Blitz antiterrorismo dei carabinieri del Ros: 14 gli arresti in corso di esecuzione in varie regioni italiane su disposizione della magistratura dell'Aquila nei confronti di un gruppo clandestino che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento neofascista "Ordine Nuovo", progettava "azioni violente contro obiettivi istituzionali".
Avevano elaborato un piano per "minare la stabilita' sociale" del Paese compiendo attentati e atti violenti nei confronti di obiettivi istituzionali come Prefetture, Questure e uffici di Equitalia, prevedendo in un secondo momento di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito. Per mettere in pratica i loro obiettivi avevano avviato la ricerca di armi, recuperandone alcune sotterrate dopo l'ultima Guerra mondiale e acquistandone altre in Slovenia tramite contatti locali o approvvigionandosi con una rapina, gia' pianificata, di armi detenute da un collezionista (progetto sfumato solo dopo il ritiro delle stesse da parte dei carabinieri di Pescara a seguito di un'attivazione del ROS). Inoltre usavano il web, in particolare Facebook, come strumento di propaganda eversiva, incitamento all'odio razziale e proselitismo. Sono alcuni dei dettagli che emergono dall'indagine avviata nel 2013 dai carabinieri del ROS nei confronti dell'associazione clandestina chiamata "Avanguardia Ordinovista" che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento politico neofascista "Ordine Nuovo" e ponendosi in continuita' con l'eversione nera degli anni '70, progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali per sovvertire l'ordine democratico dello Stato. Questa mattina con l'operazione "Aquila nera" i carabinieri hanno smantellato il gruppo eseguendo in varie province italiane (Chieti, Pescara,L'Aquila, Teramo, Padova, Milano, Como, Varese, Lodi, Pavia, Roma, Rieti, Ferrara, La Spezia, Gorizia, Ascoli Piceno, Napoli, Sassari, Modena, Napoli, Udine e Torino) 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere e tre agli arresti domiciliari, emesse dal gip del Tribunale di L'Aquila su richiesta della locale Procura: gli indagati sono accusati di associazione con finalita' di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, associazione finalizzata all'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi nonché tentata rapina. Contestualmente sono state eseguite delle perquisizioni a carico di altri 31 indagati a piede libero per gli stessi reati. Le indagini hanno documentato che il gruppo era guidato da Stefano Manni, che sarebbe stato il punto di riferimento per le attivita' di proselitismo, reperimento armi e ricerca di fondi per l'organizzazione. Nato ad Ascoli Piceno il 19 luglio 1966 e residente a Montesilvano, Manni vanta un legame di parentela con Gianni Nardi, terrorista neofascista che negli anni '70, insieme a Stefano Delle Chiaie, Giancarlo Esposti e Salvatore Vivirito, era uno dei maggiori esponenti di "Ordine Nuovo". Su Facebook Manni aveva realizzato un doppio livello di comunicazione: uno attraverso un profilo pubblico, dove lanciava messaggi per alimentare tensioni sociali e suscitare sentimenti di odio razziale, in particolare nei confronti delle persone di colore; un altro attraverso un profilo privato, limitato ad un circuito ristretto di sodali, dove discuteva le progettualita' eversive del gruppo.
Un lavoro certosino durato due anni con intercettazione che gli indagati ritenevano sicure e che invece i carabinieri dei Ros hanno ascoltato grazie alle alte competenze tecnologiche: e' questo l'incipit della conferenza stampa di stamattina a L'Aquila sul blitz coordinato dalla Procura dell'Aquila contro il gruppo clandestino di ispirazione neofascista che progettava azioni violente nei di obiettivi istituzionali. Nella conferenza stampa, dal Procuratore Capo dell'Aquila, Fausto Cardella, anche il ringraziamento per il grande lavoro fatto da alcuni membri della Polizia Giudiziaria. Tanti i particolari emersi sulla maxi-inchiesta che nasce da un'attivita' investigativa avviata dai Ros dei carabinieri nel 2013 e coordinata dal procuratore Fausto Cardella e dal pubblico ministero Antonietta Picardi. Nel mirino del gruppo eversivo oltre, a Prefetture, Questure e uffici di Equitalia, anche magistrati e uomini politici senza scorta. Confermato il nome di Stefano Manni, nato ad Ascoli Piceno e residente a Montesilvano, come uno dei leader nonche' ex carabiniere, e Rutilio Sermonti, ex di Ordine Nuovo, ed intellettuale di estrema destra, noto scrittore e pittore.
Gli arrestati nell'ambito dell'operazione "Aqula Nera" condotta dal Ros contro l'eversione sono: Stefano Manni, 48 anni di Ascoli Piceno ma residente a Montesilvano (Pescara); Marina Pellati (49) di Varese, residente a Montesilvano; Luca Infantino (33) di Legnano (Milano), ivi residente; Piero Mastrantonio (40) dell'Aquila, ivi residente; Emanuele Pandolfina Del Vasto (63) di Palermo, residente a Pescara; Franco Montanaro (46) di Roccamorice (Pescara), ivi residente; Franco La Valle (51) di Chieti, ivi residente; Maria Grazia Callegari (57) di Venezia, residente in provincia di Torino; Franco Grespi (52) di Milano, residente a Gorizia; Ornella Garoli (53) di Milano, residente a Gorizia; Katia De Ritis (57) di lanciano (Chieti), ivi residente. Ai domiciliari sono finiti Monica Malandra di 42 anni dell'Aquila, ivi residente, Marco Pavan (30) di Venezia, residente a Padova e infine, Luigi Di Menno di Bucchianico 47enne di Lanciano (Chieti), ivi residente. Nell'ambito dell'operazione sono state complessivamente indagate 44 persone. La base operativa era Montesilvano
"Per la prima volta c'è stata l'applicazione della norma che prevede la presenza di agenti infiltrati in materia di terrorismo". Lo ha detto il Procuratore capo della Repubblica dell'Aquila, e responsabile della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo dell'Abruzzo Fausto Cardella nel corso della conferenza stampa sull'organizzazione (smantellata) di estrema destra che progettavano massacri per destabilizzare lo Stato democratico.
Anche azioni violente nei confronti di extracomunitari tra gli obiettivi del gruppo di ispirazione neofascista smascherato dall'indagine dei Carabinieri del Ros, coordinati dalla Procura dell'Aquila con l'operazione "Aquila nera". Come ha spiegato il procuratore capo Fausto Cardella questa mattina, "il gruppo e' stato fermato appena in tempo, visto che stava per usare le armi", un vero e proprio arsenale reclutato anche in Slovenia, ma recuperato anche dissotterrando materiale bellico della Seconda guerra mondiale e progettando rapine in casa di collezionisti di armi. "Ma i Carabinieri di Pescara sono riusciti a sequestrarlo. E a fermarli appena in tempo" ha detto Cardella."Volevano entrare in politica partendo dai piccoli centri, facendo leva sul malcontento popolare. - ha spiegato il pM Picardi - Tra le notizie emerse anche il progetto dell'omicidio di Marco Affatigato, tra i capi di Ordine nuovo e considerato "infame" in quanto legato, secondo l'organizzazione ai servizi segreti.
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