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Pubblicato il 26/11/2014 09:09

Tfr ai Consiglieri regionali, l'aula fa dietrofront

abruzzo, consiglio regionale, tfr

Il Consiglio regionale, dopo 15 giorni, fa dietrofront sulla possibilita' che i consiglieri regionali rieletti in questa legislatura possano chiedere l'anticipazione dell'indennita' di fine mandato maturato nella passata legislatura che la legge prevede possa essere liquidato alla fine del nuovo mandato. L'assemblea ha infatti approvato all'unanimita' un provvedimento che abroga la delibera n.10/4 del 11 novembre 2014, che prevedeva l'anticipazione del pagamento dell'indennita'. La legge era stata approvata nella seduta dell'11 novembre scorso con i voti della maggioranza di centrosinistra e delle opposizioni di centrodestra con l'astensione dei consiglieri del movimento Cinque stelle, che poi hanno denunciato il provvedimento, e del consigliere regionale del Pd Donato Di Matteo che e' anche assessore regionale. Della legge n. 10/4 dell'11 novembre scorso rimane in vigore la norma che permette l'anticipazione del pagamento del trattamento di fine rapporto (tfr) dei dipendenti dei gruppi consiliari a chiamata diretta, i famosi portaborse, che non sono stati confermati. Con la vecchia norma gli ex dipendenti dei gruppi politici avrebbero avuto il tfr tra un anno. Sarebbero stati dieci i consiglieri ad usufruire dell'anticipazione: i consiglieri non rieletti in estate si sono visti liquidare 30.850 euro ciascuno. "La norma ha suscitato clamore visto il momento di forte crisi economica e credo che si debba prendere atto di questo e qualche volta e' giusto fare un passo indietro e abrogare la norma - ha spiegato il consigliere dell'Idv Lucrezio Paolini, vice presidente del consiglio regionale -. Cio', nonostante il provvedimento che avevamo approvato fosse relativo a somme gia' accantonate e quindi maturate". Per il consigliere regionale del Pd, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio regionale, "e' fin troppo evidente che l'azione del Presidente D'Alfonso ha avuto un solo obiettivo: rendere certa la non applicazione della norma discussa. Di conseguenza, oggi, la maggioranza, presentando una norma abrogativa, che mi vede come primo firmatario insieme con il Vice Presidente Lucrezio Paolini, alla quale ha aderito anche il gruppo Forza Italia, ha risolto definitivamente il problema intervenendo prima della pubblicazione della legge". 

Durante la discussione in Assemblea sono state lanciate dure critiche al presidente della Giunta, Luciano D'Alfonso, per il cosiddetto decreto, datato domani e non firmato, con cui si annuncia la volonta' di non promulgare la legge sull'anticipazione del trattamento di fine mandato per i consiglieri rieletti. Il consigliere di Fi Lorenzo Sospiri ha parlato di un D'Alfonso "presunto presidente della repubblica senza la veste di terzieta'", spiegando che il presidente ha fatto un decreto che non ha nessun senso "perche'" non si puo'" opporre alla promulgazione", in quanto "e' il re del titolo ad effetto". Il consigliere del Centro Democratico Maurizio Di Nicola ha attaccato gli organi di informazione per aver "travisato la vicenda". Di Nicola, nel merito, ha spiegato che "il trattamento di fine mandato e' un diritto acquisito perche' maturato In base ad una legge non abrogata". Il consigliere di Forza Italia Paolo Gatti ha sottolineato il fatto che "D'Alfonso ha fatto il decreto per prendere sei 'mi piace' sulla pagina Facebook, l'intervento di D'Alfonso suona come una mancanza di rispetto verso la maggioranza di centrosinistra e tutta l'assemblea, qui c'e' autonomia e nessuno puo' permettersi di fare una cosa del genere"

"Il Presidente D'Alfonso decide di fare retromarcia sulla questione Tfr e la maggioranza e' costretta a rimangiarsi letteralmente un provvedimento che durante la scorsa seduta era stato proclamato come urgente e inderogabile". Cosi', in una nota, il Movimento Cinque Stelle Abruzzo. "In sede di Consiglio i consiglieri di maggioranza si trovano a difendere l'indifendibile con un intervento che non regge. Il Presidente D'Alfonso, senza neanche leggere tutti i punti della norma, ha deciso per un drastico passo indietro a causa della decisa reazione di indignazione dell'opinione pubblica. Ma per 'compiacere' l'elettorato il Presidente ritira Tutti i punti previsti, anche quelli che avevano portato il Movimento Cinque Stelle a riflettere molto sulla posizione da assumere nei riguardi della proposta di legge nel suo complesso". "Infatti frettolosamente, con l'unico scopo di non perdere consensi, il Presidente D'Alfonso elimina l'intero provvedimento che conteneva anche il tfr per i dipendenti, la cambiale agraria, ovvero circa 750mila euro di fondi a sostegno degli agricoltori e il fondo famiglia. Tanta la fretta che divulga oggi alla stampa il Decreto, recante la data di domani, nel quale premettendo di non avere i poteri per non promulgare la norma, si paragona al Presidente della Repubblica, dichiara di non promulgarla". 

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