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Pubblicato il 21/04/2015 20:08

"Amleto" chiude la stagione del Tsa, spettacolo a L'Aquila

teatro, amleto

Un classico del Teatro ed uno degli attori piu' amati per la chiusura della Stagione Teatrale Aquilana 2014/2015 organizzata dal Teatro Stabile d'Abruzzo: va in scena giovedi' 23 aprile ore 21,00 e venerdi' 24 aprile ore 17,30 presso il Ridotto del Teatro Comunale 'Amleto' di William Shakespeare, regia di Filippo Gili, con Daniele Pecci, gia' protagonista di successo di "Scene da un Matrimonio" di Ingmar Bergman per la regia di Alessandro D'Alatri e la produzione del TSA.

"Amleto - per Daniele Pecci - e' l'uomo moderno per eccellenza: finche' rimarremo tra essere e non essere, rinunciare e affrontare, vivere e morire, lo sentiremo sempre vicino. E' il piu' grande personaggio mai creato per il teatro e quello che ho sognato tutta la vita di interpretare. Dal 1601 l'hanno messo in scena tutti i primi attori dei massimi teatri del mondo. Se ci pensassi, resterei immobilizzato. Intanto - spiega - la traduzione e' agile e moderna, asciutta. Ma l'aspetto piu' interessante e' l'allestimento, con il teatro aperto e una commistione completa tra palco e platea. Non c'e' scenografia, non ci sono quinte, niente fondali, ci sono cordami a vista e gli ambienti si spostano. Reciteremo per piu' di meta' del tempo in mezzo al pubblico, come in un teatro elisabettiano. Tutta la sala sara' il castello di Elsinore. Con Filippo Gili, il regista, abbiamo scelto di approfondire i rapporti familiari di Amleto con la madre e lo zio... Abbiamo voluto sottolineare la dimensione psichica alterata di Amleto, quanto sia schiacciato dai parenti". 
"E' un progetto - racconta il regista Filippo Gili - che nasce con Daniele Pecci. Quando Daniele mi ha chiesto se volevo curare la regia di un 'Amleto' con lui protagonista, e' stato come ritrovarsi un ombrello sotto la pioggia. Era quello che attendevo. Ed e' quello che faremo. Mettere un ombrello sotto le infinite chance di una lettura di un testo infinito. Un ombrello che copra una sola parte di mondo, il palcoscenico della rappresentazione, ma spoglio di letture forzate, unicamente teso al gioco di analizzare perche', all'alba del '600, nacque un uomo che vide il mondo uscire dai suoi binari. 
Se si fa Amleto, oggi, nel trascendente ritmo biologico di un accavallarsi di scene una dentro l'altra - prosegue Gili - e' perche' e' infinita la malizia di Polonio, e' perche' e' infinita la cattiva coscienza di Gertrude, e' perche' e' infinita la dannata verginita' di Ofelia, e' perche' e' infinita l'intuizione di Claudio: un impero, da Don Chisciotte, passando per il potere dell'atomo, fino ai microchip odierni e per chissa' quanto ancora, si puo' mettere a soqquadro solo con l'ausilio di una goccia di veleno. Con Amleto che si porta sulle spalle un peso che lo porta ai giorni nostri: quello di un vivere nel mondo, senza 'esserci'. Spettacolo semplice, spoglio, essenziale. Ferro. E legno. E relazioni. E stupore. E l'impossibilita' di essere, modernamente, eroi". Con Daniele Pecci in scena ben dodici attori: Pier Giorgio Belloccio, Massimiliano Benvenuto, Silvia Benvenuto, Ermanno De Biagi, Pierpaolo De Mejo, Vincenzo De Michele, Pietro Faiella, Filippo Gili, Arcangelo Iannace, Liliana Massari, Omar Mandrini e Antonio Serrato. Una produzione della Compagnia Stabile del Molise. Questo spettacolo sostituisce l'annullato "Modigliani" con Marco Bocci.

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