gestionale telefonia Gestionale Telefonia
HOME » SPETTACOLO » CULTURA IN LUTTO PER LA MORTE DI ROBERTO ROVERSI
Pubblicato il 15/09/2012 15:03

Cultura in lutto per la morte di Roberto Roversi

abruzzo, teramo, roversi

Il poeta era molto legato all'Abruzzo

 

E' morto a 89 anni il poeta bolognese Roberto Roversi, malato da tempo. Coscienza critica, libraio, fondatore delle riviste Officina e Rendiconti delle quali è stato anche editore, scegliendo già negli anni Sessanta di non pubblicare più con i 'grandi'.

Consapevole fino all'ultimo, morto ieri in casa nel centro di Bologna, ha lasciato disposizioni precise, distinguendosi anche in quest'ultima occasione: l'annuncio della scomparsa doveva essere dato solo il giorno dopo, ovvero oggi. Senza organizzare esequie ufficiali, cerimonie o commemorazioni. Sarà sepolto a Bologna, nella cappella di famiglia.

Dopo la cremazione, un'altra scelta che conferma "il suo comportamento di sempre", precisa la famiglia, che acconsente solo a un piccolo gesto del Consiglio comunale: un minuto di silenzio in aula lunedì. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, esprime la sua commossa partecipazione al lutto. E, a modo suo, lo fa anche Jovanotti, twittando: "Se n'é andato il grande Roberto Roversi un innumerevole poeta. Scrisse anche Chiedi chi erano i Beatles". La canzone degli Stadio è tra le tante con i testi di Roversi, scritti prima per Lucio Dalla (anche Nuvolari).

Roversi era molto legato all'Abruzzo, come lui stesso ha ricordato in una intervista del 2011 rilasciata a Giorgio D'Orazio. "Circa sessant’anni fa prendeva una corriera per raggiungere Teramo, lasciando alla madre una frase di sfuggita: vado a sposarmi. Era stata sufficiente una toccata e fuga nell’immediato dopoguerra per scambiarsi la fede con Elena Marcone.“Pace con voi, ragazze dell’Abruzzo, / una è sangue al mio cuore” avrebbe d’altronde scritto tra i versi della raccolta “Dopo Campoformio” (Einaudi), composta tra il ’55 e il’60, nella quale il poeta emiliano dichiara un bel rapporto con la nostra terra", si legge nell'articolo che ricorda anche i gusti culinari del poeta. "Anch’io sono abruzzese.Sono abruzzese perché da oltre mezzo secolo mangio tutti i giorni abruzzese! Maccheroni alla chitarra, sa ne ho una bella di legno scuro comperata nei primissimi anni, poi le scrippelle, il timballo, lu ‘ndoc-candò, il parrozzo, i bocconotti…", disse Roversi. 

Giovanissimo era arrivato in Abruzzo per assistere alla Coppa Acerbo e da questa gita prese spunto per scrivere con Lucio Dalla la canzone "Nuvolari". 

Nel 1955 fondò la rivista Officina con Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini, nel 1961 anche Rendiconti, di cui recentemente si pensava a una riedizione. Ha scritto moltissimo: romanzi, versi, testi teatrali e 'fogli sparsi', amava dire.

Era stato anche direttore del giornale Lotta Continua. Recentemente scrisse il manifesto di 'Ad Alta Voce', rassegna che richiama ogni anno a leggere in piazza decine di 'big' della cultura (in ottobre la dodicesima edizione). Nel 2006 ha chiuso i battenti la libreria antiquaria Palmaverde di Bologna che Roversi ha gestito quasi sessant'anni, dal 1948, con la moglie Elena. Nel 2007 gli morì di cancro l'unico figlio, Antonio, sociologo e docente. Nel 2010 editò in 50 esemplari fuori commercio la versione integrale del poema 'L'Italia sepolta sotto la nevé.

 

© Riproduzione riservata

Condividi:

Articoli Correlati



Utenti connessi: 1