissione Affari costituzionali della Camera. E anche qui non mancano novita'.

Il decreto e' stato modificato nella parte relativa alle sedi distaccate dei Tar: la versione originale del testo stabilisce la loro soppressione, mentre l'emendamento approvato, a firma di Gregorio Gitti (Per l'Italia), salva cinque sedi su otto (Reggio Calabria, Catania, Lecce, Brescia e Salerno) per le altre tre (Latina, Parma e Pescara) invece la tagliola scattera' piu' tardi, il termine per l'abolizione e' stato spostato al luglio del 2015 (dall'ottobre del 2014).

Sempre in giornata e' stato dato disco verde ad un emendamento che impone il rendiconto, in caso di rimborso spese, per i pensionati della Pa che ricoprono incarichi dirigenziali a titolo gratuito. Il ministro Madia ha fatto sapere che domani saranno presentati gli emendamenti del Governo, quanto alla possibilita' di ricorrere alla fiducia in Aula, dove il dl dovrebbe arrivare venerdi', ha evidenziato: "poi si vedra'" per ora e' importante il lavoro della commissione, che ha definito "buono, con molte modifiche". Quanto alla delega, invece, il ministro ha evidenziato, oltre all'eliminazione dei diritti camerali, anche il trasferimenti del registro delle imprese al ministero dello Sviluppo economico. A proposito di sistema camerale, domani scenderanno in piazza i lavoratori delle Camere di Commercio, per una manifestazione nazionale che vede insieme le tre categorie di Cgil, Cisl e Uil. Tutte contro i tagli previsti, per ora, dal decreto legge di riforma della pubblica amministrazione, visto che l'abolizione inserita nella delega e' stata annunciata solo oggi da Madia. Il dimezzamento delle somme dovute dalle imprese al sistema, avrebbe gia', infatti, ripercussioni forti sull'occupazione, in un settore che, nel suo complesso, conta oltre 10 mila addetti. Se il dl non cambia, il taglio secco del 50% metterebbe a rischio, stando ai calcoli di Unioncamere, 2.600 posti.

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