Prima mostra dell'artista pescarese Gino Sabatini Odoardi in Svizzera. In esposizione lavori recenti composti da sculture, istallazioni e disegni che interagiscono attraverso la bianca superficie, sinuosa e fredda, della termoformatura, su cui talvolta si inserisce il nero della grafite, con un'unica interruzione accidentale di una piega rossa. La termoformatura e' una tecnica che consente all'artista di annullare 'il rumore retinico' dei colori dovuto alla trasparenza, utilizzando fogli di polistirene bianchi, neri o rossi. Il lavoro si sviluppa in tre fasi: riscaldamento della plastica mediante resistenze ad alte temperature; unione dell'oggetto con il polistirene allo stato elastico mediante sottrazione dell'aria; raffreddamento che imprigiona l'oggetto in maniera definitiva sotto la plastica divenuta irrimediabilmente rigida. Si tratta di un percorso interamente manuale, in cui la scultura inizia a prendere forma visivamente piano piano, con gesti che non permettono repliche o ripensamenti. L'oggetto nascosto e rivelato dalle termoformature, e' bloccato e al contempo rivitalizzato, nella costante tensione di liberarsi per tornare al mondo. Ambizione sottile e continua dell'arte di Sabatini Odoardi: strappare piu' cose possibili all'oblio, di cui ha un sacro e dichiarato orrore. Intenzione di Sabatini Odoardi insinuare il dubbio, rimettere in discussione la realta', rompere gli equilibri su cui poggia la nostra cultura, scardinandone le sicurezze, in un continuo rimando senza risposta. Bersaglio della sua opera e' il pensiero tradizionale e il modo di porsi dell'uomo, nel continuo bisogno di conferme di fronte all'inconoscibilita' del mondo.
Le opere presentate in questa mostra si affrancano dalla precedente simbologia e raccontano segni e concetti, da sempre appartenuti all'arte di Sabatini Odoardi, assoluti e universali. Pieghe e panneggio si animano e in alcuni casi celano tracce e segni che coincidono con gli elementi essenziali della percezione, quali luce/ombra, bianco/nero, dentro/fuori.
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