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Pubblicato il 08/04/2013 18:06

Un volume di Slow Food per il Montepulciano d'Abruzzo

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Mannheimer: la conoscenza del Montepulciano d'Abruzzo e' salita dal 90 al 92% con un italiano su tre abituato a consumarlo quotidianamente

'Chiudere i politici in un conclave per tre giorni senza ne' cibo ne' acqua, sperando che facciano un governo, ma lasciare liberi i viticoltori di migliorare la qualita' di un vino che conquista sempre piu' italiani e che in un anno, grazie alla campagna portata avanti dai Consorzi di Tutela abruzzesi, ha incrementato ancor piu' la sua qualita' e le sua diffusione e il suo potenziale di crescita'. Stamane, nel padiglione 11 del Vinitaly di Verona, alla presenza dell'assessore alle Politiche agricole della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, si e' aperta con una battuta di Renato Mannheimer la presentazione del libro che Slow Food dedichera', con un grosso progetto editoriale in dirittura d'arrivo, proprio al 'Montepulciano d'Abruzzo: un grande vino', curato nella prefazione dal fondatore dell'associazione Carlo Petrini. Dopo il Barolo, Slow Food ha scelto, dunque, il vitigno bacche rosse abruzzese per il secondo volume tematico, perche' 'questo e' un territorio vivo - ha detto durante l'incontro il Direttore editoriale di Slow Food, Marco Bolasco - e' ormai un'avanguardia italiana come dimostrato nel campo della gastronomia da Niko Romito che sta cambiando la concezione stessa della cucina'.

'Abbiamo deciso - ha proseguito - di raccontare i Montepuliciano d'Abruzzo, al plurale, perche' si tratta di un regione che custodisce in maniera naturale una grande biodiversita' e la biodiversita' e' quella ricchezza che rende unico un prodotto'. Per il presidente del Consorzio dei vini d'Abruzzo, Tonino Verna, cui si e' associato nelle parole anche quello delle Colline teramane, Alessandro Nicodemi, la scelta di Slow Food 'e' un'ulteriore difesa e tutela di un prodotto doc dalle false etichettature; il fatto che un'autorita' mondiale nel settore dell'economia e dell'agroalimentare abbia scelto il Montepulciano d'Abruzzo e' la dimostrazione che la collaborazione nata tra consorzi produttori e istituzioni sta dando i suoi risultati e ora siamo a un punto di svolta per continuare a crescere'. Sono stati, infatti, i Consorzi, nell'ultimo anno, a promuovere una campagna di diffusione del vino abruzzese che, come dimostrato dai dati presentati da Mannheimer, ha raggiunto 'la meta' della popolazione italiana che l'ha apprezzata nell'87% dei casi'. Nonostante le difficolta' dovute alla crisi, in un anno, la conoscenza del Montepulciano d'Abruzzo e' salita dal 90 al 92% con un italiano su tre abituato a consumarlo quotidianamente. 'L'Abruzzo e il Montepulciano - ha proseguito Mannheimer - stanno mettendo insieme qualita' e comunicazione. Questo vino, che vive una forte spinta nell'esportazione, e' un patrimonio del Paese e ha ampi spazi di miglioramento'. Una scelta mirata, dunque, quella di Slow Food per un vino 'capace di trasmettere i valori del territorio, trascinandosi dietro le storie di vita, lavoro e territorio'. Cinque i capitoli dedicati al vitigno autoctono abruzzese sugli 'aspetti storico culturali di una regione - ha spiegato Fabio Giavedone, curatore del progetto editoriale specifico e della guida Slow Wine - Cinque macrozone dell'Abruzzo che vanno dal Tronto a Vasto fatto di storie e testimonianze che raccontano la storia di questo grande vino'.

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